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Negli ultimi anni, la rendicontazione ESG (Environmental, Social, Governance) è diventata un elemento centrale per le imprese e le autorità di vigilanza, con importanti sviluppi normativi a livello europeo e nazionale. La recente consultazione pubblica avviata dalla CONSOB il 13 dicembre 2024 rappresenta un passo cruciale nell'attuazione della Direttiva Europea 2022/2464, nota come Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che introduce obblighi stringenti per le imprese in materia di rendicontazione di sostenibilità.
La CSRD mira a migliorare la trasparenza delle informazioni di sostenibilità e a promuovere la cosiddetta "doppia materialità". Questo approccio richiede alle imprese di rendicontare non solo l'impatto delle tematiche ambientali, sociali e di governance sulle loro attività, ma anche il contributo delle loro attività agli impatti su persone e ambiente. Tra le novità principali, la direttiva introduce standard europei di rendicontazione (ESRS), l'inclusione obbligatoria delle informazioni ESG nella relazione sulla gestione e l'obbligo di sottoporre i dati a verifica da parte di revisori indipendenti.
A livello nazionale, il decreto legislativo 6 settembre 2024, n. 125, ha recepito la CSRD nel sistema normativo italiano, disciplinando gli obblighi di rendicontazione per le grandi imprese e, dal 2026, anche per le PMI quotate. La CONSOB ha ricevuto il compito di definire con regolamenti specifici i criteri di vigilanza e le modalità di controllo delle rendicontazioni ESG.
La consultazione pubblica lanciata dalla CONSOB si concentra sull'aggiornamento del Regolamento Emittenti per integrare le nuove disposizioni in materia di sostenibilità. Tra i punti chiave del documento si segnala l'adozione di criteri misti per la selezione delle imprese da sottoporre a controllo, basati su analisi del rischio e principi di rotazione, oltre all'introduzione di standard uniformi per l'attestazione delle informazioni ESG.
Un'ulteriore innovazione riguarda il ruolo dei dirigenti societari, che saranno responsabili di attestare la conformità delle rendicontazioni agli standard europei e alle norme italiane. Questo aspetto risponde alla necessità di garantire maggiore accountability all'interno delle organizzazioni.
Con il nuovo quadro normativo, le imprese dovranno affrontare sfide significative per adeguarsi ai requisiti di rendicontazione ESG. La complessità dei dati richiesti e l'obbligo di verifica esterna aumenteranno la pressione sulle aziende, in particolare quelle di medie dimensioni, che potrebbero non disporre delle risorse necessarie. Tuttavia, queste normative rappresentano anche un'opportunità per migliorare la trasparenza e la competitività sui mercati.
La CONSOB, in linea con le linee guida dell'ESMA, applicherà criteri rigorosi per la vigilanza sulle rendicontazioni ESG, focalizzandosi su settori e aziende a maggior rischio di greenwashing. Questa strategia punta a proteggere gli investitori e a garantire che le informazioni di sostenibilità pubblicate siano accurate e verificabili.
Immagine generata con AI
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