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Dal convegno "Driving tomorrow" riemerge il tema della relazione tra rinnovabili e nucleare. Nel contesto di una mobilità e un'energia sempre più sostenibili, il convegno "Driving Tomorrow", organizzato da AVL Italia, ha fatto luce sulle sfide e opportunità del settore. Uno dei temi più discussi è stato l'equilibrio tra le energie rinnovabili e il nucleare come strumenti fondamentali per la decarbonizzazione del futuro. Con l'Unione Europea che spinge per ridurre drasticamente le emissioni entro il 2050, le aziende e gli esperti del settore sono chiamati a trovare soluzioni integrate ed efficienti. Nel corso dell'evento è stato evidenziato come l’energia nucleare, seppur spesso al centro di dibattiti complessi, rappresenti una componente chiave nel mix energetico del futuro. Mentre le fonti rinnovabili come l’eolico e il solare sono destinate a crescere in modo esponenziale, la loro natura intermittente crea sfide significative per la stabilità della rete energetica. È qui che il nucleare, in particolare la fusione nucleare, potrebbe giocare un ruolo cruciale, fornendo una fonte di energia pulita e stabile per compensare le variazioni delle rinnovabili.
La fusione nucleare, secondo gli esperti, potrebbe diventare commercialmente fattibile entro il 2040. Questo processo, che imita il modo in cui il sole genera energia, promette una fornitura quasi illimitata di energia con un impatto ambientale minimo. Le potenziali innovazioni nella fusione potrebbero dare una spinta decisiva all’integrazione delle rinnovabili, garantendo una fornitura continua di energia anche quando il sole non splende o il vento non soffia. Uno degli obiettivi principali dell'evento è stato quello di sottolineare come il mix di fonti energetiche sia essenziale per il raggiungimento degli obiettivi climatici europei.
Oltre al nucleare, anche l'idrogeno verde ha un ruolo fondamentale. La sua produzione dovrebbe aumentare del 500% entro il 2040, diventando uno strumento chiave per decarbonizzare settori difficili da elettrificare come l’industria pesante e il trasporto a lungo raggio. L'idrogeno verde, prodotto attraverso l'elettrolisi utilizzando energia rinnovabile, può essere stoccato e utilizzato per lunghi periodi. Questa capacità di immagazzinamento lo rende un alleato prezioso delle fonti intermittenti come il solare e l’eolico, permettendo di bilanciare la domanda e l'offerta energetica su vasta scala. Tuttavia, la tecnologia nucleare potrebbe offrire un ulteriore supporto, specialmente nei periodi in cui le rinnovabili non sono sufficienti a coprire la domanda.
L'Italia, con un attuale 37% di energia prodotta da fonti rinnovabili, punta a raggiungere il 65% entro il 2030. Questo ambizioso obiettivo richiede non solo un aumento della produzione di energia verde, ma anche lo sviluppo di tecnologie di accumulo avanzate, come le batterie allo stato solido. L'integrazione di fonti nucleari e rinnovabili, insieme a tecnologie di accumulo energetico, potrebbe accelerare significativamente il percorso verso la decarbonizzazione. Come sottolineato dai partecipanti al forum, il successo di questa transizione dipende dalla collaborazione tra industria, mondo accademico e governi. Solo attraverso sinergie globali sarà possibile affrontare le sfide energetiche imposte dai cambiamenti climatici e dalle politiche europee.
credits foto: AVL Italia
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