Interviste del direttore: Michele Falcone
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Interviste del direttore: Michele Falcone

Quali sono le principali sfide che CAP Evolution ha affrontato nell'implementazione dei progetti di economia circolare e come le avete superate?

Gruppo CAP, nell’ambito delle proprie attività di gestione del servizio idrico integrato, è da tempo impegnata nello sviluppo di una vasta, innovativa e ambiziosa politica di sostenibilità, portando avanti progetti di economia circolare a partire dal recupero dei fanghi di depurazione, dalla produzione di energia green, nonché dal riutilizzo diretto dell’acqua depurata a scopo irriguo, al fine di incrementare la sostenibilità dei servizi al cittadino e al territorio e di recuperare valore che supporti gli investimenti in costante ammodernamento e continua innovazione.

 CAP Evolution nasce per sfruttare le opportunità offerte dall’applicazione dei principi dell’economia circolare e gestisce quindi gli impianti di depurazione di Gruppo CAP in un’ottica circolare, superando il modello tradizionale. Questo significa utilizzare gli impianti di depurazione non solo per la gestione delle acque reflue, ma anche per la produzione di biometano, di energia e di materie prime seconde.

I 40 impianti di CAP Evolution trattano 350 milioni di metri cubi di acque reflue all’anno, che vengono riutilizzate per oltre il 30%, e sono capaci di fornire acque depurate di qualità per usi non domestici, come il lavaggio delle strade o l’irrigazione dei campi. Negli impianti di Assago, Basiglio, Rozzano e Peschiera l’acqua depurata, infatti, viene direttamente utilizzata per usi civili e agricoli.         

L’impianto di Robecco sul Naviglio, per esempio, è autorizzato a ricevere i rifiuti da dissabbiamento provenienti da altri impianti. Questi, dopo una prima classificazione, subiscono un processo di lavaggio e disinfezione per poi essere recuperati. Le sabbie vengono quindi recuperate come materiale End of Waste ed utilizzate nei cantieri per la posa di nuove tubazioni. Così facendo CAP Evolution estende il ciclo di vita dei prodotti utilizzandoli continuamente all’interno del ciclo produttivo generando un ulteriore valore, contribuendo quindi a ridurre i rifiuti al minimo.

  

Può spiegare in dettaglio come i vostri impianti di depurazione trasformano i fanghi di depurazione in risorse come biometano, bioplastiche e fertilizzanti?

 Gli impianti di trattamento delle acque reflue possono essere ripensati e potenziati grazie a tecnologie all’avanguardia per diventare bioraffinerie urbane a servizio del territorio, dei veri e propri poli tecnologici per il trattamento di rifiuti organici e fanghi da depurazione.​ La combinazione di tecnologie eco-innovative con la co-digestione anaerobica consente un’elevata possibilità di recupero integrato di sabbie, fosforo, biopolimeri e la produzione di biogas e biometano. Gli impianti di trattamento e recupero di CAP Evolution permettono di massimizzare le risorse estraibili dai rifiuti, minimizzando l’impatto sull’ambiente con un processo End of Waste in cui gli scarti acquisiscono la qualifica di prodotti. I depuratori, oltre a occuparsi del trattamento delle acque reflue, in molti casi sono già utilizzati per la valorizzazione degli scarti e per la produzione di energia da fonti rinnovabili, agendo in ottica di economia circolare.  I fanghi, scarti prodotti naturalmente dai processi di depurazione, possono essere trasformati in fertilizzanti o essere alla base di processi di economia circolare. CAP Evolution tratta 81mila tonnellate di fanghi, di cui il 51% sono riutilizzati in agricoltura, il 17% è usato come fertilizzante mentre il restante produce energia. L’obiettivo di CAP Evolution è quello di termovalorizzare fino a 65mila tonnellate e trasformarne 20mila in fertilizzanti. Sfruttando i fanghi prodotti, considerandoli come una risorsa e non più come scarto, è attivo un processo di valorizzazione energetica del biogas con recupero di calore, energia elettrica e produzione di biometano. 

In particolare, l’impianto di Bresso è stato il primo depuratore in Italia connesso alla rete nazionale con immissione di biometano prodotto da fanghi di depurazione. Grazie a un recente intervento di potenziamento dell’impianto, che è passato da una potenzialità producibile di 96 mc/h a una di 155 mc/h, dal 2019 a oggi sono stati prodotti circa 2,8 milioni di mc di biometano.  I rifiuti alimentari liquidi rappresentano un’altra importante risorsa da valorizzare. A Canegrate, Robecco sul Naviglio e San Giuliano sono stati avviati processi dedicati alla gestione e al recupero di questi scarti, con la previsione di passare dalle attuali circa 30 mila tonnellate a 200 mila tonnellate autorizzate nel 2028 e l’avviamento al trattamento dei rifiuti liquidi all’impianto di Rozzano.

L’impianto di San Giuliano tratta i rifiuti liquidi biodegrabili per autoconsumo, tramite valorizzazione in digestione anaerobica e il seguente recupero energetico in caldaie e di smaltimento mediante trattamento biologico. A Canegrate i rifiuti sono pretrattati mediante triturazione per separare la frazione liquida dall’imballaggio e i rifiuti liquidi sono trattati in digestione anerobica e recupero energetico in caldaie.  Oggi l’azienda autoproduce 5.927.470 kWh di energia elettrica che viene utilizzata dagli impianti attraverso autoconsumo, mentre il calore è utilizzato per il processo di digestione anaerobica dei fanghi. La realizzazione dei progetti di economia circolare, unitamente a politiche di efficientamento energetico, porterà CAP a diventare “produttore netto” di metano, ovvero a ottenere volumi di produzione superiori rispetto ai volumi acquistati.

In che modo CAP Evolution sta promuovendo le comunità energetiche rinnovabili e quali benefici diretti ne trarranno le comunità locali coinvolte?

 CAP Evolution gestisce gli impianti fotovoltaici che forniscono agli asset di Gruppo CAP energia da fonti rinnovabili. Grazie alla produzione derivante da fotovoltaico (e anche agrivoltaico) e a una maggiore integrazione con Neutalia, l’impianto di termovalorizzazione di Busto Arsizio partecipato da CAP, CAP Evolution prevede di arrivare a sostenere il 50% dei consumi del Gruppo entro il 2030. Attualmente, il contributo energetico è del 3%, con previsioni di crescita al 40% entro il 2026. Questa gestione facilita quindi il processo di decarbonizzazione del servizio idrico. In particolare, è prevista la realizzazione di impianti su asset del servizio idrico e su aree esterne al fine di incrementare la totale produzione in conformità a quanto previsto dalla nuova direttiva acque reflue per quanto attiene alla neutralità energetica.  CAP Evolution crea valore per il territorio fornendo alle comunità risorse ed energia ottenute attraverso processi sostenibili, sempre nel rispetto dell’ambiente. L’energia prodotta viene condivisa anche con le comunità locali, garantendo al territorio sicurezza e sostenibilità energetica.

 Il Decreto CER (n. 414 del 7.12.23) ha stabilito le regole attuative redatte dal Gestore Servizi Energetici. CAP Evolution sostiene le CER in due modi: mettendo a disposizione aree CAP, come depuratori e vasche volano, per ospitare l’impianto; oppure collaborando in aree messe a disposizione dai Comuni. Nella prima ipotesi, CAP Evolution mette a disposizione della CER una porzione di impianto, in qualità di produttore terzo e di conseguenza si propone come referente per tutti i rapporti con GSE, per l’attribuzione degli incentivi e la gestione amministrativa. Nella seconda, analizza la fattibilità tecnica dell’impianto sulla base del fabbisogno energetico e dell’ubicazione, successivamente verifica la sostenibilità, tenendo conto dei consumi del Comune e di quelli del servizio idrico. Oggi sono 13 i Comuni coinvolti per la realizzazione delle CER nell’area metropolitana, che produrranno oltre 9 milioni di kWh annui per un investimento di 10 milioni di euro.  L’obiettivo futuro è quello di aumentare la produzione di energia pulita, anche sfruttando gli impianti di depurazione, per poter ridurre la quantità di energia comprata e perseguire la neutralità energetica.

         

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