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Le sostanze perfluoroalchiliche, meglio conosciute come PFAS, secondo molti organismi internazionali rappresentano una delle più gravi minacce ambientali del nostro tempo. Questi composti chimici sono largamente utilizzati nell'industria per le loro qualità idrorepellenti e oleorepellenti, trovando impiego in una vasta gamma di prodotti: dai rivestimenti per tessuti alle pentole antiaderenti, fino agli imballaggi alimentari. Tuttavia, la loro persistenza nell'ambiente e la loro capacità di accumularsi nei corpi idrici rappresentano un problema cruciale, poiché i PFAS sono notoriamente difficili da degradare, tanto da essere soprannominati "sostanze chimiche eterne". Possono infatti contaminare suoli e acque sotterranee, raggiungendo la catena alimentare e, nei casi più estremi, l'acqua potabile.
Recentemente, l'organizzazione Altroconsumo ha condotto un'analisi approfondita dell'acqua potabile prelevata da 38 fontanelle pubbliche situate nei centri storici di 34 città italiane, tra cui grandi metropoli come Torino, Milano, Roma e Napoli, con l'obiettivo di rilevare la presenza di PFAS. L'indagine si è svolta tra il 16 giugno e il 4 luglio 2024, con la raccolta di un campione per città, ad eccezione delle metropoli più grandi, dove sono stati effettuati prelievi in due fontanelle diverse. I risultati sono stati rassicuranti: nessuna traccia di PFAS è stata rilevata nei campioni d'acqua prelevati. Altroconsumo ha utilizzato metodi di analisi ufficiali, previsti dalla normativa italiana, che permettono di rilevare anche le più basse concentrazioni di sostanze inquinanti. La totale assenza di PFAS rappresenta un segnale positivo e dimostra che, almeno in questo campione specifico di fontanelle pubbliche, l’acqua risulta essere sicura e priva di queste sostanze nocive. Tuttavia, è importante ricordare che questo studio riguarda solo un piccolo campione delle fonti d'acqua pubbliche italiane, e non risolve il problema più ampio della diffusione dei PFAS nell'ambiente.
Secondo le stime dell’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (ECHA), i PFAS sono stati rilevati in diverse aree d'Europa, contaminando suoli e falde acquifere. Un rapporto dell'Agenzia Europea dell'Ambiente (EEA) ha confermato che le sostanze PFAS sono presenti in circa il 17% delle acque sotterranee monitorate a livello europeo. Inoltre, un'indagine delle Nazioni Unite ha messo in luce come la presenza di questi composti sia particolarmente preoccupante nelle zone industriali, dove l'uso intensivo di PFAS può portare a livelli di inquinamento molto elevati. In Italia, una delle aree maggiormente colpite dalla contaminazione da PFAS è il Veneto, dove studi dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) hanno rilevato concentrazioni preoccupanti di questi inquinanti in alcune fonti d'acqua potabile. Questa situazione ha portato alla necessità di misure drastiche per garantire la sicurezza dell'acqua destinata al consumo umano. Di fronte alla crescente preoccupazione per la diffusione dei PFAS, l'Unione Europea ha introdotto nuovi regolamenti volti a limitarne l’uso. A partire dal 2025, sarà introdotto un divieto per l’utilizzo di oltre 10.000 tipi di PFAS in una serie di prodotti di consumo e settori industriali. Questa decisione fa parte della strategia più ampia del Green Deal Europeo, che mira a rendere l'Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050, promuovendo una drastica riduzione dell'uso di sostanze chimiche pericolose per la salute e l'ambiente.
Organizzazioni ambientaliste come Greenpeace sono in prima linea nella lotta contro l'inquinamento da PFAS. Nel 2021, Greenpeace ha pubblicato un rapporto dal titolo "Forever Pollution", in cui si sottolinea come l'inquinamento da PFAS rappresenti una "crisi invisibile" che coinvolge non solo l'Europa, ma tutto il mondo. Nel rapporto si denuncia l'insufficienza delle attuali normative per contenere la diffusione di queste sostanze e si chiede un'azione globale più incisiva per eliminare gradualmente l'uso dei PFAS.
Nonostante i risultati incoraggianti ottenuti da Altroconsumo, che dimostrano l'assenza di PFAS nell'acqua delle fontanelle pubbliche italiane testate, il problema degli inquinanti chimici persistenti rimane una sfida globale. Mentre le normative europee stanno progredendo nella giusta direzione, la prevenzione e il controllo costante devono essere rafforzati per proteggere la salute delle persone e l'ambiente. L'impegno delle istituzioni, delle organizzazioni ambientali e dei cittadini sarà cruciale per affrontare una delle più grandi emergenze chimiche del nostro tempo
credits immagine: Altroconsumo
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