Intervista a Gaetano Pedullà, candidato M5S alle Elezioni Europee
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Intervista a Gaetano Pedullà, candidato M5S alle Elezioni Europee

In questo periodo si parla molto di sostenibilità, secondo lei cosa significa?

In realtà si parla di sostenibilità meno di quanto si dovrebbe, e le destre spesso ne parlano in termini di falsa emergenza. Purtroppo cresce il fronte persino di chi nega il cambiamento climatico, dietro il quale si nasconde l’ultima difesa di un sistema industriale ancora saldamente legato all’uso dell’energia di origine fossile. E dire che si tratta di un mondo che non crea più lavoro, e anzi licenzia o mette migliaia di lavoratori in cassa integrazione. Al contrario di quanto avviene nella filiera green, dove si crea occupazione e lavoro di qualità.


Se dovesse essere eletto, quali sarebbero le sue priorità nell’attività in Parlamento?

Se eletto al Parlamento europeo mi batterò come un leone per spingere la pace in Ucraina. Dalla guerra in corso discende l’alto costo della vita, dell’energia, del denaro… tutto quello insomma che ci sta portando in una nuova stagione di austerità. Mi occuperò anche di informazione, per cui una Italia non viviamo una grande stagione sotto il profilo dell’effettivo pluralismo, della concentrazione editoriale e del conflitto d’interessi di rilevanti operatori.


Le nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale sono importanti, ma secondo lei sono sostenibili socialmente? In ogni caso, come si dovrebbe agire per far sì che lo siano?
 

Le nuove tecnologie - dalla digitalizzazione all’intelligenza artificiale - incideranno enormemente sul nostro futuro. Sono inevitabili, e quindi vanno cavalcate se non vogliamo che queste cavalchino noi. Regolare il settore è un primo passo, ma non basta. Dobbiamo prepararci per tempo a una conseguente diminuzione dell’occupazione e a fornire protezione sociale a chi uscirà dal mercato del lavoro. In attesa che maturino le condizioni per dare concretezza ad una risposta strutturale come il reddito universale, proponiamo di accelerare l’armonizzazione fiscale europea, così da impedire il dumping a danno delle nostre imprese che ci fanno anche i big dell’information technology, e redistribuire parte dei loro fortissimi utili, oggi praticamente non tassati, proprio a sostegno delle crescenti esigenze di natura sociale, a partire da aiuti economici e dalla realizzazione di grandi piani per l’edilizia popolare, all’interno di progetti di rigenerazione urbana che sono urgenti in tutte le grandi città europee per aumentare l’efficienza energetica e la sicurezza di molte periferie.



Immagine di copertina: Gaetano Pedullà

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