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Luce verde da parte del Mase per la realizzazione del parco flottante da 250 MW di 7 Seas Med in Sicilia. Cosa sappiamo del primo progetto di eolico galleggiante d’Italia.
Come specificato sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Ambientale, nel marzo 2024 il primo progetto di eolico galleggiante in Italia ha ricevuto esito positivo sulla compatibilità ambientale, dopo l’ok già ottenuto dalla Commissione VIA.
Il progetto 7Seas Med, quindi, si appresta a diventare realtà: l’impianto avrà una potenza di 250 MW, sarà composto da 21 aerogeneratori da 12 MW, e sarà localizzato nel Mediterraneo, in diversi Comuni in provincia di Trapani, come Marsala. La realizzazione del progetto è frutto di una partnership tra GreenIT (joint venture italiana per le energie rinnovabili tra Eni e Gruppo Cdp) e Copenhagen Infrastructure Partners.
Il progetto di 7Seas Med è stato il primo a beneficiare del Procedimento Unico, che semplifica le autorizzazioni ambientali integrando diversi processi autorizzativi in uno. Questa procedura, sottoposta alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), è stata recentemente approvata, permettendo a 7Seas Med di avanzare verso la realizzazione del parco eolico e di partecipare alle aste per gli incentivi previsti dal decreto FER2.
Il sistema TetraSub
Il cuore del progetto è rappresentato da venti aerogeneratori, ciascuno con una potenza di 12 MW. Questi non saranno ancorati al fondale marino con le tradizionali fondazioni fisse, ma saranno supportati da piattaforme flottanti TetraSub, una creazione di Stiesdal Offshore Technologies.
Queste strutture si basano su un design tetraedrico asimmetrico con casse di zavorra strategicamente posizionate ai vertici della base triangolare, una soluzione ideale per le profondità marine del Mediterraneo.
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Si stima che l'eolico galleggiante in Italia abbia un potenziale di sviluppo fino a 207,3 GW, particolarmente nelle acque di Sardegna, Sicilia e Puglia. Questo rende il settore uno dei più promettenti per la transizione energetica del Paese verso un futuro più sostenibile e meno dipendente dalle fonti fossili.
I vantaggi
Tra i benefici che l’eolico galleggiante può apportare al Paese, sicuramente c’è un ridotto impatto territoriale. A differenza delle tradizionali turbine eoliche offshore che richiedono fondazioni fisse nel fondale marino, le piattaforme galleggianti riducono molto l'impatto territoriale e, secondo le proiezioni del progettista Luigi Severini, non interferirebbero con il panorama.
Inoltre, le piattaforme eoliche galleggianti richiedono importanti quantità di acciaio, un settore in cui l'Italia eccelle, essendo il secondo produttore in UE. La crescente domanda di acciaio per queste strutture può stimolare la filiera produttiva nazionale, dalla produzione alla trasformazione, creando nuove opportunità di lavoro e rafforzando la leadership industriale del Paese nel settore.
Infine, la realizzazione e manutenzione di impianti eolici offshore richiede specifiche infrastrutture portuali e navi di supporto. Ecco perché questo investimento può dare una spinta anche al settore della cantieristica navale italiano. Il sistema portuale nazionale, che include 58 porti principali, si troverà al centro di una rete logistica essenziale per il sostegno di questa nuova industria.
In generale, l’impatto sull’economia previsto è molto positivo: l’eolico galleggiante potrebbe generare un valore aggiunto tra il 2030 e il 2050 pari a 57 miliardi di euro.
I limiti
Nonostante le grandi potenzialità dell'eolico offshore galleggiante, l'Italia deve affrontare diverse sfide per sfruttare appieno questo sistema.
Una delle sfide più grandi riguarda la pianificazione strategica dello spazio marittimo, che è essenziale per bilanciare i diversi usi del mare. Attualmente, l'Italia ha bisogno di identificare aree nei mari di Sicilia, Sardegna e Puglia che siano sufficientemente ampie e numerose per avviare lo sviluppo desiderato di 20 GW entro il 2050 (oltre all’area già designata).
Inoltre, i tempi di approvazione e sviluppo per i parchi eolici offshore sono notoriamente lunghi, complicati dalle necessità organizzative che spaziano dalla filiera alla logistica del sito costruttivo. Questo ritarda significativamente la realizzazione di tali progetti rispetto ad altre fonti di energia.
La questione dei costi è un altro ostacolo importante: la diffusione dell'eolico offshore galleggiante è frenata dagli elevati costi iniziali (CAPEX) e di gestione (OPEX). Per superare questo limite, sarebbe necessario un sistema di incentivi economici più robusto e strutturato.
Immagine di copertina: ELG21, Pixabay
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