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Un recente rapporto di Greenpeace ha evidenziato la presenza di PFAS nelle acque di oltre 70 Comuni. Qual è la situazione e a chi spetta risolverla?
In Piemonte, 125mila persone potrebbero aver bevuto acqua contaminata da PFOA, una molecola appartenente al gruppo dei PFAS: a rivelarlo è il recente report di Greenpeace, che ha evidenziato come questa sostanza sia stata rilevata nelle acque di oltre 70 Comuni, compreso Torino, della città metropolitana.
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Clicca quiPFAS: cosa sono e cosa comportano
Le sostanze perfluoroalchiliche, note con l'acronimo PFAS, sono state sviluppate per la prima volta negli anni Quaranta come composti chimici di sintesi. Attualmente, esistono più di 4.000 tipi di PFAS, ampiamente impiegate nel settore industriale. Questi composti sono caratterizzati da una notevole resistenza ai comuni processi di degradazione naturale, attribuibile alla robustezza dei legami tra gli atomi di fluoro e carbonio.
Entrando nel ciclo alimentare, l'EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha rilevato che possono provocare un incremento dei livelli di colesterolo negli esseri umani, mentre altre ricerche hanno evidenziato alterazioni a carico del fegato e della tiroide, nonché del sistema immunitario e riproduttivo, e hanno individuato legami con alcuni tipi di tumore.
La situazione in Piemonte
Se questa notizia, purtroppo, non è nuova (ad Alessandria si trova la Solvey Specialty Polymers, uno dei principali produttori di PFAS in UE e unico in Italia), le rilevazioni non delineano un quadro positivo nemmeno per l’area torinese: dai dati riguardanti la rete idrica di 291 Comuni della città metropolitana di Torino è emersa la presenza di PFAS in 77 di questi (26,5% del totale).
Contaminazione da PFAS in altre regioni d’Italia
In Lombardia, i rilevamenti eseguiti da Greenpeace nel 2023 hanno fatto emergere un quadro preoccupante, con presenza di PFAS in praticamente tutti i fiumi del territorio. Oltre a Milano, anche altre località nelle province di Lodi, Bergamo, Como e Varese devono fare i conti con concentrazioni di PFAS che superano i limiti consentiti dall’UE.
Greenpeace, serve un intervento deciso
“Le sostanze perfluoroalchiliche (Pfas), nell’acqua degli
acquedotti piemontesi, risultano a livelli fortemente inferiori ai limiti
previsti dalla legge. Pertanto l’acqua analizzata rispetta i parametri di
potabilità e non si ipotizzano rischi immediati per la salute. Difficilmente
saranno introdotti obblighi di controllo aggiuntivi sulle acque”. Questa la
comunicazione- riportata
sul sito del Consiglio Regionale del Piemonte- che l’assessore alla Sanità
Luigi Icardi ha riportato in aula in merito alla questione, in risposta alle
interrogazioni dei consiglieri Giorgio Bertola (Europa
Verde), Sean Sacco (M5s) e Francesca Frediani (M4o). I tre
consiglieri hanno segnalato che già cinque Paesi membri (Danimarca,
Germania, Norvegia, Paesi Bassi e Svezia) hanno presentato all'Agenzia Ue per
le sostanze chimiche (Echa), una proposta per vietare i Pfas in tutta l’Unione
Europea a partire dal 2026.
Immagine di copertina: Pixabay, Pexels
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