Violenza economica: conoscerla per contrastarla
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Violenza economica: conoscerla per contrastarla

La violenza economica è una forma di violenza subdola, poco conosciuta e spesso sottovalutata. Che cos’è e com’è possibile contrastarla? La guida di ABI e FEduF.

 

Cosa è la violenza economica? Come si manifesta? Come è possibile prevenirla e come contrastarla? Per rispondere a questi interrogativi è nata la Guida contro la violenza economica, realizzata da ABI (Associazione Bancaria Italiana) e la Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio (FEduF), in raccordo con il Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in partnership con le banche e le Associazioni dei consumatori.

Il vademecum approfondisce i principali aspetti che riguardano questa forma di violenza-rivolta principalmente contro le donne- da un lato per supportare chi la subisce; dall’altro, per creare consapevolezza, aiutando i cittadini a riconoscere e comprendere il fenomeno. 

L’iniziativa rientra nell’ambito del Protocollo d’intesa sottoscritto da ABI e FEduF con il Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne, in coerenza con l’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile e parità di genere promossi dall’Agenda 2030 dell’Onu.


Cos’è la violenza economica di genere 

La violenza economica di genere consiste in un meccanismo di controllo del comportamento delle donne attraverso l’uso e la distribuzione del denaro. A tutti gli effetti, si tratta di una negazione dell’indipendenza economica tramite l’esclusione dal lavoro o il divieto di utilizzare le proprie risorse secondo la propria volontà, mirata a imporre un controllo indiretto- ma inevitabilmente determinante- sulla donna.

Fenomeno per lo più sommerso e poco indagato, è diffuso, in particolare, all’interno della sfera familiare e di coppia, dove l’uomo è, per cultura, autorizzato a detenere il controllo economico.


I dati sulla violenza economica

Non molto conosciuta e per certi versi ancora culturalmente accettata, la violenza economica è diffusa in qualunque tipologia di coppie, in maniera trasversale a tutte le fasce di reddito.

Secondo una recente ricerca Ipsos, la violenza economica è considerata “molto grave” solo dal 59% di cittadini e cittadine, ma circa il 49% delle donne ha dichiarato di essere stata vittima di violenza economica, con un picco del 67% tra separate o divorziate, di cui il 28% ha subìto decisioni finanziarie prese dal partner senza un coinvolgimento preventivo.

Esistono varie forme di violenza economica. Il 91% ritiene preoccupante l’imposizione di privazioni economiche da parte dell’uomo verso la partner, cosa che viene considerata anche la più grave forma di violenza economica dal 31% delle persone. Segue l’accumulo di debiti da parte dell’uomo a nome della donna (24%), il sabotaggio lavorativo (17%), il controllo delle finanze (11%) e in ultimo il rifiuto dell’uomo di contribuire alle spese comuni in famiglia (6%).


Maggiori tutele sociali per abbattere la violenza economica

Secondo il 49% dei cittadini, le donne sono più spesso vittime di violenza economica perché hanno un minor accesso degli uomini al mercato del lavoro. Una possibile soluzione viene individuata dal 52% delle persone nel riconoscere alla donna la cura della casa e dei figli come un lavoro a tutti gli effetti, ricevendo legalmente parte delle entrate. Allo stesso tempo, per il 42% delle persone interpellate non c’è nulla di particolarmente negativo se in una coppia l’uomo dà un budget mensile alla donna che non lavora.

Rispetto alla violenza economica diretta, doversi giustificare verbalmente con il proprio partner per come si sono spesi i soldi è la dinamica più citata (15%), mentre una donna su dieci (11%) si è vista negata la possibilità di lavorare.


Le soluzioni

La Guida contiene alcuni suggerimenti, volti a prevenire e a contrastare la violenza economica di genere. Il primo passo sta nell’informarsi, così da costruirsi una cultura finanziaria di base, che può trovare sostegno in una serie di strumenti- finanziari e non solo- indicati all’interno del vademecum. Da non sottovalutare, accanto al supporto di esperti, è la costruzione di relazioni all’esterno dell’ambito familiare, che può offrire aiuto e confronto in caso di necessità.

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