Dichiarazione per le comunità Lgbtiq+: l’Italia non firma
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Dichiarazione per le comunità Lgbtiq+: l’Italia non firma

L'Italia ha deciso, affiancata da altri 8 paesi UE, di non firmare la dichiarazione per la promozione di politiche europee a favore delle comunità Lgbtiq+.

 

Il testo presentato dalla presidenza belga ai 27 Paesi membri dell'Ue, arrivava preparata in occasione della Giornata Mondiale contro l'Omofobia, la Transfobia e la Bifobia. Nonostante l'Italia, lo scorso 7 maggio, avesse aderito alla dichiarazione contro l'Omofobia, Transfobia, Bifobia del Servizio di Azione Esterna Ue e dei 27, con cui i grandi paesi europei, "si impegnano ad attuare strategie nazionali per le persone lgbtiq+", oltreché a sostenere la nomina di un nuovo commissario per l'uguaglianza in vista della prossima commissione, ha deciso fermamente di non firmarlo

Secondo alcune fonti del Ministero della famiglia, con a capo Eugenia Roccella, parlano di una decisione presa giorni fa. A determinare la scelta sembra si stato il fato che la dichiarazione "era in realtà sbilanciata sull'identità di genere, quindi fondamentalmente il contenuto della legge Zan" e la stessa ministra Roccella ha sostenuto che: "la sinistra usa l'omofobia per nascondere il suo vero obiettivo, il gender". Differente la posizione del Ministro degli esteri e vicepremier Antonio Tajani che poco prima della notizia del voto contrario dell'Italia, aveva garantito che "i diritti sono inviolabili". Dal Quirinale, è giunto l'invito alle istituzioni, affinché si impegnino "per una società inclusiva e rispettosa delle identità'" e poco dopo, è arrivato il messaggio della premier. Per Giorgia Meloni "il governo è, e sarà, sempre in prima linea" nel contrasto a "discriminazioni e violenze inaccettabili".

Le reazioni delle opposizioni sono state dure, a partire dal partito democratico. "che rabbia e che vergogna questo governo che decide di non firmare, - dichiara la segretaria Elly Schlein - non è accettabile". La leader ricorda la firma arrivata dallo stesso esecutivo l'anno scorso e affonda: "quest'anno non lo fa per fare campagna sulla pelle delle persone discriminate". Netto il leader M5S Giuseppe Conte: "l'Italia ha deciso di inseguire il modello culturale orbaniano, questa è la posizione reazionaria di chi ci governa". Posizione simile espressa da Riccardo Magi di +Europa: "Meloni schiaccia il nostro paese tra i piccoli staterelli omofobi". Per Ivan Scalfarotto, responsabile esteri di Italia Viva, si tratta di una "scelta scellerata". "Decisione inaccettabile" anche per Avs. Da Azione, la deputata Daniela Ruffino parla di una "brutta pagina". E lo stesso Alessandro Zan, la cui legge viene richiamata dalle fonti del Ministero, parla di una destra "vigliacca", che nell'ottobre 2021 "ha esultato in senato come allo stadio per aver affossato il ddl Zan": "Ora vuole continuare a violare i diritti delle persone lgbtquia+". Definisce quindi "ipocrita" il post comparso sul canale ufficiale del ministero dell'istruzione in ricordo della giornata: "una pennellata di rainbow-washing dietro cui c'è tutta l'omotransfobia dilagante nelle istituzioni".



Immagine di copertina: Tanushree Rao, Unsplash

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