City making e partecipazione attiva: come ripensare le città
Sostenibilità

City making e partecipazione attiva: come ripensare le città

Ripensare le città pianificando interventi mirati e sostenibili, e investendo nella costruzione del consenso: intervista a Davide Agazzi, co-fondatore di FROM.

Coinvolgimento e partecipazione attiva in materia di city making. Conosciamo la posta in gioco in termini di maggiore vivibilità e sostenibilità degli spazi urbani, ma come è opportuno muoversi per superare gli ostacoli e massimizzare i risultati? Ne abbiamo parlato con Davide Agazzi, co-fondatore e partner di FROM - Moltiplichiamo Valore Pubblico.

Ripensare le nostre città, in modo che diventino facilitatrici di benessere, socialità e supporto a un'economia locale il più possibile sostenibile. Da dove partire? 

Bisogna partire dalla qualità della vita e quindi da quegli elementi che sotto forma di spazi e servizi ti aiutano a vivere meglio e cioè rendono più facile la generazione di socialità e lo svolgimento dell'attività lavorativa. Per quanto riguarda la sostenibilità, è molto importante lavorare su servizi pubblici, in particolare la mobilità, i rifiuti e gli spazi verdi. 

Il vero nodo da affrontare, quando si parla di benessere e sostenibilità, è come estendere le qualità che le grandi città stanno sviluppando oltre i confini amministrativi dei Comuni capoluogo.  Il tema grosso è relativo a come entrano ed escono le merci e le persone. Si ritorna, quindi, alla necessità di estendere infrastrutture collettive, soprattutto legate alla mobilità. E i servizi. Altro ambito di lavoro è relativo agli incentivi a forme di produzione e consumo il più possibile localizzate, favorendo riciclo e riuso dei materiali.


Quali sono i maggiori ostacoli con cui si deve misurare un'amministrazione che voglia investire per rendere la città sostenibile e a misura d'uomo?

I maggiori ostacoli sono due:
  • la disponibilità di risorse finanziarie per effettuare gli investimenti necessari, perché le città fanno fatica a programmare investimenti in maniera autonoma e manca una vera strategia nazionale a supporto delle innovazioni urbane;
  • la capacità di generare consenso attorno alle scelte radicali di cui abbiamo bisogno. Mi riferisco, in particolare, al consenso attorno a quelle misure che richiedono il cambiamento dei comportamenti quotidiani, delle persone.

Le cose da fare sono abbastanza e sono ormai sufficientemente chiare a tutti in termini di priorità in agenda. Il problema è riuscire a farle quanto più velocemente possibile, senza che siano controproducenti. Il consenso è lento da creare, mentre se introduco dei limiti ai comportamenti della popolazione, anche a fin di bene, una fetta della popolazione percepisce da subito un certo grado di sofferenza su alcuni temi. Sanzioni e divieti vanno maneggiate con molta cura.


Esistono strumenti per superare tali ostacoli e quali sono i principali? 

Rispetto a questi aspetti, alcuni piani europei hanno generato una buona continuità. Mi vengono in mente l’EUI (European Urban Initiative) ma anche Cento Città per la Neutralità Climatica entro il 2030. Quest’ultimo progetto coinvolge anche parecchie italiane, quali Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino. In entrambi i casi, si incentivano città che perseguono delle missioni trasformative e investono nella creazione di alleanze locali. L’idea va nella giusta direzione, ma l’investimento andrebbe quantomeno centuplicato per avere un impatto.

Invece, per quanto riguarda il consenso, bisogna investire in forme aperte e partecipate di confronto pubblico rispetto alla definizione e al racconto di alcuni piani e di progetti di trasformazione. Che è un po' quello che facciamo in From.


Puoi riportarci esempi virtuosi, in Italia o in Europa, in cui la fruibilità delle città è realmente cambiata in meglio, con benefici misurabili per i cittadini?

Parigi e Londra, a livello europeo, per la dimensione delle politiche climatiche, per lo sforzo sulla mobilità e sulla restituzione di aree verdi alla città.

Bologna è un esempio di città italiana che ha realizzato notevoli progressi verso la sostenibilità e la fruibilità urbana, per esempio con il progetto "Città 30", che limita la velocità a 30 km/h in molte aree urbane. Questa iniziativa mira a migliorare la sicurezza stradale, ridurre l'inquinamento acustico e incentivare l'uso di biciclette e mezzi pubblici. La città ha anche aumentato le aree pedonali e le zone a traffico limitato (ZTL), riducendo il traffico veicolare e le emissioni di inquinanti.

Per una visione più allargata, vi invito a guardare alle amministrazioni che abbiamo premiato insieme a WILL con il Premio “Future4Cities”. Uno spaccato delle amministrazioni pubbliche che funzionano, di cui siamo molto orgogliosi.


Settore immobiliare e impatto sociale: ci racconti della partnership con Assoimmobiliare e le motivazioni alla base?

Tutti i settori si stanno provando a elevare le proprie performance ambientali e sociali. Il settore immobiliare ha fatto grandi passi in avanti rispetto alle performance ambientali negli ultimi anni, e il mercato riconosce ormai un premio per gli immobili che sono sostenibili. Non vale lo stesso, però, per la dimensione dei buoni comportamenti sul fronte sociale- la S di ESG- anche perché non sono altrettanto codificate le cose da fare. 

Per questo motivo, abbiamo iniziato un lavoro lungo più di un anno, che ha coinvolto oltre 50 tra i soci di Confindustria Assoimmobiliare ed esperti di settore, per provare a fare un po’ di chiarezza e identificare quali sono gli ambiti di generazione di valore sociale e gli indicatori per misurarlo. Gli indicatori proposti sono una base di partenza per rendicontare in modo condiviso le performance sociali del settore, recependo le più recenti indicazioni contenute nella Corporate Sustainability Reporting Directive della Commissione Europea. 

Il principale valore di questo lavoro, però, è un altro: condividere priorità e variabili di azione chiave per stimolare gli operatori di settore a definire migliori strategie di generazione di valore sociale, moltiplicando gli impatti degli investimenti promossi nei territori. Per approfondire, trovate tutti i materiali relativi a questo percorso di ricerca ed elaborazione sul sito di Confindustria Assoimmobiliare.



Immagine di copertina: Prasad Panchakshari, Unsplash

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