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Engie parla di ‘transizione efficiente’ al 2030: efficienza energetica e rinnovabili come opportunità per il paese.
Si è svolto l’8 maggio a Roma l’evento “La Transizione Efficiente: nuove soluzioni per l’energia del futuro” dove è stato diffuso lo studio realizzato da ENGIE in collaborazione con il gruppo di ricerca Energy & Strategy del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano “Roadmap to 2030: Scenari e indicazioni di policy alla luce dei nuovi target di decarbonizzazione”.
Ha visto riunite istituzioni, aziende e pubbliche amministrazioni per analizzare gli aspetti tecnici, economici e normativi necessari a raggiungere i target di decarbonizzazione al 2030. All’evento hanno partecipato, tra gli altri, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di ARERA, Stefano Besseghini, e il presidente del GSE, Paolo Arrigoni.
L’analisi evidenzia come l’attuale scenario non consentirebbe di raggiungere i target di decarbonizzazione previsti dal PNIEC e identifica nell’efficienza energetica una leva fondamentale per i percorsi di decarbonizzazione. Evidenzia, inoltre, come la necessità di azioni normative abilitanti per raggiungere gli obiettivi al 2030 sia alla base dei processi futuri.
La Pubblica Amministrazione e le imprese devono collaborare e assumere un ruolo chiave. Il Paese ha bisogno che venga efficientato il patrimonio pubblico, potenziato lo sviluppo delle reti di teleriscaldamento. Bisogna poi agire per accelerare su biometano e rinnovabili per autoconsumo tramite strumenti normativi in grado di attrarre investimenti privati.
“La transizione energetica è responsabilità collettiva. Non è un percorso facile ma è una sfida necessaria. Il nostro compito è fare di tutto per renderla un’opportunità. Per noi di ENGIE è un impegno quotidiano che sentiamo verso le future generazioni”, ha affermato Monica Iacono, CEO di ENGIE Italia. “La fotografia scattata dallo studio realizzato con il Politecnico di Milano ci dice chiaramente che è necessario accelerare e che i costi dello scenario inerziale sono superiori agli investimenti necessari per raggiungere i target previsti. Il nostro auspicio è quello di offrire, attraverso questa analisi, un contributo utile alle decisioni e alle soluzioni che istituzioni, pubbliche amministrazioni e imprese sono chiamate ad adottare perché siamo convinti che la transizione sia anche un’opportunità di crescita per il Paese”.
L’analisi parte dall’attuale contesto emissivo italiano. Nel 2022, l’Italia ha ridotto di circa il 30% le sue emissioni rispetto al 2005. L’attuale trend di mercato e normativo, compresi quelli relativi al superbonus, prevede tuttavia una riduzione di -46 MtCO2 dal 2022 al 2030 si prevede. Risulta quindi inferiore ai target europei che impongono una riduzione di -137 MtCO2.
Lo studio, quindi, evidenzia che, rispetto all’attuale scenario inerziale al 2030, non è possibile raggiungere né gli obiettivi europei né i target nazionali di riduzione delle emissioni già promossi all’interno del PNIEC. Un’accelerazione in questa direzione che moltiplichi gli sforzi è fondamentale. Il maggiore contributo per affrontare le sfide europee può derivare da due pilastri strategici: l’incremento delle soluzioni di efficienza energetica e delle fonti energetiche rinnovabili.
“Servono più strumenti: sistemi di detrazione fiscale, meccanismi incentivanti come i certificati bianchi per l'industria, stimolare l’innovazione e la digitalizzazione delle reti. Ci stiamo impegnando a predisporre un quadro normativo che supporti una visione di lungo-periodo. Dove le risorse siano tra loro coordinate e razionalizzate, valutando possibili sinergie tra i diversi strumenti disponibili”, ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin. “Dobbiamo accompagnare e agevolare la trasformazione del nostro sistema produttivo, in equilibrio con la decarbonizzazione. La chiave è intervenire con determinazione per avere in casa competenze e tecnologie che saranno al centro della trasformazione del sistema industriale in modalità green. Lavoriamo per favorire lo sviluppo, creando un contesto favorevole alle imprese”.
Per quanto riguarda le tecnologie utili all’efficienza energetica e alla decarbonizzazione (come fotovoltaico, solare termico, pompe di calore, storage e idrogeno), l’analisi mostra una filiera ancora poco sviluppata: nel 2021 il 100% dei target risultava ancora da coprire. Gli sforzi per semplificare i processi autorizzativi e accelerare la messa a terra degli investimenti da parte degli operatori vanno amplificati. Un focus sui settori residenziale e industriale evidenzia la necessità di un investimento di ulteriori 60 miliardi per raggiungere almeno gli obiettivi PNIEC.
Il supporto alla decarbonizzazione ed efficienza nel settore residenziale potrebbe arrivare dal teleriscaldamento. Ad oggi la diffusione della tecnologia raggiunge i 9,7 TWh all’anno, ma ha un potenziale di sviluppo di 4 volte superiore. Al 2030 si può produrre 38 TWh utile ad efficientare quasi il 10% della domanda termica residenziale, con investimenti annui fra 7 e 10 miliardi di euro. È però necessario attrarre investimenti e prevedere un quadro di policy organico che tenga allo stesso tempo conto di norme ed incentivi.
Dallo studio emerge, in conclusione, che l’Italia può essere il laboratorio della decarbonizzazione, ma attualmente si registra un ritardo rispetto alla traiettoria di decarbonizzazione europea che istituzioni, di concerto con gli operatori del settore, possono provvedere a colmare puntando sulle appropriate leve strategiche.
Immagine di copertina: Sarah Dorweiler
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