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Il movimento Salva il Suolo spiega perché la Giornata della Terra dovrebbe concentrarsi sulla salute del suolo come soluzione alla crisi climatica.
Il suolo può essere la chiave di volta nella lotta al surriscaldamento globale, a patto che sia in salute.
In risposta ai risultati del servizio Copernicus sui cambiamenti climatici dell'UE (che riporta come il mondo stia già sfondando il limite di 1,5°C di surriscaldamento), il movimento globale Salva il Suolo chiede un cambiamento decisivo nell'atteggiamento del mondo verso la salute del suolo. In particolare, ritiene che l’edizione 2024 della Giornata della Terra si dovrebbe concentrare sulla promozione della salute del suolo come soluzione al surriscaldamento globale.
“Il linguaggio associato alla salute del suolo dovrebbe allontanarsi dall'espressione adattamento” sostiene l’organizzazione. “Dovremmo invece trattare il suolo come uno strumento di mitigazione dei cambiamenti climatici, consentendo l'accesso a finanziamenti significativamente più elevati”.
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Fondi per la mitigazione 10 volte più cospicui dei fondi per l’adattamento
Non si tratta solo di una questione di percezione e semantica, bensì di una questione fondamentale di investimenti. La disparità nel rapporto di allocazione dei fondi tra adattamento e mitigazione è enorme - circa 1:10 (46 miliardi di dollari - 571 miliardi di dollari nel 2019-2020).
Per fare adeguatamente la sua parte- afferma il movimento Salva il Suolo- il suolo ha “un disperato bisogno di accedere ai fondi per la mitigazione del clima”, anziché ai “soli” fondi per l'adattamento al clima.
Praveena Sridhar, CTO del movimento Salva il Suolo, sostenuto dall'UNEP, dall'UNCCD e dal PAM, ha affermato: "Un suolo sano è in grado di diventare un fantastico strumento di confinamento nella lotta contro il cambiamento climatico; dobbiamo cambiare la nostra strategia di investimento, a livello globale, per riflettere questo dato. Così facendo, possiamo darci una possibilità di combattere per evitare che il riscaldamento raggiunga i 2°C”.
Investire sull’agricoltura rigenerativa
I sistemi alimentari sono responsabili di un terzo delle emissioni globali di gas serra. Una transizione globale verso un' agricoltura rigenerativa attenuerebbe non solo l'impatto dei gas serra, ma potrebbe anche sequestrare circa il 27% delle emissioni necessarie per mantenere il riscaldamento della temperatura globale al di sotto dei 2 gradi. Con l'agricoltura rigenerativa, i terreni che attualmente emettono carbonio potrebbero, al contempo, diventare spugne di carbonio, rendendo i terreni agricoli non soltanto neutri, ma addirittura negativi dal punto di vista del carbonio.
Per passare alle pratiche di rigenerazione (colture di copertura, rotazione delle colture, pratiche no-till), gli agricoltori hanno bisogno di sostegno finanziario.
Parlando con Salva il Suolo alla COP28, Hunter Lovins, Presidente e Fondatore di Natural Capitalism Solutions, ha dichiarato: "Non è un problema di "mancanza di fondi" - il trucco è far uscire i soldi dal sistema finanziario per destinarli agli agricoltori - quando si fa questo, tra l'altro, si costruisce anche una capacità politica".
"È giunto il momento di riconoscere che occupandoci del suolo, il più grande ecosistema vivente del mondo e prendendocene cura” ha aggiunto nella stessa occasione Rosa Maria Poch, presidente del Gruppo tecnico intergovernativo sui suoli ha inoltre aggiunto. “potremmo trovare le risposte che abbiamo sempre cercato".
Immagine di copertina: Glen Carrie, Unsplash
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4 Novembre 2024Iscriviti alla nostra Newsletter!
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