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In Italia, nonostante una disponibilità nominale di acqua relativamente alta, esiste già una crisi idrica.
L'acqua è una risorsa fondamentale per la vita, la salute
e lo sviluppo economico, e l'Italia, nonostante indicatori di nuovo
complessivamente positivi, si trova di fronte ad una crisi idrica che richiede
interventi immediati. Il recente rapporto di Confindustria “Dall'emergenza all'efficienza idrica” lo
conferma. Anche gli industriali hanno analizzato il problema e proposto le loro
soluzioni.
Sfide mondiali e nazionali
Il problema dell'acqua oggi non è solo italiano, ma globale. In base all'Agenda Onu 2030, l'accesso all'acqua potabile è uno degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) essenziale per garantire un futuro di vita per tutti. I numeri, però, parlano chiaro: nel 2020, circa 2 miliardi di persone nel mondo non hanno avuto accesso all'acqua potabile e ai servizi igienici di base, un problema destinato a peggiorare nei prossimi anni con l’aumento della siccità.
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Clicca quiLa crisi idrica italiana
In Italia, nonostante una disponibilità di acqua relativamente alta, c’è una crisi idrica in corso. La distribuzione non uguale delle risorse idriche su tutto il territorio, con la maggior parte di acqua concentrata a Nord e una forte dipendenza dalle risorse sotterranee, rischia di creare altre disuguaglianze tra le regioni italiane.
Cambiamenti climatici e impatti
I cambiamenti climatici stanno aggravando la situazione attuale, spiega il rapporto di Confindustria. La frequenza e l'intensità degli eventi climatici estremi, come siccità (oggi in Sicilia) e alluvioni (nel 2023 in Emilia-Romagna), stanno aumentando, mettendo a dura prova le risorse idriche e le infrastrutture di gestione dell'acqua. Lunghi periodi di siccità possono distruggere la vegetazione, degradare i terreni e ridurre la capacità di assorbimento dell'acqua. Mentre le alluvioni possono causare danni catastrofici in poche ore o giorni.
La gestione delle risorse idriche in Italia
La gestione delle risorse idriche nel nostro Paese resta particolarmente complessa e problematica. Il settore agricolo utilizza molta acqua, come del resto anche quello industriale. Reti idrica obsolete e letteralmente “bucate” contribuiscono a perdite d'acqua per oltre il 40%. Ad oggi, si legge nel report di Confindustria, gli investimenti nel settore idrico sono stati storicamente bassi, eppure ci sarebbero disponibili oltre 13 miliardi di fondi dal PNRR da utilizzare.
Come arrivare all’efficienza idrica secondo Confindustria
Pubblicando il proprio rapporto, Confindustria ha proposto diverse soluzioni per ottenere efficienza idrica in Italia. Serve rendere più efficiente il processo di irrigazione agricola su scala nazionale, adattando le modalità di approvvigionamento idrico alle specifiche esigenze delle colture. Confindustria propone la creazione di reti di distribuzione dedicate nelle aree industriali, incoraggiando le stesse imprese a utilizzare le acque depurate o recuperate mediante tecnologie di riutilizzo. Il riutilizzo delle acque reflue ha un grande potenziale, stimato intorno al 23%, fermo attualmente solo al 4%.
Come aumentare l’acqua
Per aumentare la disponibilità idrica e ridurre le perdite, il rapporto di Confindustria suggerisce di concentrarsi sull'incremento della capacità di raccolta delle acque piovane, fermo all'11%. Questo richiederebbe naturalmente investimenti sulle infrastrutture esistenti, come invasi e dighe, insieme a interventi mirati sulla manutenzione e ricarica delle falde sotterranee. Un aspetto da non dimenticare, ricordano gli industriali, riguarda il quadro normativo, che dovrebbe essere basato sul principio di fit-for-use, valorizzando tutti i possibili utilizzi delle acque trattate e tenendo conto del cambiamento climatico.
Una mappatura delle infrastrutture
Per passare dall’inefficienza all’efficienza idrica in Italia, è essenziale per Confindustria avere una mappatura accurata delle infrastrutture disponibili e degli investimenti necessari. Passaggio accompagnato da un'adeguata quantificazione dei consumi e una rendicontazione dettagliata per capire le esigenze reali. Infine, per favorire investimenti e nuovi modelli di governance nel settore idrico, è necessario creare un quadro adeguato e incentivare l'adozione di tecnologie innovative.
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