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Durante l'ultimo summit mondiale della finanza etica, è stato presentato il rapporto "Finanza di pace. Finanza di guerra”.
Nel contesto della finanza sostenibile, le banche etiche stanno inviando un segnale chiaro al mondo finanziario, ribadendo la necessità di mettere fine agli investimenti nelle guerre. Durante l'ultimo summit mondiale della finanza etica, è stato presentato il rapporto "Finanza di pace. Finanza di guerra", che ha evidenziato un flusso di oltre 959 miliardi di dollari destinati dalle istituzioni finanziarie per supportare la produzione e il commercio di armi.
Commissionato da Fondazione Finanza Etica e Global Alliance for Banking on Values (GABV), il rapporto sottolinea come quasi la metà di questi investimenti proviene dagli Stati Uniti, con altri 79 miliardi di dollari da parte dei primi 10 investitori europei. Un dato preoccupante è che le maggiori banche europee hanno versato 87,72 miliardi di euro in aziende produttrici di armi. In un anno in cui la spesa globale per la difesa ha raggiunto i 2,2 trilioni di dollari, con un incremento del 9%, le guerre in Ucraina e Palestina hanno ulteriormente gonfiato il valore delle azioni delle imprese produttrici di armi, alimentando una corsa agli armamenti senza precedenti.
La decisione delle banche etiche
Il rapporto ha evidenziato come numerose banche etiche, in contrasto con le pratiche delle banche tradizionali, hanno scelto di astenersi dal finanziare la produzione o il commercio di armi. Questi enti puntano a orientare la finanza verso un cambiamento positivo per le persone e per il pianeta, escludendo le armi dalle operazioni di prestito e dagli investimenti. Una scelta, che, oltre a dimostrare un impegno etico, ha un impatto tangibile perché ha sensibilizzato l'opinione pubblica sulle conseguenze degli investimenti nelle armi. Ha inoltre complicato l'accesso ai capitali alle aziende produttrici di armi.
Il manifesto per una finanza di pace
Le banche etiche hanno presentato il "Manifesto per una finanza di pace", condannando ogni forma di conflitto e chiedendo alle banche tradizionali di stoppare il finanziamento alla produzione e al commercio di armi. Oggi, sarebbe giunto il momento di trarre vantaggio dalla pace, non dalla guerra.
Un esempio è Banca
Etica, prima e ancora unica banca italiana dedicata alla finanza etica, che in
25 anni ha raccolto oltre 2,4 miliardi di euro di risparmio da parte di
cittadini e organizzazioni, finanziando progetti per il benessere collettivo.
Banca Etica ha stretto una partnership con GABV, una sorta di Patto Globale
per la Finanza Etica. Global Alliance for Banking on Values (GABV)
rappresenta una rete di oltre 70 banche indipendenti in 45 paesi e si impegna
attivamente a cambiare il sistema bancario in modo trasparente e al servizio
dell'economia reale. Banca Etica e GABV vogliono sostenere attivamente
l'appello di tutte le banche etiche per una finanza di pace.
Immagine di copertina: Maria Oswalt, Unsplash
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