Riaggiustare il “Clima ingiusto” verso poveri, donne e anziani
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Riaggiustare il “Clima ingiusto” verso poveri, donne e anziani

Rapporto FAO: la crisi climatica colpisce sproporzionatamente i redditi delle donne rurali, delle fasce povere e degli anziani. Quali soluzioni?

La crisi climatica si accanisce lì dove esiste vulnerabilità o divario. Il report FAO Unjust Climate: Measuring the impacts of climate change on rural poor, women and youth - presentato lo scorso 5 marzo - dimostra come i fattori di stress climatico amplino il gap di reddito tra le popolazioni rurali in termini di classe, genere ed età. Ma la marcia verso la sostenibilità - quella reale, quella basata su un approccio sistemico e lungimirante - prevede di non lasciare indietro nessuno, pena il fallimento su larga scala.


Il report

Combinando i dati socioeconomici di oltre 950 milioni di persone rurali in 24 Paesi a basso-medio reddito con oltre 70 anni di dati climatici, il rapporto evidenzia una prima, triste realtà: ogni anno nei Paesi a basso e medio reddito (LMIC), le donne capofamiglia nelle aree rurali subiscono perdite finanziarie significativamente maggiori rispetto agli uomini. 
 

Secondo i dati, tuttavia, gli impatti differiscono non solo in base al genere ma anche in base allo stato socioeconomico. Lo stress da calore, o la sovraesposizione alle alte temperature, esacerba la disparità di reddito tra le famiglie rurali classificate come povere, che subiscono una perdita maggiore del 5% rispetto ai loro vicini più agiati. Le temperature estreme, al contempo, peggiorano il lavoro minorile e aumentano il carico di lavoro non retribuito per le donne che vivono nelle famiglie povere.

I risultati chiave

  •  In un anno medio, le famiglie povere perdono il 4,4% del loro reddito totale a causa delle inondazioni, a differenza delle famiglie più abbienti.
  • L'aumento delle temperature accresce a dipendenza delle famiglie povere dall'agricoltura sensibile al clima rispetto a quella delle famiglie non povere. 
  • Le donne responsabili dei terreni sono capaci, tanto quanto gli uomini, di adottare pratiche agricole a prova di clima, ma spesso perdono più reddito e opportunità al di fuori dell'azienda agricola se esposte a eventi meteorologici estremi. 
  • In un anno medio, le famiglie guidate da giovani vedono il loro reddito totale aumentare del 3% a causa delle inondazioni e del 6% a causa dello stress da caldo, a differenza delle famiglie più anziane.
  • Le temperature estreme contribuisce all’aumento dell’orario di lavoro settimanale dei bambini di 49 minuti rispetto agli adulti di prima età, soprattutto nel settore non agricolo, rispecchiando da vicino l'aumento del carico di lavoro delle donne.


Come affrontare le sfide, la roadmap della FAO

Il rapporto suggerisce di affrontare queste sfide con interventi mirati, che consentano alle popolazioni rurali di impegnarsi in misure di adattamento al clima.

Attualmente, lo studio rileva che le popolazioni rurali e le loro vulnerabilità climatiche sono appena visibili nei piani climatici nazionali, nei contributi determinati a livello nazionale e nei piani nazionali di adattamento.

Dei 24 Paesi analizzati nel rapporto, solo il 6% delle 4.164 azioni climatiche proposte menziona le donne, il 2% menziona esplicitamente i giovani, meno dell’1% menziona i poveri e circa il 6% si riferisce agli agricoltori delle comunità rurali.
 

Allo stesso modo, del totale dei finanziamenti per il clima monitorati nel 2017 e nel 2018, solo il 7,5% è stato destinato all’adattamento ai cambiamenti climatici; meno del 3% all'agricoltura, alla silvicoltura e ad altri usi del territorio o ad altri investimenti legati all'agricoltura; solo l’1,7%, pari a circa 10 miliardi di dollari, ha raggiunto i piccoli produttori.

C’è, insomma, un ampio margine di miglioramento. Tra i numerosi punti salienti, il rapporto chiede ai decision maker di investire in politiche e programmiche affrontino le vulnerabilità climatiche multidimensionali delle popolazioni rurali e i loro vincoli specifici, compreso il loro accesso limitato alle risorse produttive.
 

Raccomanda inoltre di collegare i programmi di protezione sociale a servizi di consulenza che possano incoraggiare l’adattamento e compensare gli agricoltori per le perdite.

Una serie di azioni inclusive per il clima sono integrate nella Strategia e nel Piano d'azione della FAO sui cambiamenti climatici e nel Quadro strategico della FAO 2022-2031 , in cui la lotta all'impatto dei cambiamenti climatici è integrata negli sforzi per raggiungere una migliore produzione e nutrizione, un migliore stato ambientale e una vita dignitosa per tutti.


Allo stesso modo, la Roadmap globale della FAO per raggiungere l’SDG 2 senza superare la soglia di 1,5°C stabilisce che le disuguaglianze di genere, le azioni per il clima e la nutrizione devono essere simultanee, promuovendo l’inclusione per le donne, i giovani e le popolazioni indigene.


Focus: uguaglianza di genere

In evidente ritardo rispetto agli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, il rapporto sottolinea che, al momento, le politiche -agricole in primis- sono lontane dal cogliere l’opportunità di affrontare l’uguaglianza di genere, l’emancipazione delle donne e le vulnerabilità intersecate come il cambiamento climatico. 
 

Un’analisi delle politiche agricole di 68 paesi a basso e medio reddito condotta dalla FAO lo scorso anno ha mostrato, ad esempio, che circa l’80% delle politiche non prende in considerazione le donne e il cambiamento climatico.

Accanto a politiche di supporto finanziario mirate, “anche metodologie trasformative di genere che mettano direttamente in discussione le norme di genere discriminatorie potrebbero stemperare quelle forme ben radicate di discriminazione, che spesso impediscono alle donne di far sentire la propria voce nelle decisioni economiche capaci di influenzare la loro vita”. A partire dall’istruzione fin dalla tenera età, passando per il sostegno in contesti socio-familiari, fino alla messa in campo di politiche formative, di tutela e rafforzamento del ruolo della donna come persona, professionista e membro di una società auspicabilmente (più) evoluta.



Immagine di copertina: Annie Spratt, Unsplash

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