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Dalla campagna “Tax the rich” all’iniziativa “Proud to Pay, si propone l’introduzione di un'imposta sui più ricchi per finanziare la lotta alle disuguaglianze.
Dall’inizio della pandemia i cinque uomini più ricchi al mondo hanno più che raddoppiato le proprie fortune, mentre la ricchezza aggregata di quasi cinque miliardi delle persone più povere non ha mostrato segnali di crescita. Tra le dieci società più grandi al mondo, il cui valore in Borsa supera il prodotto interno lordo combinato di tutti i paesi dell’Africa e dell’America Latina, sette hanno un miliardario come amministratore delegato o come azionista di riferimento.
È dunque evidente che l’incremento dei patrimoni dei miliardari rispecchi le performance di forte crescita delle società che controllano. Lo scorso anno è stato, in particolare, il più redditizio di sempre per le corporation: complessivamente 148 tra le più grandi aziende al mondo hanno realizzato profitti per circa 1.800 miliardi di dollari tra giugno 2022 e giugno 2023, in aumento del 52,5% rispetto alla media del quadriennio 2018-2021. Più dell’80% dei profitti generati da 96 tra i più importanti colossi sono finiti agli azionisti sotto forma di dividendi o riacquisti delle azioni proprie. Questi dati, resi pubblici a gennaio da Oxfam in occasione del Forum di Davos nel suo rapporto annuale intitolato “Disuguaglianza: il potere al servizio di pochi”, confermano come il divario tra ricchi e poveri nel mondo si stia allargando sempre di più, con conseguenze sempre più nefaste per gran parte della popolazione mondiale.
Partita anche in Italia la campagna “Tax The Rich”
Per questa ragione, c’è grande attesa per l’esito della campagna “Tax The Rich”, lanciata per promuovere l’introduzione di un'imposta europea sui grandi patrimoni per finanziare interventi contro la crisi climatica e di lotta alla povertà e alle disuguaglianze sociali ed economiche.
La campagna fa leva sullo strumento giuridico della ICE, Iniziativa dei Cittadini Europei, in virtù del quale è possibile avanzare proposte per nuovi atti legislativi o modifiche ad atti giuridici europei, purché non di diritto primario, ovvero di norme contenute nei trattati dell’Unione, nel caso del raggiungimento del numero di firmatari richieste. In questo caso serviranno 1 milione di firme da almeno sette paesi per portare la proposta all’Europarlamento. In Italia, dove la campagna è stata lanciata lo scorso ottobre, sottolinea Oxfam, alla fine del 2022 l’1% più ricco della popolazione deteneva, sotto il profilo patrimoniale, una ricchezza 84 volte superiore a quella del 20% più povero. L’Italia occupa inoltre da tempo le ultime posizioni nell’Unione europea per il profilo meno egalitario della distribuzione dei redditi, anche di più negli ultimi anni alla luce dell’impennata dell’inflazione e della portata degli strumenti che hanno sostituito il reddito di cittadinanza.
“Proud to pay”: i miliardari scendono in campo
Intanto, l’idea di una forma di tassazione sui patrimoni dei più ricchi pare trovare un sostegno crescente tra i diretti interessati. Sempre in occasione del Forum di Davos, circa 260 miliardari e milionari hanno chiesto all’élite politica riunita nella cittadina svizzera di introdurre tasse patrimoniali “di modo che i super-ricchi possano contribuire a finanziare migliori servizi pubblici”, in uno scenario dove “la disuguaglianza ha raggiunto un punto critico e il suo costo per la nostra stabilità economica, sociale ed ecologica aumenta ogni giorno. In breve, abbiamo bisogno di agire adesso".
Nella lettera “Proud to pay” si legge: “La nostra richiesta è semplice: vi chiediamo di tassare noi, i più ricchi della società. Questo non modificherà radicalmente il nostro tenore di vita, né danneggerà la crescita economica delle nostre nazioni. Ma renderà la ricchezza privata estrema e improduttiva un investimento per il nostro futuro democratico comune”.
Tra i firmatari, provenienti da 17 paesi, figurano Abigail Disney, erede di Walt e attivista, Valerie Rockefeller, erede della celebre dinastia statunitense, Brian Cox, l’attore che ha interpretato il miliardario immaginario Logan Roy in “Succession”; l'attore e sceneggiatore Simon Pegg. A corredo della lettera sono stati pubblicati risultati di un sondaggio condotto da Survation per conto di Patriotic Millionaires, che ha coinvolto 2.300 persone titolari di patrimoni investibili (escluse le abitazioni) superiori al milione di dollari. Dai risultati emerge che il 74% è a favore di un aumento delle imposte sulla ricchezza per affrontare la crisi del caro-vita e migliorare i servizi pubblici; il 75% direbbe di sì all'introduzione di un'imposta patrimoniale del 2% sui miliardari; e il 58% sarebbe favorevole all'introduzione di un'imposta patrimoniale del 2% per le persone con più di 10 milioni di dollari.
Immagine di copertina: Tingey Injury Law Firm, Unsplash
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