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World Economic Forum: le aziende globali possono ridurre l’intensità della domanda di energia del 31% con profitti immediati e un risparmio di 2000 mld $ l’anno.
2mila miliardi di dollari l’anno risparmiati senza attendere il supporto di nuove tecnologie ed evitando la costruzione di 3.000 centrali elettriche aggiuntive. Questi i numeri cui si può ambire secondo il World Economic Forum e PwC se le aziende globali introducessero una serie di azioni volte a ridurre l’intensità della domanda energetica.
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Clicca qui“Trasformare la domanda di energia” grazie al risparmio e all’efficienza
“Ridurre l’intensità energetica – l’energia utilizzata per unità di prodotto interno lordo (PIL) – stimolerebbe la crescita consentendo di reindirizzare l’energia precedentemente sprecata o sovrautilizzata verso attività più produttive. Aiuterebbe inoltre le aziende a risparmiare denaro e a mantenere un vantaggio competitivo riducendo al contempo le emissioni”, si legge nel rapporto Transforming Energy Demand, sostenuto da oltre 120 CEO membri dell’International Business Council (Ibc) e presentato nei giorni scorsi.
Con l’aumento della popolazione globale e della domanda di energia, un’azione corale su larga scala possiede, secondo il WEF, un “potenziale straordinario”, capace di contenere i costi, sbloccare valore e ridurre l’intensità di carbonio.
In linea con il Goal 7 dell’Agenda 2030, “I decisori politici e i leader aziendali devono collaborare per accelerare una transizione energetica che crei risultati positivi per le persone, la società e il pianeta” ha affermato Olivier Schwab, Direttore Generale Direttore del Forum economico mondiale. “Il settore privato può svolgere un ruolo di primo piano in questa trasformazione, motivo per cui l'International Business Council ha deciso di concentrarsi sul consumo energetico delle proprie imprese con azioni pratiche che ciascuna organizzazione può intraprendere oggi sia individualmente che attraverso le proprie catene del valore".
Che cos’è l’intensità energetica, la spiegazione di ENEA
Ma cosa si intende per intensità energetica? “L’intensità energetica è adottata come misura proxy dell’efficienza energetica e può essere calcolata in riferimento al sistema economico o in riferimento ai singoli settori” ha spiegato a Nonsoloambiente il gruppo di lavoro del Dipartimento Unità per l’Efficienza Energetica dell’ENEA, che si occupa della stesura del Rapporto annuale sull’efficienza energetica.
“Nel complesso dell’economia l’intensità energetica primaria, data dal rapporto tra il consumo interno lordo di energia e il Prodotto Interno Lordo (PIL), misura la quantità di energia necessaria per produrre una unità di PIL. A livello di settore l’intensità energetica finale, data dal rapporto tra i consumi finali del settore e il relativo valore aggiunto, misura la quantità di energia finale necessaria per produrre una unità di valore aggiunto. L’indicatore è calcolato in tonnellate di petrolio equivalenti per milione di euro a valori concatenati all’anno base 2015”.
Dal WEF una roadmap concreta
Il documento, in discussione in questi giorni al Forum di Davos, presenta una vera e propria roadmap, con suggerimenti concreti anche per i settori di più difficile decarbonizzazione, come l’industria estrattivo-mineraria o chimica.
Tre i principi cardine (risparmio energetico, efficienza energetica, collaborazione nella catena di valore) che, declinati in specifiche azioni nell’ambito dei trasporti, degli edifici, dell’industria, sono in grado di fare la differenza in termini di intensità di domanda energetica.
Un approccio che - secondo il report - si rivela per le aziende “fattibile, conveniente e redditizio”, con il pregio connesso di guidare il cambiamento richiesto nel tasso di miglioramento dell'efficienza energetica stabilito alla Cop28.
Immagine di copertina: Federico Beccari, Unsplash
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