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Italiani e mobilità sostenibile. Quali sono state le tendenze nel 2023? Il 20° rapporto ISFORT offre un quadro dettagliato, con uno sguardo alle prospettive future.
È stato pubblicato il 20°rapporto sulla mobilità degli italiani, realizzato grazie al progetto dell’Osservatorio “Audimob – Stili e comportamenti di mobilità degli italiani”, grazie alla Fondazione Nazionale delle Comunicazioni. Redatto annualmente da Isfort, il Rapporto sulla mobilità degli italiani è suddiviso in tre sezioni principali. La prima, si concentra sulla domanda della mobilità, a partire dai dati dell’Osservatorio “Audimob” di Isfort. Le novità di quest’anno sono l’analisi retrospettiva dei due decenni di Osservatorio “Audimob” e la descrizione del modello previsivo della domanda – costruito da Isfort insieme ad FS Research Centre sul perno dei dati “Audimob” - e un’applicazione al 2030 basata sugli scenari di evoluzione demografica.
Questa sezione comprende inoltre un focus sui modelli di mobilità nelle aree metropolitane, dove si analizzano i principali risultati di una recente indagine sulle Città metropolitane svolta da Isfort per conto del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, integrati da indicatori Istat di mobilità relativi ai soli Capoluoghi metropolitani.
La seconda sezione, I focus settoriali, approfondisce i comparti principali del trasporto passeggeri. Nello specifico la mobilità privata motorizzata, la mobilità dolce e micromobilità, la mobilità collettiva e la sharing mobility.
L’ultima, Gli approfondimenti tematici, tratta la sicurezza stradale, il tema energetico e il monitoraggio degli interventi infrastrutturali collegati al PNRR, in linea con gli Obiettivi dell’Agenda 2030, tra cui il goal 11 che invita a costruire Città e Comunità sostenibili.
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Clicca quiCosa è successo nel 2023?
La stima “Audimob” mostra che nel primo semestre del 2023 il volume di spostamenti complessivi della popolazione 14-85 anni è stato pari a 96,5 milioni. Si è registrata, rispetto al 2022, una riduzione del -2,8% del numero di spostamenti.
Nel 2023 si è verificato quindi un assestamento dei flussi di domanda, ad un livello un po’ più basso rispetto alla soglia pre-Covid (-8,7% tra il 2019 e il primo semestre 2023; -6,4% tra il 2019 e il 2022). Le dinamiche variano leggermente se si guarda ai passeggeri*km, ma la tendenza rimane simile.
Inoltre, nel confronto con i dati del 2019 i flussi della rete Anas risultano inferiori ancora del -5%. Aumenta invece a ritmo sostenuto il numero dei passeggeri del trasporto ferroviario. Soprattutto nella media e lunga percorrenza (Alta Velocità e Intercity), a differenza del trasporto regionale che mostra ancora dati inferiori al livello pre-Covid.
SI registra un implemento del mercato elettrico, anche se ancora ben lontano dalle stime europee. Il problema rimane il costo elevato, meno incidente è il tema dell’autonomia delle batterie.
Tra gli intervistati, il 5,3% ha dichiarato che sta valutando l’acquisto già entro l’anno e il 33% entro i prossimi anni. Il dato risulta omogeneo a livello territoriale, ma la propensione è più alta tra gli intervistati del Mezzogiorno.
Domani
Il modello prevede un modulo specifico per l’aggiornamento delle variabili esogene degli scenari previsivi derivanti dalla tendenza in atto di modifica della struttura demografica, occupazionale e territoriale. Lo scopo è di quantificare e profilare la domanda di mobilità futura al variare degli scenari socioeconomici, nell’ipotesi di assetti alternativi di offerta infrastrutturale e di servizi.
Le previsioni sulla domanda di mobilità al 2030 derivanti dal modello “Audimob” evidenziano un calo medio contenuto intorno al 3% dei volumi di spostamenti in confronto al dato pre-Covid, ma a uno sguardo più attento si leggono marcate differenze regionali, con valori di decremento significativi limitatamente alle regioni del Sud e Isole.
Un fattore da tenere in considerazione nei prossimi anni sarà inoltre quello dello smart working, anche se le dinamiche analizzate suggeriscono che l’impatto del lavoro remoto sulla domanda di mobilità, soprattutto in termini di percorrenze, tende a ridursi. Da evidenziare anche che il modello di mobilità degli smart workers saltuari è più vicino a quello dei lavoratori in presenza che non a quello degli smart workers continuativi.
Immagine di copertina: Sam Poullain
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