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L’accordo raggiunto durante la Cop28 di Dubai ha registrato, oltre a reazioni diplomatiche dei partecipanti, alcune perplessità.
L’accordo raggiunto alla Cop28 negli Emirati Arabi Uniti ha catalizzato un misto di entusiasmo e delusione tra i partecipanti e gli osservatori. Dopo due settimane di trattative, il Global Stocktake ha ricevuto approvazione “unanime”, ma il suo impatto sul futuro energetico globale resta oggetto di dibattito.
Il punto centrale dell’accordo ha deluso alcuni attori chiave, perché non ha incluso un impegno diretto a eliminare o ridurre i combustibili fossili. Una richiesta che era stata sollevata da molti Paesi e gruppi della società civile. Invece, si è raggiunto un compromesso che incoraggia i Paesi a contribuire “all'abbandono progressivo” dei combustibili fossili in “modo giusto ed equo”, accelerando l'azione entro il 2050 per raggiungere lo “zero netto” (Net Zero) di emissioni, seguendo le linee guida scientifiche.
I termini dell’accordo
Ecco i principali obiettivi, identificati dai termini dell’accordo:
- Triplicare la produzione di energia rinnovabile a livello globale e raddoppiare il tasso medio annuo globale di miglioramenti dell’efficienza energetica entro il 2030;
- Accelerare gli sforzi verso l’eliminazione graduale dell’energia prodotta dal carbone;
- Incrementare l’impegno a livello globale verso sistemi energetici a zero emissioni nette, utilizzando combustibili a zero e a basse emissioni entro la metà del secolo;
- Abbandonare gradualmente (transitioning away) i combustibili fossili nei sistemi energetici, in modo giusto, ordinato ed equo, accelerando l’azione in questo decennio critico, in modo da raggiungere net-zero emission entro il 2050, in linea con la scienza;
- Accelerare le tecnologie a zero e basse emissioni, tra cui le energie rinnovabili, il nucleare, le tecnologie di abbattimento e rimozione come la cattura, l’utilizzo e lo stoccaggio del carbonio, in particolare nei settori difficili da abbattere, e la produzione di idrogeno a basse emissioni di carbonio;
- Accelerare e ridurre sostanzialmente le emissioni diverse dal biossido di carbonio a livello globale, comprese in particolare le emissioni di metano entro il 2030;
- Accelerare la riduzione delle emissioni derivanti dal trasporto stradale impiegando varie modalità, anche attraverso lo sviluppo delle infrastrutture e la rapida diffusione di veicoli a zero e a basse emissioni;
- Eliminare gradualmente, quanto prima possibile, i sussidi inefficienti ai combustibili fossili.
Le reazioni
Nonostante l’approvazione rapida, l’accordo raggiunto durante la Cop28 negli Emirati Arabi Uniti ha registrato perplessità, oltre a reazioni diplomatiche. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha twittato: “Che vi piaccia o no, l’eliminazione dei combustibili fossili è inevitabile. Speriamo che non arrivi troppo tardi”.
Gli Stati Uniti, rappresentati da John Kerry“Anche se nessuno qui vedrà rispecchiate completamente le proprie opinioni, il fatto è che questo documento invia un segnale molto forte al mondo” e non dal presidente Joe Biden, hanno dichiarato: “Anche se nessuno qui vedrà rispecchiate completamente le proprie opinioni, il fatto è che questo documento invia un segnale molto forte al mondo”. “Questo è un momento di cambiamento epocale - ha commentato in conferenza stampa Kerry - ma ciò non significa che tutto si risolverà da un giorno all’altro. Dobbiamo continuare a spingere per il cambiamento”. L’inviato Usa per il clima ha aggiunto che “i Paesi saranno giudicati in base a quanto saranno all’altezza del loro impegno comune di abbandonare i combustibili fossili”.
La presidente dell’Unione Europea Ursula Von der Leyen aveva invece commentato: “Accolgo con favore la conclusione positiva della Conferenza delle Nazioni Unite sul clima COP28 e il primo bilancio globale dell’accordo di Parigi. È una buona notizia per il mondo intero che ora disponiamo di un accordo multilaterale per accelerare la riduzione delle emissioni verso lo zero netto entro il 2050, con azioni urgenti in questo decennio critico. Ciò include un accordo di tutte le parti per abbandonare i combustibili fossili. Abbiamo concordato di ridurre le emissioni globali del 43% entro il 2030, in linea con la migliore scienza disponibile, per mantenere la temperatura di 1,5 gradi Celsius a portata di mano. Ciò ci manterrà in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e accelererà la transizione verso un’economia più pulita e più sana”.
Reazioni più dirette sono arrivate dai rappresentati di associazioni attive negli Stati che stanno scontando maggiormente gli effetti del cambiamento climatico. Mohamed Adow, del thinktank Power Shift Africa, ha ricordato che si tratta della “prima volta in tre decenni di negoziati sul clima che le parole combustibili fossili campare in un risultato della Cop”. Adow ha anche detto che: “Il genio non tornerà mai nella bottiglia e le future Cop non faranno altro che ridurre ancora di più le energie inquinanti”.
Per la responsabile clima del Senegal e presidente del Least Developed Countries Group Madeleine Diouf Sarr, il risultato ottenuto negli Emirati “non è perfetto”. Diouf Sarr ha aggiunto che “ci aspettavamo di più”.
Per la climate advisor di Greenpeace International,Kaisa Kosonen, l’obiettivo si alza a “fermare tutti i piani di espansione fossili che ci stanno spingendo oltre il limite di 1,5”.
Immagine di copertina: logo Cop28, Google Creative Commons
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