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È stato approvato dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, con decreto n. 434 del 21 dicembre, il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc).
Il ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica (Mase) ha approvato il Pnacc, dandone l’annuncio il 2 gennaio. Il piano prevede una strategia che mira a rendere il nostro Paese resiliente alla crisi climatica. Ha inoltre l’obiettivo di fornire una guida per pianificare al meglio le politiche di adattamento sul piano nazionale e locale, nel breve e nel lungo periodo. Come è scritto nel piano l’obiettivo è «fornire un quadro di indirizzo nazionale per l'implementazione di azioni finalizzate a ridurre al minimo possibile i rischi derivanti dai cambiamenti climatici, a migliorare la capacità di adattamento dei sistemi socioeconomici e naturali, nonché a trarre vantaggio dalle eventuali opportunità che si potranno presentare con le nuove condizioni climatiche».
La struttura del Pnacc prevede diverse sezioni, come il quadro giuridico di riferimento, il quadro climatico nazionale, gli impatti dei cambiamenti climatici in Italia e le vulnerabilità settoriali. Sono presenti, inoltre, quattro allegati di riferimento che approfondiscono specifici aspetti del Piano. Questi includono due documenti per la definizione di strategie e piani regionali e locali di adattamento ai cambiamenti climatici, un documento analitico che riassume il quadro delle conoscenze sugli impatti dei cambiamenti climatici in Italia e un documento focalizzato sulle azioni di adattamento. Si articola nello specifico:·
- quadro giuridico di riferimento;
- quadro climatico nazionale;
- impatti dei cambiamenti climatici in Italia e vulnerabilità settoriali;
- misure e azioni;
- finanziamenti per gli adattamenti ai cambiamenti climatici;
- governance dell'adattamento.
La sezione che tratta le vulnerabilità settoriali analizza: criosfera e montagna , risorse idriche, ambienti marini: biodiversità, funzionamento e servizi ecosistemici, ecosistemi e biodiversità di acque interne e di transizione, zone costiere, suolo e territorio, dissesto geologico, idrologico e idraulico, degrado del territorio, ecosistemi terrestri, specie alloctone, foreste, agricoltura e produzione alimentare, pesca marittima, agricoltura e produzione alimentare, pesca marittima, acquacoltura, turismo, insediamenti urbani, trasporti e infrastrutture, trasporto terrestre, trasporto aereo, trasporto navale e porti, industrie e infrastrutture pericolose, patrimonio culturale e paesaggio, energia, salute e impatti socioeconomici.
I quattro documenti di riferimento per specifici aspetti del piano riguardano:
- due documenti di indirizzo per la definizione di strategie/piani regionali e locali di adattamento ai cambiamenti climatici: le «Metodologie per la definizione di strategie e piani regionali di adattamento ai cambiamenti climatici» e le «Metodologie per la definizione di strategie e piani locali di adattamento ai cambiamenti climatici» (rispettivamente, gli allegati I e Il descritti al paragrafo 4.2 del piano);
- un documento analitico riportante il quadro delle conoscenze sugli impatti dei cambiamenti climatici in Italia, prodotto nell'arco degli anni 2017-2018 da una ampia comunità di esperti (allegato III);
- un documento di riferimento per le azioni di adattamento (allegato IV - Database delle azioni) che rappresenta un quadro organico di "possibili opzioni di adattamento" che troveranno applicazione nei diversi strumenti di pianificazione, a scala nazionale, regionale e locale, con le modalità che saranno individuate dalla struttura di governance stabilita nel piano
Immagine: Markus Spiske
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