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L'ultimo accordo sull'intelligenza artificiale (IA) in Europa segna un momento storico nel campo della regolamentazione dell'IA. Dopo intensi negoziati, l'Unione Europea ha raggiunto un accordo il 9 dicembre 2023 su una legge che mira a regolamentare l'uso di questa tecnologia. Un passo importante in vista di quello che sarà il vero e proprio regolamento da approvare a inizio 2024.
Nel frattempo, il Parlamento italiano ha avviato una serie di audizioni per prepararsi a sua volta a legiferare in materia. Queste consultazioni hanno visto una importante partecipazione della società civile e del mondo imprenditoriale che già lavora a vari livelli con l’intelligenza artificiale e non sono finite: per febbraio riapriranno e dovrebbero concludersi quasi contestualmente al voto europeo sul testo vero e proprio del regolamento sull’AI.
Un aspetto primario dello sviluppo dell’AI è la sua sostenibilità sociale. Un tema trasversale che va dal rispetto dei diritti dei cittadini, al destino dei posti di lavoro, alla trasformazione digitale con la gestione dei dati personali, alla gestione delle infrastrutture critiche e così via. E il tema è così importante che, a differenza di codici di condotta volontari adottati in alcuni paesi, questa legislazione europea sarà dotata di strumenti per il monitoraggio e l'imposizione di sanzioni. Sarà creato un ufficio europeo per l'IA all'interno della Commissione Europea, che potrà imporre multe fino al 7% del fatturato, con un minimo di 35 milioni di euro, per le infrazioni più gravi.
Per approfondire l’approccio che l’Italia sta usando, Nonsoloambiente ha chiesto ai parlamentari della X Commissione della Camera dei Deputati Attività produttive, commercio e turismo di rispondere ad alcune domande per chiarire come si sta approcciando al tema della sostenibilità sociale dell’Intelligenza Artificiale.
Eleonora Evi, gruppo Alleanza Verdi e Sinistra
Classe 83, laurea in Design dei Servizi e master in Design Strategico, già eurodeputata dal 2022 è eletta alla Camera dei Deputati come indipendente nel gruppo Alleanza Verdi Sinistra. Membro della X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo. In precedenza, al Parlamento europeo è stata membro titolare della commissione per l’Ambiente, la Sanità pubblica e la Sicurezza alimentare, della commissione per le Petizioni e della commissione di inchiesta sulla protezione degli animali durante il trasporto. È stata membro sostituto della commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia, Vicepresidente dell’Intergruppo per il Benessere animale del Parlamento europeo e Co-Presidente del gruppo di lavoro per un allevamento senza gabbie. Da sempre impegnata sul fronte ambientalista ed ecologista con un’attenzione particolare per i diritti degli animali. Moglie di Simone, madre di Erica.
Cosa pensa dell'accordo raggiunto in Europa sulle modalità con cui scrivere il nuovo regolamento europeo per l'intelligenza artificiale?
L’Europa ha voluto intervenire con regole chiare e condizioni rigorose per governare il nuovo mondo dell’Intelligenza Artificiale, con l’obiettivo di mettere al primo posto le persone, i diritti umani e l’ambiente e rendere i sistemi di Intelligenza Artificiale in UE più affidabili, etici e sicuri. Dopo un negoziato molto lungo tra Parlamento europeo, governi dell’UE e Commissione europea e dopo molte pressioni da parte dell’industria tecnologica che ha tentato di opporsi a regole vincolanti per sistemi di grandi dimensioni come ChatGPT, si è giunti ad un accordo sulla prima legge al mondo sull’Intelligenza Artificiale. L’Europa stabilisce così delle condizioni vincolanti per queste tecnologie, in modo da non trovarci nel futuro prossimo minacciati da sistemi di IA che diffondono teorie del complotto, commettono errori gravi o violano la nostra privacy o i diritti di proprietà intellettuale. Le cosiddette “IA per scopi generali” dovranno presto essere trasparenti su come vengono realizzate, su come funzionano e rendicontare il loro consumo energetico. L’accordo limita inoltre l’uso del riconoscimento facciale “in tempo reale” negli spazi pubblici, un altro risultato importante per garantire che le nostre società rimangano libere e democratiche. Ora manca il voto finale che avrà luogo a inizio 2024 e i divieti entreranno in vigore dopo sei mesi, le regole per i modelli più grandi come ChatGPT entreranno in vigore dopo un anno e il resto della legge sull’IA entrerà in vigore dopo due anni.
Durante le audizioni della X Commissione sul tema Intelligenza Artificiale è stato toccato il tema della sostenibilità sociale dell'Intelligenza Artificiale? Quali altri aspetti rilevanti sono stati evidenziati?
Le tante audizioni organizzate nell’ambito dell’indagine conoscitiva che si sta svolgendo nella X Commissione della Camera dei Deputati hanno toccato molti aspetti che riguardano potenzialità e minacce, opportunità e rischi dell’uso e della diffusione dei sistemi di Intelligenza Artificiale, con un taglio che mette in luce prevalentemente la dimensione del sistema produttivo italiano.
Molto interessanti i contributi che miravano ad evitare la dicotomia tra macchina ed essere umano, sottolineando che non possa sussistere un'impresa fatta di soli esseri umani senza tecnologia o solo tecnologia senza esseri umani. L'intelligenza artificiale creerà nuove occupazioni, nuovi posti di lavoro. Vi saranno alcune mansioni automatiche per le quali l'intelligenza artificiale e la robotica porteranno ad un uso di soluzioni più efficienti rispetto all’essere umano, ma al tempo stesso si creeranno una molteplicità di nuove figure professionali.
Il contributo del dott. Giacomello Responsabile Center for computational social science dell'Università degli studi di Bologna si è soffermato sull’importanza di un approccio interdisciplinare in grado di far dialogare la dimensione ingegneristica con quella delle scienze sociali con l’obiettivo di sottolineare le opportunità che derivano dall’investire nella formazione di figure professionali intermedie che siano in grado di dialogare con entrambe le dimensioni e trovare soluzioni ai problemi che si creano nella società e nelle nostre economie avanzate. Il contributo del prof. Marcello Pelillo, Ordinario di informatica presso l'Università Ca' Foscari di Venezia che nell’introduzione della sua relazione cita uno dei padri fondatori dell'intelligenza artificiale, Norbert Wiener, che, agli albori dell'intelligenza artificiale, aveva già intuito i rischi a cui l'uomo sarebbe andato incontro se avesse perso il controllo della sua creatura. Richiama alcuni rischi associati all'uso pervasivo dell'intelligenza artificiale, come la questione della interpretabilità, quella del cosiddetto bias (di pregiudizi che la macchina può avere) la questione della responsabilità, per non parlare delle ricadute sul mondo del lavoro, della possibilità di attuare una sorveglianza di massa in regimi totalitari e ritiene che esista anche un'altra più subdola insidia ovvero di creare surrettiziamente le condizioni per lo sviluppo di ciò che chiama la società della pigrizia. Una società, cioè in cui l'uomo rinuncia gradualmente, per pigrizia appunto, alle sue facoltà intellettive affidandosi sempre di più alla macchina (si pensi a ChatGPT) perdendo così la sua identità. Richiama dunque alla necessità che la IA vada regolamentata.
Pensa che l'ecosistema italiano sia pronto a essere un protagonista nello sviluppo della AI e delle sue applicazioni o è ancora troppo indietro?
Emerge in modo decisamente chiaro che il nostro paese soffre del cosiddetto digital gap. L’Italia sembra scontare un ritardo rispetto agli altri paesi dell’UE. Secondo i dati Istat del 2021 solo il 6,2 per cento delle imprese ha dichiarato di utilizzare sistemi di intelligenza artificiale, contro una media dell'8 per cento nell'Unione europea. In particolare, la percentuale di piccole imprese scende al 5,3 per cento contro il 24,3 delle grandi imprese. Quindi, nonostante le prospettive positive, in Italia il mercato dell'IA resta meno sviluppato rispetto agli altri Paesi più industrializzati. Il fatto che il sistema produttivo italiano sia è caratterizzato da un alto numero di piccole e medie imprese, fa sì che molte facciano fatica a tenere il passo dello sviluppo tecnologico. Infatti, le piccole imprese spesso non dispongono delle risorse necessarie sul piano finanziario e umano ma anche di capacità di analisi e gestione dei dati per valutare le possibilità di applicazione dell'intelligenza artificiale. Ciononostante, un numero consistente di centri di ricerca, di poli di innovazione e imprese innovative stanno costruendo un ecosistema dell’innovazione sempre più ramificato e promettente. Un esempio, il Piemonte si posiziona al primo posto in Italia per numero di imprese attive nell'intelligenza artificiale.
Parteciperebbe a un incontro pubblico con tutti gli stakeholders italiani dell'intelligenza artificiale?
Molto volentieri.
Enrico Cappelletti, Movimento 5 Stelle
Imprenditore, laurea in scienze politiche presso l’Università di Padova con due specializzazioni post-universitarie, presso il Centro Estero delle Camere di Commercio del Veneto e l’Università di Oxford. Senatore nella XVII Legislatura con il Movimento 5 Stelle e sono stato membro della Commissione Giustizia. Ho ricoperto il ruolo di componente della Commissione parlamentare di inchiesta per il disastro del traghetto Moby Prince, membro del Comitato parlamentare Schengen, Europol e immigrazione, membro della Commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale nonché membro sostituto del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa. Da giugno ad ottobre 2017 Presidente del gruppo. Professionalmente, prima del mandato al Senato della Repubblica, ho lavorato per aziende private in Italia ed all’estero con ruoli di direttore e membro del Consiglio di amministrazione. Ho poi fondato una azienda di consulenza professionale operante nei servizi di certificazione legati alla sostenibilità ambientale di processi e prodotti. Eletto nella XVIII Deputato della Repubblica, sono membro della Commissione Industria alla Camera dei Deputati e delegato d’aula per il Gruppo M5S.
Cosa pensa dell'accordo raggiunto in Europa sulle modalità con cui scrivere il nuovo regolamento europeo per l'intelligenza artificiale?
È sicuramente positivo il fatto che l’Europa sia in prima linea e possa fregiarsi della prima forma di legislazione al mondo su questo tema, così come sono estremamente rilevanti i principi contenuti nell’accordo. Penso ai limiti per i sistemi di identificazione biometrica o agli obblighi di trasparenza per strumenti come chatbot o per le tecnologie generative di immagini, audio e video. Detto questo, la strada prima che il regolamento diventi effettivamente legge applicabile in tutti gli Stati è ancora lunga e vedremo che evoluzioni ci saranno. Inoltre, sarebbe auspicabile anche una strategia europea per l’IA, non solo in termini di regolamentazione, ma anche in termini di ricerca e promozione, per non essere sempre destinati ad inseguire le innovazioni pensate, progettate e gestite per portare ricchezza in altri Paesi.
Durante le audizioni della X Commissione sul tema Intelligenza Artificiale è stato toccato il tema della sostenibilità sociale dell'Intelligenza Artificiale? Quali altri aspetti rilevanti sono stati evidenziati?
Si, alcuni autorevoli interventi si sono soffermati su questo aspetto. Il punto è che non si può fermare il progresso ma deve essere la politica ad intervenire per rendere questa straordinaria innovazione sostenibile socialmente. I lavoratori che utilizzeranno l’AI sostituiranno progressivamente coloro che non la utilizzeranno.
Questo deve essere chiaro a tutti, in primis, a chi ha una responsabilità politica. Pensa che l'ecosistema italiano sia pronto a essere un protagonista nello sviluppo della AI e delle sue applicazioni o è ancora troppo indietro?
Penso che il nostro Paese abbia tutte le potenzialità per ritagliarsi uno spazio importante, ma serve una strategia di breve, medio e lungo periodo capace di guidare gli investimenti rafforzando la competitività italiana. Ovviamente questo deve avvenire sempre in un contesto di attenzione alta al rispetto della privacy, alla tutela della sicurezza e sapendo quale è l’impatto sociale di questo strumento. La politica sarà sempre più spesso a prendere decisioni importanti che avranno un impatto sul tema del lavoro, della sanità, dell’istruzione, della giustizia, dei servizi. Solo con una strategia chiara il nostro ecosistema potrà valorizzarsi.
Parteciperebbe a un incontro pubblico con tutti gli stakeholders italiani dell'intelligenza artificiale?
Certamente. Proprio perché la politica è e sarà chiamata sempre di più a prendere decisioni rilevanti, il dialogo con gli stakeholder risulta fondamentale. Il Movimento 5 Stelle ha promosso lo scorso mese un importante evento dal nome “Idia – Dentro l’intelligenza artificiale” proprio per aprire un dibattito e dialogare in maniera trasparente e partecipata con i protagonisti di questa rivoluzione. È un tema che intendiamo seguire con molta attenzione e che sarà sempre più centrale nelle vite di ciascuno di noi. Non dimentichiamo che l’Italia è stata superata negli investimenti nell’IA, perfino da paesi come Spagna e Svezia.
Beatriz Colombo, Fratelli d’Italia
Nata a Rimini, vive a Riccione. È laureata in psicologia presso l’Università di Urbino. Di professione è un’agente in attività finanziarie. Da giugno 2022 è consigliere comunale di Riccione. Alle elezioni politiche del 2022 viene eletta deputata nel collegio plurinominale Emilia-Romagna 02.
Cosa pensa dell'accordo raggiunto in Europa sulle modalità con cui scrivere il nuovo regolamento europeo per l'intelligenza artificiale?
Che è stata proposta nel 2021 e votata nel 2023, applicabile dal 2024, questo tipo di legislazione parte già obsoleta, si prefigura come la prima al mondo che prova a regolamentare lo sviluppo e la diffusione dell’intelligenza artificiale.
Riguarda industria, artigianato, farmaceutica, sanità, sicurezza finanche calcio… L'IA si occuperà di noi quindi dobbiamo conoscerla. Oggi la presidenza del consiglio europeo è spagnola e chiedono agli stati membri di rispondere a delle domande per quello che è stato lo sviluppo della bozza di questo Ai Act, ad esempio sulla biometrica, sui sistemi di sicurezza e se non rispondevi valeva il silenzio assenso, quindi tutti noi dobbiamo interessarci.
Durante le audizioni della X Commissione sul tema Intelligenza Artificiale è stato toccato il tema della sostenibilità sociale dell'Intelligenza Artificiale? Quali altri aspetti rilevanti sono stati evidenziati?
Le audizioni sono state per noi motivo di molti spunti e riflessioni, gli aspetti morali etici e del lavoro sono stati gli aspetti più dibattuti.
Dobbiamo adottare politiche che valorizzino le competenze e le imprese italiane di IA, intensifichino la collaborazione con università e centri di ricerca, garantiscano la protezione dei dati e consentano di trattenere i talenti che si occupano dei IA nel nostro Paese. Ricordo che portare un ragazzo alla laurea costa alla famiglia e allo Stato non meno di 170.000 euro. Formare un giovane per poi vederlo scappare all'estero rappresenta una perdita umana e professionale da evitare a tutti i costi.
Pensa che l'ecosistema italiano sia pronto a essere un protagonista nello sviluppo della AI e delle sue applicazioni o è ancora troppo indietro?
L'attenzione del Governo per questa tecnologia che permea molte delle nostre applicazioni quotidiane, nasce principalmente dalla necessità di colmare il gap nel settore dell'IA che l'Italia ha accumulato negli ultimi vent'anni. Questo divario è stato amplificato dalla mancanza di strategie industriali volte a promuovere l'innovazione e a rafforzare un ecosistema di imprese nazionali nel campo dell'IA. Questa lacuna ha anche influenzato la connessione tra mercato, università e ricerca. Un dato su tutti? Il mercato annuale dell'intelligenza artificiale italiana è del tutto irrisorio e consiste in circa 500 milioni di euro.
Parteciperebbe a un incontro pubblico con tutti gli stakeholders italiani dell'intelligenza artificiale?
Devo chiedere il permesso al partito, io sono più studiosa che da palcoscenico, comunque posso valutare.
Emma Pavanelli, Movimento 5 Stelle
È nata a Chiavari (Genova), ma vive a Perugia. Frequenta la facoltà di lingue e letterature straniere moderne all'Università di Perugia senza però completare gli studi. Prima dei non eletti in Umbria alle elezioni politiche del 2018, diviene senatrice il 31 luglio 2019, in seguito alla riassegnazione del seggio senatoriale del Movimento 5 Stelle rimasto vacante in Sicilia. Si ricandida alle elezioni politiche del 2022, questa volta alla Camera, dove è eletta all'interno del collegio plurinominale Umbria 01. In seguito alla proclamazione, il 9 Novembre 2022 entra a far parte della X Commissione (Attività produttive, commercio e turismo) prendendone il ruolo di capogruppo. Il 12 Gennaio 2023 viene nominata Membro Supplente della commissione Consiglio d'Europa.
Cosa pensa dell'accordo raggiunto in Europa sulle modalità con cui scrivere il nuovo regolamento europeo per l'intelligenza artificiale?
Credo si tratti di un importante passo in avanti, diventato non più procrastinabile. L’Intelligenza Artificiale porta con sé infinite prospettive, ma anche tante potenziali criticità che vanno affrontate e disciplinate per tempo. In tal senso, il Regolamento rappresenterà certamente un ottimo presupposto, che dovrà contenere misure flessibili in grado di adattarsi alla continua mutevolezza del progresso tecnologico.
Durante le audizioni della X Commissione sul tema Intelligenza Artificiale è stato toccato il tema della sostenibilità sociale dell'Intelligenza Artificiale? Quali altri aspetti rilevanti sono stati evidenziati?
Pur essendo la Commissione Attività produttive focalizzata primariamente sugli aspetti che riguardano le imprese, il tema della sostenibilità sociale è uno di quelli posti a fondamento dell’indagine conoscitiva stessa. Quello che sta venendo fuori dalle audizioni è che, se da un lato verranno a mancare diversi di posti di lavoro, dall’altro si aprono incredibili prospettive per crearne di nuovi, come d’altronde avviene in tutte le più grandi transizioni. La sfida sarà proprio quella di farci trovare preparati, partendo dalle prospettive che l’AI offre, dalla ricerca e quindi da un’adeguata formazione.
Pensa che l'ecosistema italiano sia pronto a essere un protagonista nello sviluppo della AI e delle sue applicazioni o è ancora troppo indietro?
La transizione connessa allo sviluppo dell’AI rappresenta un processo che, come legislatori, dobbiamo governare, non subire. Dal punto di vista industriale stiamo concentrando l’attenzione sulle piccole e medie imprese che rischiano di non avere gli strumenti e le risorse per gestire questo fenomeno e coglierne in tempo le opportunità. Occorre mettere loro e, in generale, tutte le aziende nelle condizioni di comprendere come l’AI applicata al settore imprenditoriale di riferimento può migliorare la qualità del lavoro e della produzione e come può aiutarle a poter crescere e diventare player sempre più competitivi nel mercato. Al contempo, siamo consapevoli del fatto che la competitività delle nostre imprese passa anche dall’abbattimento della burocrazia e dalla qualità del servizio offerto dalle pubbliche amministrazioni. Queste ultime saranno parimenti chiamate a sfruttare al meglio i processi di AI per evitare il rischio di diventare anacronistiche.
Parteciperebbe a un incontro pubblico con tutti gli stakeholders italiani dell'intelligenza artificiale?
Il confronto è tuttora in corso nell’ambito dell’indagine conoscitiva. La transizione digitale spinta dall’AI, al pari della transizione ecologica, rappresenta la più grande sfida che attende il nostro continente. Più se ne parla a meglio è. Chiaramente resto a disposizione per qualsiasi iniziativa di questa natura.
Luca Toccalini, Lega
Cosa pensa dell'accordo raggiunto in Europa sulle modalità con cui scrivere il nuovo regolamento europeo per l'intelligenza artificiale
Sicuramente è da leggere come un tentativo di innovazione e sguardo verso il futuro da parte delle Istituzioni Europee, però il testo in questione risulta già vecchio essendo stato presentato nel 2021 e votato solo nel 2023. In 2 anni il mondo è cambiato, soprattutto nel settore digital dove tutto è più veloce. Personalmente, sono stato promotore di una PdL depositata lo scorso gennaio per regolamentare, almeno in parte, l’Intelligenza Artificiale in Italia, questa azione è necessaria e attesa dalle nostre imprese che non vedono l’ora di investire con regolarità nel settore AI e mantenere la propria competitività sul mercato. Gli altri paesi corrono, i colossi digital si adeguano e l’Italia non può permettersi di restare indietro. Rischi e criticità, che generano dubbi tra cittadini e altri colleghi, possono essere controllati proprio attraverso la legislazione. Non c’è motivo di allarmarsi.
Durante le audizioni della X Commissione sul tema Intelligenza Artificiale è stato toccato il tema della sostenibilità sociale dell'Intelligenza Artificiale? Quali altri aspetti rilevanti sono stati evidenziati?
Pensa che l'ecosistema italiano sia pronto a essere un protagonista nello sviluppo della AI e delle sue applicazioni o è ancora troppo indietro?
Parteciperebbe a un incontro pubblico con tutti gli stakeholders italiani dell'intelligenza artificiale?
Immagine di copertina: Possessed Photograhy
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