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Violenza fisica, gender gap, work-life balance al femminile: numeri, dati e riferimenti legislativi.
Quali sono i dati della violenza contro le donne e dei femminicidi in Italia?
Dal 2019 l’ISTAT ha iniziato a stimare il numero di femminicidi in Italia attraverso un approccio che segue standard internazionali, basati su specifici fattori: movente, ambito dell’omicidio, relazione tra vittima e autore del crimine e database del Ministero dell’Interno.
2021: l’ISTAT ha segnalato che sono stati commessi 303 omicidi (315 nel 2019, 286 nel 2020), di cui 119 sono le vittime donne. Inoltre, le donne uccise in una relazione di coppia o in famiglia sono state 100: il 58,8% per mano di un partner o ex partner (57,8% nel 2020 e 61,3% nel 2019).
2023: Secondo dati del Ministero dell’Interno, dal 1° gennaio al 12 novembre 2023 sono stati commessi 285 omicidi. Dagli ultimi dati nazionali della polizia emerge che dei 106 omicidi di donne nel 2023 (al 19 novembre) su 295 totali, 87 (su 130) sono stati commessi in ambito familiare-affettivo e 55 da partner o ex partner (su 60), che possono essere catalogati come femminicidi.
Quali le contromisure?
Si legge sul sito della Camera dei Deputati: “una crescente attenzione è stata dedicata alle misure volte a contrastare la violenza contro le donne, perseguendo tre obiettivi: prevenire i reati, punire i colpevoli e proteggere le vittime”.
Dopo gli ultimi fatti di cronaca, si assiste inoltre in queste ore a un’accelerazione in parlamento su un pacchetto di misure volte a contrastare la violenza di genere. In particolare, il ddl approvato in Senato (e diventato quindi Legge) punta a rafforzare il cosiddetto “Codice Rosso” potenziando strumenti come l’ammonimento, il braccialetto elettronico, la distanza minima di avvicinamento e la loro applicazione ai cosiddetti ’reati spia’.
Il sistema di protezione delle donne vittime di violenza
Un recente rapporto ISTAT (agosto 2023) rivela i numeri della rete di protezione delle donne vittime di violenza. In particolare:
- Sono 373 i Centri antiviolenza e 431 le Case rifugio, un dato in aumento rispetto agli anni precedenti, così come è in aumento la loro utenza.
- 34.500 donne si rivolgono ai Centri antiviolenza, 21.252 di queste ha figli (61,6% del totale).
- Quasi tutti i Centri antiviolenza si occupano di prevenzione sul territorio conducendo attività di vario tipo, fra le quali iniziative nelle scuole (nell’85,7% dei CAV).
- Anche tramite il numero 1522, spesso le donne sono indirizzate verso i CAV e le Case rifugio: specificatamente, il 73,5% delle donne vittime di violenza è indirizzato ad un servizio territoriale di supporto.
Pari dignità uomo/donna: principi e tutele
A livello globale, il raggiungimento dell'uguaglianza di genere rappresenta uno dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che gli Stati si sono impegnati a raggiungere entro il 2030.
“La centralità delle questioni relative al superamento delle disparità di genere è ribadita anche nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) che individua la parità di genere come una delle tre priorità trasversali perseguite in tutte le missioni e stabilisce che l'intero Piano dovrà essere valutato in un'ottica di gender mainstreaming” (Fonte Camera dei Deputati).
Principio di uguaglianza (Fonte IPSOA)
Il principio di uguaglianza è posto a salvaguardia
del lavoro delle donne ed è previsto dall'art. 3 della Costituzione. Tale
principio deve garantire che non si
verifichino discriminazioni basate sul sesso delle persone e deve
introdurre disposizioni specifiche che tutelino la donna per la sua particolare
e unica posizione di madre. Dall'art. 37
della Costituzione discendono le norme di legge ordinaria che garantiscono
l'essenziale funzione familiare della donna attraverso il riconoscimento
di particolari condizioni di lavoro nonché di una speciale ed adeguata
protezione.
Parità di trattamento sul lavoro (Fonte IPSOA)
L'enunciazione chiara del principio di parità di
trattamento tra uomo e donna sul posto di lavoro è affidata alle
disposizioni comunitarie che lo specificano in relazione a:
- condizioni di accesso all'occupazione e al lavoro;
- accesso a tutti i tipi e livelli di orientamento e formazione professionale;
- occupazione e condizioni di lavoro, comprese le condizioni di licenziamento e la retribuzione.
Codice delle pari opportunità tra uomo e donna (Fonte
IPSOA)
Oltre alle disposizioni a tutela della lavoratrice durante
il periodo della gravidanza e della maternità, l'ordinamento italiano ha dato
piena attuazione alle disposizioni costituzionali e a quelle comunitarie con il
D.Lgs. n. 198/2006, Codice delle pari opportunità tra uomo e donna.
Tutele dell'ordinamento per il lavoro delle donne (Fonte
IPSOA)
Il D.Lgs. n. 151/2001 garantisce la posizione
della donna lavoratrice madre, assicurando specifiche tutele che
introducono un trattamento privilegiato per la lavoratrice madre al
fine di permetterle di svolgere il suo ruolo familiare. La parità di
trattamento in questo provvedimento è riconosciuta anche dalla possibilità che,
quando non sia la madre a svolgere questo principale ruolo familiare, le tutele
previste nel testo di legge siano riconosciute al padre lavoratore.
Tutela giudiziaria della parità di trattamento (Fonte
IPSOA)
Il Codice delle pari opportunità istituisce una
particolare tutela
giudiziaria contro discriminazioni attuate nell'ambito del
rapporto di lavoro. La tutela può essere sia stragiudiziale che giudiziale
(tribunale in funzione di giudice del lavoro), al fine di ottenere un
provvedimento immediatamente esecutivo avverso le discriminazioni.
Global Gender Gap report 2022: numeri e prospettive
Secondo quanto riportato nel Global Gender Gap Report 2022, ad oggi nessun Paese del mondo ha raggiunto la piena parità tra i sessi.
Il punteggio complessivo del divario di genere per i 146 Paesi inclusi nell’edizione 2023 è del 68,4%, per un miglioramento di 0,3 punti percentuali rispetto al 2022. Rispetto al 2022, inoltre, ci sono stati dei progressi visibili in 42 delle 145 economie oggetto d’indagine in entrambe le edizioni, con un miglioramento di almeno 1 punto percentuale sull’anno precedente, e altri 40 paesi hanno registrato un incremento, seppur inferiore ad un punto percentuale.
Con questi dati, in prospettiva, ci vorranno circa 131 anni per raggiungere la parità di genere nel mondo e colmare il divario.
Legislazione e politiche di genere: lavoro, work-life balance, violenza
Infografica Camera dei Deputati https://temi.camera.it/leg18/infografica/OCD1778-20/politiche-genere-2021-3.html
Secondo il dossier Legislazione e Politiche di Genere della Camera dei Deputati 2021:
- Il tasso di occupazione femminile in Italia è del 48, 6% tra i 15 e i 64 anni, con una differenza di 18,9 punti percentuali rispetto a quello maschile (67,5%).
- Il divario retributivo di generecomplessivo è al 43,7%.
- Il divario retributivo di genere medio è al 3%.
- La differenza tra il tasso di occupazione delle donne e degli uomini aumenta con il numero di figli. Il tasso di occupazione di persone dai 15 ai 64 anni con due figli è: 87,9% per gli uomini (UE 91%); 57,5% per le donne (UE 72,9%)
- Imprenditoria femminile: sono un milione e 336 mila le imprese a prevalente o totale partecipazione femminile (- 0,3% rispetto al 2019). Rappresentano il 21,98% del totale delle imprese iscritte al Registro delle Camere di commercio.
- Donne in organi di vertice:2.188 (36%) sono gli incarichi di amministrazione assegnati a donne nelle società controllate (2019); 334 (35%) sono le donne elette in Parlamento nelle ultime elezioni politiche (2018); 100, su circa 1.600 incarichi (6%), sono le donne nominate ministro nei Governi della Repubblica; 11 (30%) sono le donne nominate membri delle autorità indipendenti (2021).
- Nessuna donna in Italia ha mai rivestito la carica di Capo dello Stato. Nel 2019 la Corte costituzionale ha eletto per la prima volta una donna come sua Presidente.
- Per i dati sulla violenza di genere il riferimento è a fonti più recenti (ISTAT, Ministero dell’Interno, in apertura).
Donne manager in aumento
Secondo il più recente "Report sui manager privati, con un focus sulle donne" elaborato da Manageritalia su dati INPS 2021, si registra una rincorsa verso la parità da parte delle donne manager, cresciute del 77% dal 2008 al 2021 e oggi pari al 20,5% del totale (19,1% nel 2020). Nel settore terziario, in particolare, le donne dirigenti sono il 24,7%, nell’industria il 15,1%.L’avanzata delle donne dirigenti determina un loro maggior peso fra le dirigenti più giovani (39% tra gli under 35 e 31% tra gli under 40) rispetto al totale (20,5%) e tra i quadri, che sono i candidati alla dirigenza.
L’analisi registra dunque che le donne sono spinte dal ricambio generazionale, che vede uscire soprattutto manager uomini in fasce d’età più elevate ed entrare più donne in quelle più giovani.
Immagine di copertina: Beth Macdonald, Unsplash
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