Nella 4a edizione degli Stati generali, Assopellettieri guarda alle prospettive di crescita alternative di un settore molto ancorato alla tradizione.
Come risponde la pelletteria alle esigenze di sostenibilità? Lo scorso 17 ottobre, durante gli Stati generali della pelletteria che si sono tenuti a Firenze, Assopellettieri ha fotografato il panorama attuale. Dalla necessità di confronto tra attori del settore, enti, istituzioni e brand, nasce uno degli eventi più rilevanti di un settore cardine per l’economia nazionale.
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Clicca quiIl ruolo della pelletteria
L’iniziativa, giunta alla quarta edizione, attesta la pelletteria come per un mercato leader, con un indotto di 10 miliardi di euro registrato nel 2022. Quello della lavorazione delle pelli è un settore che si profila, nell’ambito moda e accanto alla ristorazione d’eccellenza, come trainante per il Made in Italy. Al suo interno convivono i comparti di conceria, pelletteria e calzature, che impiegano circa mezzo milione di risorse lavorative.
Il know-how del futuro
La scelta di Firenze per un evento su questo tema non è casuale. Assopellettieri riconosce nel capoluogo toscano l’emblema di un territorio e della sua vocazione artigianale. Un valore fondativo, che contribuisce a rendere la pelletteria uno dei settori più commercialmente redditizi. Prospettiva che è stata legittimata e attualizzata, nel corso della tavola rotonda, dall’intervento di Ethical Fashion Initiative, programma dell’agenzia delle Nazioni Unite e dell’OMC. Dall’iniziativa è emersa soprattutto la necessità di accompagnare un know-how e un’alta specializzazione della manodopera a uno sguardo più ampio al mondo in evoluzione. Dalle nuove tecnologie alla sostenibilità, in un rapporto indissolubile tra la tradizione artigiana e adattamento ai nuovi orizzonti.
Una pelletteria sostenibile?
Tra le tematiche trattate in seno all’evento, compare anche quella della sostenibilità, particolarmente centrale per il settore pelletteria che prende le mosse proprio dalla lotta agli sprechi. La lavorazione delle pelli, infatti, poi diventata un fiore all’occhiello dell’artigianato italiano, nasce proprio dall’esigenza di trovare una collocazione agli scarti di macellazione. Un settore che oggi non è in crisi da un punto di vista economico, ma potrebbe esserlo da un punto di vista etico. Si impone l’urgenza di trovare delle risposte che parlino di una pelletteria sostenibile, grazie anche a nuovi materiali e nuove tecniche. Si è visto, ad esempio, come una parte della ricerca sui tessuti veda una possibile soluzione negli scarti alimentari. Una dimensione, questa, capace di coniugare la riduzione degli sprechi e delle quantità di rifiuti con delle filiere cruelty-free.
La pelletteria tra expertise e tracciabilità
Se una realtà come Assopellettieri possa aprirsi a orizzonti vegani, forse è prematuro da stabilire. Tuttavia, sono state altre le accezioni di sostenibilità e proiezione al futuro a rappresentare le tematiche-fulcro dell’evento. Alta formazione, digitalizzazione e internazionalizzazione nell’attuale e delicato panorama geopolitico sono stati elementi ricorrenti, sfaccettature di un discorso ampio sulla sostenibilità. Umana e ambientale, con una pelletteria che si fa sempre più green, grazie anche all’apporto indispensabile della tracciabilità. Un incontro spin-off degli Stati generali, infatti, ha insistito su questo aspetto applicato a legislazione e processi produttivi. Criteri che si intersecano e concorrono a valutare il peso specifico di un prodotto, unendo l’impatto ambientale e il valore artigianale.
E se le sfide che il periodo impone saranno accolte dal settore, sarà oggetto di osservazione per i prossimi tempi. In caso negativo, innovazione e sapienza artigiana saranno destinate a rimanere scisse. In caso positivo, la pelletteria potrà ufficialmente fare il suo ingresso in una nuova e stimolante fase storica.
Immagine di copertina: Rupixen, Unsplash
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#SustainableTalks: GORI
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