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Verso modelli sostenibili di produzione e di consumo? Un bilancio da Ecomondo, salone dell’economia circolare, che chiude l’edizione 2023 con +15% di presenze.
Record di presenze a Ecomondo, salone internazionale dell’economia circolare che, durante la 26ª edizione conclusasi il 10 novembre, ha fatto registrare un incremento di partecipazione del 15% rispetto al 2022.
Un numero che gli organizzatori interpretano come un segnale estremamente positivo per l’intero comparto della sostenibilità, dove la domanda di transizione ecologica sembra ormai trovare nelle aziende di servizi, nelle organizzazioni, nelle imprese delle tecnologie del settore ambientale presenti alla fiera un grado di maturità pronto a soddisfarla.
I visitatori, in prevalenza provenienti dall’area euromediterranea (Spagna, Germania, Grecia, Serbia, Egitto e Tunisia) e in seconda battuta dall’Africa subsahariana, hanno trovato ad attenderli 150 mila metri quadrati e oltre 1.500 brand di espositori, per una crescita del 10% sullo scorso anno. In aumento anche la partecipazione digitale, realizzata e monitorata attraverso la piattaforma b2b GreentechInsights.
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Clicca quiEconomia circolare: i principali focus
L’obiettivo 12 dell’Agenda 2030 si propone di “garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo”, che tengano conto della complessa realtà dell’attuale sistema socio-economico e delle conseguenze ambientali che ciascun comparto è in grado di generare nel breve, medio e lungo termine.
Ne risulta che il concetto stesso di economia circolare è di per sé estremamente articolato e necessita, per avere una chance di realizzazione, di un approccio sistemico, responsabile e ragionato. Energia, imballaggi, agroalimentare, tessili, ciclo dell’acqua, risorse terrestri e marine: riflettendo tale complessità, i principali temi trattati a Ecomondo hanno dato origine a quattro giorni di scambio e dibattito, per un totale di oltre 240 eventi, nel corso dei quali i riflettori si sono accesi sulle attuali criticità, ma anche su possibili proposte o soluzioni da parte di stakeholder e aziende del settore.
Il ruolo dell’innovazione
Dalla bioeconomia rigenerativa alla blue economy, dalla valorizzazione dei rifiuti come risorsa al ripristino dei suoli, dalle bioenergie al monitoraggio ambientale, sono molti i progetti innovativi, che mirano alla decarbonizzazione.
Proprio per gli innovatori italiani è stato istituito il premio intitolato a Lorenzo Cagnoni, presidente di Italian Exhibition Group SpA, recentemente scomparso. Sul podio, sono salite la viterbese Eco Reciclyng, la trevigiana HBI e il marchio globale AMP Robotics. Tre le startup: la milanese 3Bee, Oxoco di Bari e la vicentina Mixcycling. Le pubbliche amministrazioni che si sono distinte per l’eco-innovazione, invece, sono state premiate con il Premio Sviluppo Sostenibile promosso dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile ed Ecomondo.
I vantaggi, anche economici, della sostenibilità
Secondo i dati presentati all’interno del frame degli Stati Generali della Green Economy 2023 “L’economia di domani: una green economy decarbonizzata, circolare e rigenerativa”, sempre nell’ambito della fiera riminese, si è giunti a un punto in cui essere sostenibili conviene, anche economicamente. La relazione “Costi e i benefici della transizione all’economia di domani” stima, infatti, un beneficio per 689 miliardi di euro in un arco di tempo di dieci anni, a fronte di costi cumulati per 136,7 miliardi, dal solo pacchetto normativo europeo per la decarbonizzazione “Fit for 55”.
“Stiamo vivendo una fase di metamorfosi del sistema nazionale nella quale dobbiamo utilizzare e cavalcare il cambiamento dovuto alla decarbonizzazione come opportunità di crescere più e meglio, con la genialità italiana” ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Pichetto Fratin, intervenuto alla presentazione del report. “Dobbiamo dare soluzioni” ha concluso, dopo aver parlato di energia e piano di adattamento ai cambiamenti climatici, “stando con i piedi per terra”.
Immagine di copertina: Danist Soh, Unsplash
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