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Verso il diritto alla riparazione in Europa: la commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori del Parlamento UE ha adottato la sua posizione.
Riparare per evitare rifiuti. Con 38 voti a favore e 2 contrari, la Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori ha recentemente adottato la sua posizione sul “diritto alla riparazione” per i consumatori. La proposta mira a promuovere le riparazioni durante e oltre il periodo di garanzia legale di un prodotto, con l’obiettivo strategico di creare una nuova cultura della riparazione. La posizione sarà votata in Europarlamento nella sessione plenaria del 20-23 novembre, per poi proseguire con la negoziazione per ottenere il testo definitivo.
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Clicca quiRight to repair, perché servono norme
Secondo la Commissione europea, lo smaltimento prematuro di beni di consumo sostenibili provoca ogni anno 261 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 equivalenti, erode 30 milioni di tonnellate di risorse e produce 35 milioni di tonnellate di rifiuti. Con perdite economiche commisurate allo spreco: si stima, infatti, che le perdite annuali cui i consumatori vanno incontro sostituendo anziché riparando si aggirino intorno ai 12 miliardi di euro.
A fronte di tali dati, il diritto alla riparazione- sulla carta perno fondamentale dell’economia circolare- è l’espressione di un buonsenso che, tuttavia, si fatica a implementare e tradurre in pratica.
Una lacuna sulla quale l’Unione europea sta cercando di intervenire attraverso una nuova direttiva proposta nel contesto del Green Deal europeo e del piano d’azione per l’economia circolare.
Recentemente, anche gli Stati di Minnesota, New York e California – quest’ultima in modo più esaustivo e per certi versi eclatante, vista la presenza sul territorio di grandi colossi del tech- hanno approvato il Right to Repair Act, una legge sul diritto alla riparazione.
Diritto alla riparazione, obblighi e incentivi
La proposta europea si muove seguendo una corsia a doppio senso: da un lato si prevedono nuovi obblighi per i produttori, dall’altro si propongono incentivi finanziari a carico degli Stati membri per rilanciare e rafforzare il settore delle riparazioni.
In particolare, il provvedimento ambisce a:
- promuovere le
riparazioni durante e oltre il periodo di garanzia legale;
- offrire
riparazione gratuita entro il periodo di garanzia legale, tranne quando sia
più costosa della sostituzione, quando sia impossibile o scomoda per il
consumatore.
- estendere la
garanzia legale per i prodotti riparati, con l’introduzione del cosiddetto
periodo di responsabilità.
- semplificare
l’accesso a pezzi di ricambio e informazioni tecniche per i riparatori
indipendenti;
- spingere i
produttori a riparare determinati prodotti anche al di fuori della
garanzia legale. Per incoraggiare il processo, le riparazioni dovranno
essere effettuate in un arco di tempo ragionevole e bisognerà sempre
offrire dispositivi sostitutivi in prestito ai consumatori.
- in caso di
riparazione impossibile, spingere i produttori a offrire dispositivi
sostitutivi o ricondizionati.
- incoraggiare gli
Stati membri a promuovere le riparazioni attraverso incentivi
finanziari come voucher e fondi nazionali.
“Abbiamo stabilito obblighi di riparazione diretti per i produttori e introdotto nuovi incentivi affinché i consumatori scelgano la riparazione” ha dichiarato il relatore René Repasi, presentando la proposta. “Abbiamo rafforzato il ruolo dei riparatori indipendenti e li abbiamo posti al centro del miglioramento delle riparazioni in Europa. Attraverso un migliore accesso alle informazioni tecniche pertinenti sulla riparazione e a pezzi di ricambio convenienti per i riparatori, inclusa la promozione della stampa 3D per le parti, una maggiore concorrenza ridurrà i costi di riparazione. A questo abbiamo abbinato l’obbligo per gli Stati membri di stabilire incentivi finanziari per rilanciare il settore delle riparazioni”.
Più competitività per il mercato delle riparazioni
La proposta invita gli Stati membri a fornire piattaforme nazionali online per agevolare la ricerca di riparatori locali e venditori di beni ricondizionati, con l’intento di garantire una maggiore trasparenza sulle opportunità e sulle condizioni di riparazione di ciascun dispositivo.
Un macro-obiettivo è, infatti, creare un mercato delle riparazioni trasparente e competitivo. Come emerge nella premessa del documento presentato, “oltre alle disposizioni previste dalla presente direttiva, serviranno misure di sensibilizzazione volte a promuovere una cultura della riparazione, il miglioramento delle conoscenze dei consumatori sulla corretta manutenzione e cura dei prodotti e la conoscenza dei loro diritti esistenti, anche in termini di garanzia legale, poiché gli incentivi finanziari per consumatori, produttori e riparatori dovrebbero essere promossi e incoraggiati in modo equivalente”.
Immagine di copertina: Kilian Seiler, Unsplash
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