Il rapporto “Ecosistema Urbano” di Legambiente riassume 30 anni di studi sulle performance ambientali delle città italiane. Ne risulta un quadro assai deludente.
Il trentesimo rapporto “Ecosistema Urbano”, che raccoglie le performance ambientali di 105 Comuni capoluogo, regala un’immagine non positiva delle città italiane. Gli ultimi 30 anni, infatti, mostrano una crescita lenta e altalenante senza nessuna particolare flessione nel miglioramento delle emergenze urbane.
Realizzata da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, l’edizione del 2023 riassume i 30 anni di studi e monitoraggi sulle città, iniziati nel 1994. Ritroviamo le problematiche di sempre: smog, trasporti, spreco idrico, auto circolanti da limitare. Gli indicatori su cui si basa il report sono 19 e vengono distribuiti in 6 aree tematiche: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia.
Ciafani, serve un ripensamento delle città
Ciò che emerge dalla presentazione di Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, è che le città debbano essere ripensate nell’ottica di un cambiamento che le renda vivibili e a misura d’uomo. È anche importante porre attenzione sulla decarbonizzazione e la realizzazione degli impianti industriali dell’economia circolare, la riduzione delle perdite nella rete di distribuzione dell’acqua, il completamento della rete di fognatura e la depurazione delle acque reflue, la facilitazione della permeabilità del tessuto urbano alle acque piovane per adattarsi alla crisi climatica e strumenti utili a convertire la mobilità, tra cui le colonnine di ricarica elettrica negli spazi pubblici.
L’Italia ha bisogno che la volontà politica percepisca l’urgenza e il bisogno dimoltiplicare i cantieri della transizione ecologica nelle città. Questo sarà anche il focus del XII congresso nazionale di Legambiente, che si terrà a Roma dal 1 al 3 dicembre 2023.
Negli ultimi 30 anni, infatti, gli interventi a comportamenti stagni non hanno permesso l’accelerata necessaria alle aree urbane, in cui oggi si concentra una sfida cruciale. Abbiamo avuto sì dei lenti miglioramenti, come ad esempio l’aumento della percentuale di raccolta differenziata passata dalla media nel 1994 del 4,4% a quella più recente del 62,7% nel 2022 ma non si è visto alcun miglioramento, invece, del tasso medio di motorizzazione dei comuni capoluogo italiani. La nostra nazione, infatti, è tra quelle con il più alto livello in Europa con 66,6 auto ogni 100 abitanti.
È inoltre cresciuta la produzione complessiva di rifiuti e il trasporto pubblico non solo è ancora lontano dalle medie europee, ma è passato da 97 viaggi pro capire all’anno nel ’95 ai 65 viaggi pro capite all’anno nello scorso anno.
La graduatoria delle performance ambientali
Nella graduatoria delle performance ambientali è Trento la capolista, mentre al secondo e al terzo posto si trovano Mantova e Pordenone. Troviamo la prima città del Sud, Cosenza, al settimo posto, mentre Cagliari è sedicesima e Oristano ventiduesima. Per trovare Roma dobbiamo invece scendere alla ottantanovesima posizione. In peggioramento Milano e Firenze. Caltanissetta, Catania e Palermo le ultime.
I cantieri della transizione ecologica
In questa edizione, il rapporto ha raccolto anche le storie dei “cantieri della transizione ecologica” ante litteram, raccontate dai precedenti amministratori locali che avevano già messo in moto i primi cambiamenti in ottica sostenibile nelle principali città.
Come ha dichiarato Mirko Laurenti, responsabile Ecosistema Urbano di Legambiente: «Il modo migliore per rispondere alle trentennali emergenze urbane è prendere esempio dalle esperienze virtuose, che già esistono anche in Italia grazie al lavoro fatto da alcuni sindaci coraggiosi e “visionari” e mostrare che i cantieri della transizione ecologica sono già esempi concreti che vanno seguiti e replicati. L’unica via sostenibile per rilanciare davvero il Paese, cominciando dalle città, è questa. Pianificando le realtà urbane del futuro con meno auto e mezzi meno inquinanti, più mobilità sostenibile ed economia circolare, più infrastrutture intelligenti e ultra-connesse».
Immagine di copertina: Alexander Abro
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