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La mobilità sostenibile sembrerebbe essere un miraggio in Italia: secondo il Report MobilitAria, il Paese è ancora lontano dagli obiettivi 2030.
L’Italia ha molto da fare per rendere più sostenibile il settore mobilità: nonostante gli sforzi e il cambio di percezione da parte dei cittadini, la strada verso gli obiettivi 2030 è ancora lunga.
A dirlo è il rapporto MobilitAria 2023, realizzato da Kyoto Club e dall’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR-IIA). Secondo i dati del report, che restituisce uno spaccato sulla situazione della mobilità nazionale, molti centri urbani sono in deciso ritardo rispetto agli obiettivi fissati entro il 2030.
Quali sono gli obiettivi 2030 per la mobilità?
L’impegno dell’UE a lungo termine per abbattere le emissioni di CO2 è molto ambizioso. Come stabilito dall’accordo di Parigi, i Paesi dell'UE si impegnano a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Per arrivare a questo grande obiettivo, l’Unione Europea ha fissato al 2030 il limite per ridurre almeno del 55% le sue emissioni nette di gas a effetto serra in tutti i settori dell'economia rispetto ai livelli del 1990. La riduzione dovrà essere progressiva entro il 2050.
Le proposte per concretizzare questa riduzione di emissioni partono dal taglio del numero di veicoli in circolazione nelle città, fino ad arrivare all’incentivo della mobilità green in bicicletta e l'elettrificazione del trasporto pubblico.
Essendo il settore dei trasporti uno dei più energivori e inquinanti, è necessaria una svolta radicale per raggiungere questi obiettivi. In altre parole, entro il 2050 il comparto trasporti dovrà ridurre del 90% le emissioni di gas a effetto serra rispetto ai livelli del 1990.
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I dati del rapporto MobilitAria: a che punto siamo
Secondo i dati del rapporto MobilitAria 2023, l’Italia è ancora lontana dagli obiettivi 2030.
Il report ha rilevato una crescita della concentrazione di biossido di azoto (NO2) in tutti i centri urbani, con la presenza di polveri sottili PM10 che diminuisce al Sud ma cresce al Nord.
Fonte Immagine: Report MobilitAria 2023
Anche se i valori medi annuali rimangono nella norma, in molte città si supera di oltre 35 volte il limite di PM10 giornaliero in diversi momenti dell’anno. Ne sono esempi le città di Torino (98 giorni di superamenti), Milano (84), Venezia (70), Cagliari (70). Piuttosto stabili, invece, Napoli e Roma, che superano la soglia stabilita dal D. Lgs. 155/2010 solo per un giorno.
La causa principale è costituita dal settore trasporti e dalla crisi della mobilità pubblica, che non riesce a tornare ai livelli pre-Covid.
Rispetto al 2021, gli incrementi di NO2 sono stati superiori a Palermo (24%), Bari e Catania (10%), Messina (9%), Napoli (8%), Firenze (6%). In diminuzione, invece, città come Reggio Calabria (-25%), Cagliari (-18%), Bologna (-4%) e Milano (-3%).
Gli interventi per rendere più sostenibile la mobilità italiana
Secondo gli ideatori del report, “per il futuro servono cambiamenti strutturali e forti innovazioni, accelerando la decarbonizzazione con una offerta intelligente di mobilità”. Tra le proposte presentate, ci sono:
- Il riequilibrio modale, ovvero fare in modo che gli spostamenti motorizzati individuali con mezzi privati si riducano a un massimo del 35% degli spostamenti complessivi
- L’incremento del trasporto ferroviario, realizzando nuove linee e aumentando la frequenza dei servizi
- La realizzazione di nuove linee tranviarie e di metropolitana nelle città
- L’aumento delle piste ciclabili, per arrivare ai livelli delle città del Nord Europa. Considerando i dati attuali, è necessario secondo il Report quadruplicare la quantità di chilometri di piste ciclabili, raggiungendo una soglia di 20.000 chilometri di percorsi ciclabili urbani.
Il report completo è disponibile qui.
Immagine di copertina: SHVETS
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