La crescita delle superfici artificiali sta avanzando a un ritmo preoccupante, con una media di 2,4 metri quadrati di suolo consumato ogni secondo. Obiettivo azzeramento lontano.
Il consumo di suolo in Italia continua ad avanzare a un ritmo preoccupante, con un aumento significativo negli ultimi anni. I dati più recenti pubblicati da Ispra nel rapporto 2023, indicano che nel corso degli ultimi dodici mesi, sono stati coperti con nuove superfici artificiali ben 76,8 km², rappresentando un aumento del 10,2% rispetto al 2021. Questo significa che ogni giorno, in media, oltre 21 ettari di suolo vengono trasformati in aree artificiali.
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Clicca quiIl valore è il più alto degli ultimi undici anni, superando qualsiasi dato precedente, il che solleva seri interrogativi sul futuro del territorio italiano. La crescita delle superfici artificiali sta avanzando a un ritmo preoccupante, con una media di 2,4 metri quadrati di suolo consumato ogni secondo. Questo incremento è stato solo in minima parte controbilanciato dal ripristino di aree naturali, che ha riguardato solamente 6 km², principalmente associate al recupero di aree di cantiere o di altro suolo consumato reversibile. Ciò rende l'obiettivo di azzerare il consumo netto di suolo ancora lontano dalla realtà, con un totale di 70,8 km² consumati negli ultimi dodici mesi, di cui 14,8 km² di consumo permanente.
A livello nazionale, si stima che la copertura artificiale del suolo abbia superato i 21.500 km², ai quali si aggiungono altri 646 km² di aree soggette ad altre forme di alterazione direttamente associate alla copertura artificiale del suolo, come le serre non pavimentate e i ponti.
Inoltre, il suolo consumato copre attualmente il 7,14% del territorio italiano (7,25% al netto della superficie dei corpi idrici permanenti), con valori in costante crescita. Questi cambiamenti non sono uniformi su tutto il territorio italiano. Le trasformazioni sono particolarmente accentuate nella pianura Padana, con un maggiore impatto nella parte lombarda e veneta, lungo l'asse Milano-Venezia, nonché lungo la direttrice della via Emilia. Lungo la costa adriatica, dal Veneto alla Puglia, e in particolare in alcune zone del litorale romagnolo, marchigiano e pugliese, si osserva un'intensa trasformazione del suolo. Il Salento, in particolare, registra una forte crescita delle superfici artificiali. Tra le aree metropolitane più colpite figurano ancora Roma e Napoli.
Il consumo di suolo continua ad aumentare anche in aree con una popolazione residente stabile o addirittura in diminuzione. Nell'ultimo anno, gli incrementi più significativi sono stati registrati in Lombardia (+908 ettari), Veneto (+739 ettari), Puglia (+718 ettari), Emilia-Romagna (+635 ettari) e Piemonte (+617 ettari). In termini di incremento percentuale rispetto all'anno precedente, la Sardegna ha registrato il valore più alto (+0,67%), seguita da Molise (+0,46%) e Puglia (+0,45%). Alcune regioni, tra cui Campania, Sicilia, Piemonte, Lazio, Veneto e Marche, superano la media nazionale (+0,33%).
I dati sottolineano l'urgenza di affrontare il problema del consumo di suolo in Italia, adottando politiche e strategie mirate a ridurre l'impatto ambientale del fenomeno, facendo riferimento all’obiettivo 15 dell’Agenda 2030. è infatti indispensabile “Proteggere, ripristinare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire in modo sostenibile le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e invertire il degrado dei suoli e fermare la perdita di biodiversità”.
Immagine di copertina: European Wilderness Society
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