Glifosato in UE, come finirà? Lacune sui rischi per la salute
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Glifosato in UE, come finirà? Lacune sui rischi per la salute

A breve l'Europa voterà per una proroga di altri dieci anni all'uso del glifosato. Una denuncia contro la Bayer solleva il dubbio che siano stati nascosti dati sfavorevoli all'approvazione.

Si torna a parlare di glifosato. Erbicida ampiamente utilizzato a livello mondiale per eliminare le piante indesiderate in agricoltura e nei giardini, è da anni al centro di polemiche e preoccupazioni per via degli effetti tossici che può avere sulla salute umana, gli ecosistemi, la fauna selvatica, tra cui le api, estremamente sensibili al componente.

A dispetto di ciò, nei prossimi giorni l'Europa voterà per una proroga di dieci anni per l'uso di glifosato nell'Unione europea, sulla base di un'analisi EFSA che, pur non escludendo rischi, “non ha individuato aree di preoccupazione critica nell'impiego dell'erbicida”. Un'analisi che tuttavia- secondo quanto dichiarato dalla stessa Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare – riporta “alcune lacune nei dati – come questioni che non è stato possibile risolvere in via definitiva o questioni rimaste in sospeso – che la Commissione europea e gli Stati membri dovranno prendere in considerazione nella prossima fase del processo di rinnovo dell’approvazione”.

A complicare ulteriormente il quadro in vista del voto, alla Procura di Vienna è stata presentata una denuncia penale contro la Bayer, colosso che commercializza il glifosato. L’accusa è di aver nascosto i risultati di alcune ricerche sui rischi legati all’esposizione all'erbicida, in particolare per le donne incinte. Secondo l’esposto presentato da alcune organizzazioni facenti parte del European Pesticide Action Network (tra cui l’italiana Isde, Associazione Medici per l’Ambiente), il consorzio guidato da Bayer ha omesso di allegare alla sua domanda di ri-autorizzazione del glifosato studi e dati sfavorevoli sugli effetti cancerogeni e neurotossici del glifosato. 

Gli effetti della denuncia sulle valutazioni

La segnalazione potrebbe avere un importante effetto: se lo studio venisse ritenuto accettabile ai fini normativi, le precedenti valutazioni tossicologiche umane dovrebbero essere messe in discussione. Secondo quanto dichiarato dalle organizzazioni della rete, infatti, la proposta di autorizzazione sul glifosato su cui gli Stati membri sono invitati a votare si basa su una valutazione errata dei rischi e dei pericoli, influenzata dall'omissione di informazioni sfavorevoli, provenienti dalla letteratura scientifica pubblicata.

Forti di questo, lanciano un appello agli Stati membri europei affinché respingano la nuova autorizzazione per il glifosato, invocando il principio di precauzione che dovrebbe guidare le azioni di un'autorità chiamata a garantire il bene comune, quando esso è minacciato.

Le alternative al glifosato esistono?

La sola opzione di una proroga all'utilizzo di glifosato porta inevitabilmente a porsi domande sulle motivazioni che portano a perseverare lungo una strada quantomeno dubbia, in termini di impatto sulla salute e sull'ambiente.

Esistono alternative? “Coltivare senza fare uso di erbicidi di sintesi è già possibile e l’agricoltura biologica ne è un esempio” si legge, ad esempio, sul sito del WWF. “È possibile limitare l’uso di pesticidi ai casi di stretta necessità, anche con una gestione integrata delle piante infestanti (Integrated Weed Management, IWM), cioè integrando le pratiche agricole fisiche, meccaniche, biologiche ed ecologiche con la vasta conoscenza ormai a disposizione sulle piante coltivate e sulle infestanti. Un’agricoltura senza pesticidi evita di aumentare la resistenza nelle specie infestanti, riduce l’erosione del suolo e protegge la biodiversità”.

Dello stesso avviso sono gli esperti di agricoltura naturale, sinergica, biodinamica, e tutti i fautori delle pratiche che limitano o bandiscono dal campo la chimica, per mettere al centro la rigenerazione del suolo e la tutela degli ecosistemi.

“Non ci sono ostacoli al divieto di questa sostanza chimica dannosa” ha dichiarato Gergely Simon, responsabile chimico di Pesticides Action Network Europe, presentando i risultati del recente rapporto “Weed management: Alternatives to the use of glyphosate”, pubblicato dal Pan in collaborazione con i Verdi europei. “La transizione verso un’agricoltura priva di glifosato” si legge nel report “è economicamente fattibile considerato che esistono alternative non chimiche molto più sicure per tutti i principali usi noti degli erbicidi”.

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