L’inquinamento da plastica è una delle questioni ambientali più calde degli ultimi anni. Le soluzioni? Materiali alternativi, riciclo, trattati internazionali: ecco a che punto siamo.
Ogni anno, nel mondo, vengono generate più di 400 milioni di tonnellate di plastica. I costi bassi e la versatilità di utilizzo hanno reso la plastica uno dei materiali più popolari negli ultimi 70 anni, ma a pagarne il prezzo, oggi, sono gli ecosistemi gravemente danneggiati dall’inquinamento.
Secondo le stime, circa il 40% della superficie dell’oceano è ricoperta da rifiuti in plastica. Se il consumo di plastica medio rimarrà costante nei prossimi anni, secondo gli scienziati ci sarà più plastica in mare che pesci entro il 2030.
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Clicca quiGli stessi esperti, i decisori politici e le associazioni ambientaliste, però, non hanno una visione unanime sulle possibili soluzioni per gestire l’inquinamento da plastica. Alle Nazioni Unite si è tenuta un'importante negoziazione per costituire un Trattato globale sulla plastica e i singoli Paesi stanno introducendo sempre più misure orientate al riciclo e all’economia circolare.
Per trovare una soluzione definitiva, però, potrebbe essere necessario uno sforzo più grande (e congiunto), lavorando su più fronti.
Il riciclo della plastica
Per anni il riciclo della plastica è stato proposto come soluzione numero uno per ridurre l’inquinamento e abbattere la produzione. Riciclare, però, non è così semplice, perché alcuni polimeri sono difficili da trasformare nel loro stato costitutivo.
Le statistiche lo confermano: ad oggi solo il 9% dei rifiuti di plastica viene riciclato. Il 15% della plastica viene raccolta per il riciclaggio, ma il 40% viene smaltita come residuo. Di quel 15% originario, un 19% viene incenerito, il 50% finisce in discarica e il 22% sfugge ai sistemi di gestione dei rifiuti e finisce in discariche non controllate (come mari e oceani).
Ma c’è di più: secondo alcune ricerche, il riciclaggio della plastica sarebbe in realtà una falsa soluzione, perché il processo di riciclaggio aggrava l'inquinamento, con conseguenze negative su ambiente e persone. Ad esempio, secondo il report Greenpeace Forever Toxic, la plastica riciclata potrebbe contenere livelli più alti di sostanze tossiche, derivate dal processo di riciclo stesso. In più, le microplastiche che si generano dalle procedure di triturazione delle plastiche da riciclo finiscono spesso disperse nell’ambiente, trasformando una possibile soluzione in un potenziale (nuovo) problema.
Normative e misure per contrastare l’inquinamento da plastiche
I Governi e le organizzazioni internazionali stanno lavorando, da anni, a possibili misure per contrastare l’inquinamento da plastica. Ad oggi, uno dei negoziati più importanti e ambiziosi sul tema è stato aperto dalle Nazioni Unite per un Trattato globale sulla plastica.
Il trattato è stato discusso dai rappresentanti di 175 Paesi a Parigi, per stabilire delle misure di contrasto all’inquinamento da microplastiche e plastiche. Nel novembre 2023 è attesa una prima bozza del Trattato.
Ciò che è certo è che ci sarà bisogno di uno sforzo condiviso per limitare i danni della plastica. Ad oggi, misure come i divieti e le tasse sulla plastica monouso esistono in più di 120 Paesi, ma i risultati non sono sufficienti per ridurre l’inquinamento complessivo.
La maggior parte delle normative si limita a prodotti come i sacchetti di plastica, che costituiscono una piccola percentuale dei rifiuti di plastica e sono più efficaci nel ridurre i rifiuti che nel contenere il consumo di plastica.
In alcuni Paesi vi sono anche tasse sulle discariche per incentivare il riciclaggio, ma anche in questo caso i risultati non sono particolarmente impattanti.
La voce degli attivisti e della società civile
Se, da una parte, i decisori politici stanno lavorando a un Trattato globale sulla plastica, la società civile è in prima linea da anni per esprimere una visione sulla gestione del problema.
Le associazioni ambientaliste hanno lanciato diverse proposte, alcune di esse molto radicali. Secondo il WWF, è necessario adottare misure drastiche, con un divieto globale per la plastica monouso.
Greenpeace ha una visione simile e propone di ridurre drasticamente la produzione e l’utilizzo di plastica.
Ripulire l’ambiente dalle plastiche
Un altro tema importante riguarda la rimozione della plastica nell’ambiente. A questo proposito, gli scienziati hanno lanciato diverse soluzioni e l’innovazione tecnologica sarà una chiave importante per ridurre l’inquinamento da plastica.
Oltre a sperimentare materiali alternativi alla plastica e più sostenibili, da produrre su larga scala, la scienza sta lavorando anche a diversi modi per ripulire gli oceani dalle microplastiche.
Una soluzione, ad esempio, è l’enzima mangia plastica, scoperto in Giappone nel 2016. Questo enzima, noto come Ideonella Sakaiensis 201-F6, ha la capacità di scomporre il polietilene tereftalato (PET), il tipo di plastica più comunemente usato, e “digerirlo” per eliminarlo dagli oceani.
Un’altra soluzione sono le bobine magnetiche, una nanotecnologia sperimentale in grado di attirare le microplastica nell’acqua senza causare danni all’ecosistema.
Volendo fare un bilancio, però, la sfida per ridurre l’inquinamento da plastica è ancora aperta e c’è ancora molta strada da fare per arrivare ad una inversione di tendenza.
Immagine: Pexels
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