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Nel 2023 la ricchezza mondiale è in calo. Le disuguaglianze, però, continuano ad esistere: ecco come e perché la sostenibilità potrebbe invertire la tendenza.
Secondo il Global Wealth Report 2023, la ricchezza mondiale sta diminuendo per la prima volta dopo la crisi del 2008.
Il report,
prodotto da Credit Suisse e UBS, stima la ricchezza detenuta da della 5,4
miliardi di adulti in tutto il mondo e il modo in cui questa si distribuisce. I
risultati parlano chiaro: la ricchezza
netta totale è diminuita di 11,3 trilioni di dollari, con un calo di 3.198
dollari (–3,6%) per adulto.
Il motivo
principale di questa perdita è legato
alle attività finanziarie e riguarda le regioni più ricche del Pianeta come
il Nord America e l’Europa, che insieme hanno perso 10.900 miliardi di dollari.
Le disuguaglianze, però, continuano ad esserci.
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Clicca quiAgenda 2030 e obiettivo 10: a che punto siamo?
Dai report emergono ancora forti disuguaglianze economiche in molti Paesi. La riduzione delle disuguaglianze è, secondo l’obiettivo 10 dell’Agenda 2030, uno dei goal più rilevanti per abbattere la povertà.
Nello specifico, l’obiettivo 10 mira a raggiungere, entro il 2030, “la crescita del reddito del 40% della popolazione nello strato sociale più basso ad un tasso superiore rispetto alla media nazionale”. La riduzione delle disuguaglianze intende garantire l’inclusione sociale, economica e politica di tutti, senza discriminazioni in base ad età, sesso, disabilità, razza, etnia, origine, religione o stato economico.
Da un primo sguardo ai dati, sembrerebbe che questo obiettivo sia ancora molto lontano da raggiungere. Ci sono ulteriori aspetti da chiarire per avere una visione complessiva più nitida:
- Secondo il Global Wealth Report, è diminuita la ricchezza aggregata, ma anche la disuguaglianza complessiva della ricchezza, con la quota di ricchezza dell’1% più ricco del mondo scesa al 44,5%;
- La ricchezza mediana globale è aumentata del 3% nel 2022;
- A livello globale, la ricchezza mediana è aumentata di cinque volte durante questo secolo, ad una velocità quasi doppia rispetto a quella della ricchezza per adulto.
Lo stesso report, nelle sue previsioni, accenna a un nuovo aumento della ricchezza globale. Infatti, questa aumenterà prevedibilmente del 38% nei prossimi cinque anni, raggiungendo i 629 mila miliardi di dollari entro il 2027. La determinante, rispetto all’obiettivo 10, è capire in quali mani si concentrerà questa ricchezza e cosa farà la differenza per un accesso più equo alle risorse.
Un ruolo centrale, secondo le previsioni, lo avrà la crescita e lo sviluppo dei Paesi a medio reddito, che già quest’anno hanno registrato i maggiori aumenti di ricchezza. Ne sono esempi il Messico, la Russia, l’India e il Brasile.
Il ruolo della sostenibilità e le proposte Oxfam
Secondo il World Inequality Report, i 3,8 miliardi di persone che costituiscono il 50% più povero della popolazione contribuiscono solo al 12% delle emissioni totali di carbonio.
Nel frattempo, il 10% delle persone più ricche del Pianeta, 771 milioni di persone, sono responsabili del 47,6% delle emissioni globali di carbonio.
Questo si traduce, secondo il Report, in una battaglia contro la crisi climatica a spese principalmente dei Paesi meno abbienti, che per caratteristiche demografiche e geografiche pagheranno il prezzo più alto del climate change causato dai Paesi più ricchi.
Il Covid-19 e la successiva crisi inflazionaria hanno avuto un impatto decisivo sui redditi dei ceti medi e bassi, diminuendo il potere d’acquisto dei cittadini. Ecco perché le istituzioni e i grandi Enti stanno pensando a soluzioni per garantire un accesso più uniforme alla ricchezza e abbattere i costi sociali e ambientali del cambiamento climatico.
Una delle soluzioni proposte riguarda i finanziamenti internazionali allo sviluppo, che hanno la funzione di muovere flussi di denaro dai Paesi ad alto reddito verso i Paesi a basso reddito.
Altre soluzioni vengono da Oxfam, che in un comunicato richiede “l’aumento sistematico e ad ampio raggio della tassazione dei super-ricchi per recuperare i guadagni derivanti dalla crisi generati dal denaro pubblico e dal profitto”. Nello specifico, Oxfam propone di aumentare la tassazione sull’1% di persone più ricche, fino ad almeno il 60% del reddito derivante da lavoro e capitale, con aliquote più elevate per multimilionari e miliardari.
Ciò dovrebbe avere, secondo i promotori, una funzione di redistribuzione della ricchezza, soprattutto sotto forma di servizi e welfare.
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