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Raggiunto l'accordo su una proposta di Nature Restoration Law per il ripristino degli ecosistemi, con il voto contrario dell'Italia. A partire da domani, i prossimi passi.
Lo scorso 20 giugno, il Consiglio europeo ha annunciato di aver raggiunto un accordo su una proposta di Nature Restoration Law, mirata a mettere in atto misure di ripristino che coprano almeno il 20% delle aree terrestri e marittime dell’Ue entro il 2030, e tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050.
Misure rese necessarie dalle evidenze: secondo l'ultima analisi dell'Agenzia europea dell'ambiente (Eea) sullo “Stato della natura nell'UE 2020”, l'81 % degli habitat protetti, il 39 % delle specie di uccelli protetti e il 63%delle altre specie si trovano in un cattivo stato di conservazione.
Per porre un freno al degrado e nella speranza di invertire il trend, la proposta appena approvata individua obiettivi e obblighi specifici giuridicamente vincolanti per il ripristino della natura in ciascuno degli ecosistemi, “dai terreni agricoli e forestali agli ecosistemi marini, d’acqua dolce e urbani”. L’orientamento generale ora definito servirà da mandato per i negoziati con il Parlamento europeo sulla forma definitiva della legislazione.
Al Consiglio europeo l’accordo sulla Nature Restoration Law è passato con il sostegno di venti Ministri dell'ambiente, nonostante il voto contrario di Italia, Austria, Belgio, Finlandia, Olanda, Polonia e Svezia.
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La proposta di legge fa parte del cosiddetto “Pacchetto natura”, approvato il 22 giugno 2022, che mira a istituire obiettivi giuridicamente vincolanti per gli Stati membri, con il fine di ripristinare entro il 2030 almeno il 20% delle superfici terrestri e marine dell’Unione, il 15% dei fiumi nella loro lunghezza. Sempre entro la stessa data, prevede inoltre la realizzazione di elementi paesaggistici ad alta biodiversità su almeno il 10% della superficie agricola utilizzata.
Si tratta, dunque, di un grande progetto di riqualificazione degli ambienti naturali che riguarda tutti gli ecosistemi, compresi i terreni agricoli e le aree urbane.
L'accoglienza degli ambientalisti
Il Ministro per il clima e l’ambiente della Svezia Romina Pourmokhtari ha commentato: “è un buon giorno per la natura […]. Sono lieta che abbiamo trovato il modo di portare questo dossier ad un approccio generale. Questo testo costituisce una solida base per i negoziati con il Parlamento europeo. Speriamo che la Nature restoration law finale ci consenta di ricostruire un livello sano di biodiversità, combattere i cambiamenti climatici e rispettare i nostri impegni internazionali nell’ambito dell’accordo Kunming-Montreal”.
Dal canto loro, le maggiori associazioni ambientaliste- pur esprimendo generale soddisfazione per il risultato- non hanno risparmiato perplessità e preoccupazioni. Sabien Leemans, senior biodiversity policy officer del Wwf European Policy Office, ha dichiarato: “Concordando la loro posizione sulla Nature Restoration Law, oggi gli Stati membri dell’Ue inviano un messaggio clamoroso al Parlamento europeo: gli Stati membri, che saranno responsabili dell’attuazione della legge, lo sostengono e riconoscono la necessità di obiettivi di ripristino giuridicamente vincolanti. Chiediamo a tutti i membri del Parlamento europeo di prendere sul serio questo messaggio e di garantire un approccio altrettanto costruttivo nei confronti della plenaria di luglio”.
“La posizione del Consiglio indebolisce la proposta iniziale a tal punto da disintegrare alcuni degli obblighi chiave e subordinare il ripristino ad altri usi della terra e del mare” ha invece affermato Ioannis Agapakis, nature conservation lawyer di ClientEarth. “Questo prescinde dal ruolo indispensabile della biodiversità nell’affrontare le molteplici crisi, compresa quella climatica, che l’Unione europea sta attualmente affrontando. L’unica grazia salvifica è che dimostra l’impegno degli Stati membri a garantire un quadro giuridico completo per il ripristino”.
Anche secondo Legambiente si può fare molto di più. L'organizzazione definisce, infatti, insufficiente il testo e auspica che si lavori per migliorarlo. “Riteniamo che bisogna essere più ambiziosi” ha spiegato Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente. “[…] Consideriamo il testo approvato dal Consiglio insufficiente perché, nella ricerca di stabilire un equilibrio politico e contrastare la disinformazione diffusa dei partiti di destra e dalla lobby dell’agricoltura e della pesca, garantisce troppa flessibilità per gli Stati membri nell’attuazione del regolamento”.
Il voto contrario dell'Italia
Come anticipato, la proposta non ha potuto contare sul sostegno dell'Italia.
Intervenendo recentemente al Consiglio ambiente a Lussemburgo, il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica (MASE), Gilberto Pichetto Fratin, aveva giustificato la contrarietà del Governo all’orientamento generale sulla Nature Restoration Law: “La proposta di regolamento per il ripristino della natura non assicura un adeguato bilanciamento tra obiettivi, fattibilità e rischi: non possiamo permetterci che non sia applicabile, efficace e sostenibile da tutte le categorie interessate, tra cui agricoltura e pesca”.
Le argomentazioni del Ministro non hanno convinto le associazioni ambientaliste, tra cui il WWF: “È inspiegabile la posizione dell’Italia che, essendo uno dei Paesi a più alta biodiversità di tutta l’Europa, dall’entrata in vigore della Nature Restoration Law potrà avere effetti positivi, non solo per la natura e l’ambiente, ma anche per la stessa economia”.
I prossimi passi
La proposta non può essere considerata definitiva e, anzi, sarà passibile di cambiamenti nel corso dei vari passaggi che condurranno all’adozione del testo della direttiva.
Il prossimo step è previsto per il 27 giugno, quando la proposta verrà discussa in Commissione emendamento per emendamento. Sarà poi votata dal Parlamento Europeo nelle prime settimane di luglio.
#SustainableTalks: Yamamay
31 Agosto 2023Iscriviti alla nostra Newsletter!
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