Aumenta la richiesta di questa tipologia di finanziamento per l’acquisto della casa, in attesa della direttiva Ue sulle performance energetiche degli edifici.

Il mercato dei mutui parla sempre di più la lingua della sostenibilità ambientale. Lo scorso anno la richiesta di questa tipologia di finanziamento per l’acquisto della casa è stata pari al 7% del totale e chi ha presentato domanda ha cercato di ottenere in media circa 150.000 euro, ovvero circa l’11% in più rispetto ai mutui tradizionali. 

A metterlo in luce è l’osservatorio congiunto Facile.it – Mutui.it. «I mutui green rappresentano già oggi una quota significativa del mercato e sono destinati ad aumentare ulteriormente la loro penetrazione, anche alla luce del via libera arrivato di recente del Parlamento europeo alla direttiva Ue sulle case green, pensato per migliorare le performance energetiche degli edifici», spiega Ivano Cresto, Managing Director prodotti di finanziamento di Facile.it. «I mutui green crescono per ragioni diverse: da un lato perché si amplia la platea di abitazioni che possono accedere a questo tipo di finanziamento, dall’altro perché cresce il numero di istituti di credito che offrono mutui green riconoscendo uno sconto sul tasso». Nella maggior parte dei casi, chi decide di accendere un mutuo verde ha infatti diritto a uno sconto sul tasso di interesse, in genere pari allo 0,10%.

I cosiddetti mutui green sono quei finanziamenti pensati per acquistare abitazioni di classe energetica A o B oppure a svolgere lavori di ristrutturazione che consentano di migliorare di almeno il 30% le prestazioni energetiche dell’edificio. Secondo l'analisi pubblicata dall’osservatorio congiunto Facile.it – Mutui.it, nel 2022 il valore medio degli immobili oggetto di questo tipo di finanziamento è stato di 216.090 euro, pari a circa il 15% in più rispetto a quello degli immobili acquistati con un mutuo tradizionale. La differenza è dovuta al fatto che le abitazioni che possono beneficiare dei finanziamenti verdi sono in genere edifici in classe energetica A o B, con un valore dunque più alto rispetto a quelli che sono classificati in una classe energetica inferiore.

La direttiva europea sulle classi energetiche degli edifici

I mutui green sono uno strumento che guarda al futuro del mercato residenziale e alle indicazioni contenute dalla nuova normativa comunitaria, attualmente ancora al centro del negoziato tra Parlamento, Commissione e Consiglio. Secondo la direttiva europea sulle classi energetiche, che dovrà poi essere recepita da ciascun Paese dell’Unione, gli edifici residenziali dovranno essere tutti classificati almeno nella classe E entro il 2030 e in quella D per il 2033, grazie a interventi come il cappotto termico, la sostituzione degli infissi, l’installazione di nuove caldaie a condensazione e dei pannelli solari.

Tutti i nuovi edifici costruiti a partire dal 2028 dovranno invece essere a emissioni zero. Ogni stato dovrà agire prioritariamente sul 15% degli edifici più energivori. In Italia, uno dei Paesi europei con il maggior numero di edifici energivori e climalteranti, secondo i dati Istat sono infatti circa 1,8 milioni le unità residenziali, su un totale di 12 milioni, che rientrano nella classe G, la più bassa.

L’analisi dell’osservatorio congiunto Facile.it – Mutui.it ci dice anche che quattro domande di mutuo green su dieci sono state presentate da under 36. A livello geografico, il Trentino-Alto Adige è la Regione dove sono stati accessi più finanziamenti di questa tipologia (il 18,64% del totale). Seguono Friuli-Venezia Giulia (8,68%), Umbria (7,81%) Sicilia (7,63%) e Lombardia (7,62%). In quest’ultima regione, l’importo medio richiesto per un mutuo green è stato pari a 170.708 euro, ovvero l’11% in più rispetto ai mutui tradizionali. Il valore medio degli immobili oggetto di mutuo green in Lombardia è infine pari a 241.250 euro, il 13% in più rispetto agli immobili oggetto di finanziamenti tradizionali.

Immagine: Roman Synkevych, Unsplash