Immagine: Roland Denes, Unsplash
Per i #SustainableTalks di oggi abbiamo intervistato Massimo Pelizzon, Health, Safety, Environment & Maintenance manager di Giobert.
Come la vostra azienda ha
integrato nella sua strategia un percorso di sostenibilità e che tipo di
pratiche ha intrapreso per creare un ecosistema virtuoso?
L’azienda che rappresento è un’azienda metalmeccanica e che fa componenti automotive, e che ha come maggior cliente il gruppo Fiat, ora Stellantis. Già certificati 45001 per la sicurezza e 14001 per l’ambiente, abbiamo iniziato ad affrontare i temi della sostenibilità nella seconda parte dello scorso anno, quando il nostro cliente principale ci ha chiesto di compilare questionari di autovalutazione sulla sostenibilità. Il nostro cliente principale è stato seguito a ruota da un altro e, a distanza di qualche mese, è arrivato il terzo. Tre clienti, tre questionari diversi, stessi argomenti, ci abbiamo dedicato molto tempo. Abbiamo quindi colto questa opportunità per conoscerci, non solo in termini di sostenibilità, ma anche in termini di organizzazione, dei nostri stabilimenti esteri. Consapevoli che oramai non potevamo più evitare, abbiamo cominciato ad affrontare seriamente queste tematiche. Abbiamo quindi iniziato a lavorare su un primo calcolo della Carbon footprint, e ci siamo poi fermati agli scope 1 e 2, ma con l’obiettivo di completare il percorso a breve. Ci siamo dati l’obiettivo di redigere il nostro primo bilancio di sostenibilità (dichiarazione non finanziaria) nel 2024 sui dati 2023. L’inizio dell’anno è stato quindi dedicato alla raccolta dati, informazione e desideri. Perché non è solo quanto abbiamo fatto e quanto stiamo facendo ora, ma anche quanto e cosa vorremo fare nel prossimo futuro. In questo ci sta aiutando uno studio e la multidisciplinarietà è oggi, più che mai, tema centrale. Si parte da un ESG Assessment, si continua con un’analisi di materialità e si va avanti con un piano di sostenibilità redatto entro la fine di quest’anno, su cui faremo il nostro primo bilancio nel 2024.
Quali sono state le criticità maggiori?
La criticità principale è stata che, pur facendo molte cose, spesso non siamo in grado di comunicarle a dovere. Un altro aspetto interessante è la grande quantità di dati presenti in azienda, dati che in molto casi non vengono usati o usati male: poco strutturati, un po’ a compartimenti stagni, non come base di riferimento per prendere decisioni. Noi non facciamo vendita al pubblico quindi non siamo focalizzati su un ritorno di immagine del brand, si guarda molto di più alla continuità operativa del prossimo futuro.
Come, il tema della sostenibilità, è stato integrato nella vostra comunicazione interna ed esterna?
Stiamo cominciando ad utilizzare con molta più continuità la nostra utenza LinkedIn, che abbiamo già utilizzato per qualche primo flash relativo ad alcuni aspetti di sostenibilità. Per esempio, una delle valutazioni fatte su invito clienti e su EcoVadis: abbiamo raggiunto il punteggio che ci ha portato la medaglia di bronzo e l’abbiamo pubblicato. Oppure, una collaborazione con un istituto tecnico superiore, che ci ha portati ad avere in azienda due ragazzi in tirocinio che abbiamo poi confermato. Il loro progetto documentato ha vinto un premio di livello internazionale. Sappiamo che i giovani iniziano a chiedere come l’azienda approccia la tematica della sostenibilità, e noi intendiamo impegnarci in tal senso. Notizia fresca fresca, a metà luglio faremo un openday dedicato alla parte finanziaria. Il primo di degli incontri dedicati a far conoscere l’azienda, non solo perché “produce”, ma anche per gli altri progetti. Un’altra iniziativa, che abbiamo già condiviso su LinkedIn, è che siamo main sponsor di un progetto che metterà a disposizione ecografie e mammografie gratuite tramite un ambulatorio mobile. Abbiamo l’ente innovazione e marketing che lavorerà anche su questo aspetto.
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Massimo Pelizzon, Health, Safety, Environment & Maintenance manager di Giobert S.p.a., multinazionale con sede in Italia che opera da settanta anni nell’industria automotive come fornitore di chiavi, cilindri serratura e componenti per l’interno vettura. Chimico industriale, dopo i primi anni di carriera come tecnico di laboratorio inizia a specializzarsi in Sistemi di Gestione Ambientale prima e di Salute e Sicurezza dopo, sempre in contesti automotive. L’approccio alle tematiche di sostenibilità è diventata quasi un’evoluzione naturale delle esperienze maturate soprattutto negli ultimi 20 anni. Estroverso, socievole, crede in un ambiente di lavoro informale che permetta di usare immaginazione e di sviluppare nuovi concetti, ma senza trascurare aspetti di organizzazione e concretezza. Nel gioco degli archetipi sullo stile di management proposto in occasione del Sustainability business forum è un Custode e il simbolo scelto è Equilibrio.
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