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Immagine: copertina del white paper “Reimagining the Waste Framework Directive”
Un libro bianco invita a ripensare il rapporto dell'Europa con le risorse attraverso la direttiva quadro sui rifiuti (WFD), affinché l'UE possa ambire a un'economia circolare entro il 2040.
Come progredire nella direzione di un'economia circolare realmente virtuosa e tangibile, evitando il circular washing, subdola variante del greenwashing? Secondo il libro bianco “Reimagining the Waste Framework Directive” - pubblicato nei giorni scorsi da Handelens Miljøfond, Minderoo Foundation, TOMRA e Zero Waste Europe - l'Europa deve ripensare il proprio rapporto con le risorse attraverso la revisione della direttiva quadro sui rifiuti (WFD). Solo così potrà ambire a un'economia circolare reale entro il 2040, in linea- come suggerisce il sottotitolo del documento- con l'obiettivo di 1,5°.
Il white paper, sviluppato da Eunomia Research & Consulting, definisce per quella data una visione in cui la società utilizzerà materiali e prodotti in modo più efficiente, in un sistema economico in cui la sostenibilità e la circolarità la faranno da padrone.
La revisione della direttiva quadro sui rifiuti? Un buon punto di partenza
La revisione della direttiva quadro sui rifiuti- seppur da sola non sufficiente- offre l'opportunità di definire un quadro politico coerente, funzionale a un'economia circolare basata sull'estrazione e sull'utilizzo molto ridotti di risorse vergini, nonché su un'economia di servizi che mantenga i prodotti e i materiali in circolo il più a lungo possibile. Un modello che faccia pieno uso della tecnologia digitale, dei sistemi e dei dati, in modo da garantire un utilizzo ragionato di materiali e prodotti.In particolare, il libro bianco propone una revisione a breve termine della WFD (entro il 2026) per fornire:
- una regolamentazione più morbida per il riutilizzo, la riparazione e la rigenerazione dei prodotti, nonché una maggiore chiarezza per l'industria sulle prestazioni ambientali richieste ai sistemi di riutilizzo;
- una maggiore coerenza nell'ambito e nell'applicazione della responsabilità estesa del produttore (EPR) e una gerarchia di riciclaggio più efficace, espressione di un riciclaggio di "alta qualità";
- un ambiente favorevole alla rapida decarbonizzazione del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti.
La strategia entro il 2029: dai rifiuti alle risorse
Il piano di accompagnamento proposto dal white paper si basa, inoltre, su una seconda fase, che prevede una revisione più profonda della direttiva quadro dei rifiuti entro il 2029, per trasformarla in una “direttiva quadro sulle risorse”. In questo senso, gli obiettivi sono:
- una continua riduzione del consumo delle materie prime in tutta l'economia dell'UE, in modo da rendere possibile un processo di decarbonizzazione più efficace ed efficiente, senza tralasciare i bisogni della società civile;
- la massimizzazione del potenziale di decarbonizzazione in tutta l'economia nel suo complesso, anziché l'applicazione di misure pensate separatamente per ciascun settore, attraverso l'introduzione di una gerarchia di applicazione dei materiali.
Come rendere possibile (e appetibile) l'economia circolare
Joan Marc Simon, direttrice e fondatrice di Zero Waste Europe, ha dichiarato: "È imperativo che l'UE renda più semplice ed economico per i cittadini, le imprese e le organizzazioni fare le scelte giuste. A meno che non rendiamo le politiche dell'UE adatte allo scopo, non possiamo allontanarci dagli attuali modelli economici lineari inefficienti, prendere-fare-sprecare".
Il dottorMarcus Gover, alla guida di un team di scienziati ed esperti di politiche presso la Minderoo Foundation, ha affermato: "In un'economia circolare, i consumatori trarranno i vantaggi di prodotti di qualità superiore che durano più a lungo, riducendo allo stesso tempo gli impatti dannosi di materiali come la plastica, in particolare le microplastiche nell'abbigliamento e negli pneumatici, hanno sul nostro ambiente.
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