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Secondo l’Istat è soddisfatto quasi il 90% degli italiani, ma davanti alla siccità emergono dubbi e necessità di chiarezza sul funzionamento del servizio idrico nazionale.
In Italia la percentuale di famiglie collegate al servizio idrico nazionale è dell’87%, secondo un rapporto ISTAT dello scorso anno. Di queste, l’87,4% si dichiara soddisfatto dei servizi di erogazione di acqua potabile attraverso gli acquedotti del nostro Paese, sebbene il dato differisca molto tra aree geografiche: nel nord Italia il dato supera il 90%, mentre nel mezzogiorno e nelle isole la percentuale di utenti soddisfatti si riduce al 75%.
Le famiglie italiane esprimono la propria valutazione sulla fornitura di acqua potabile sotto vari aspetti: interruzioni della fornitura, livello di pressione, odore, sapore e limpidezza, frequenza di lettura dei contatori e della fatturazione, comprensibilità delle bollette.
Il servizio idrico integrato nazionale presenta una mancanza di interazioni e dialogo fra chi eroga il servizio e chi ne usufruisce: questa peculiarità, tipica dei servizi erogati da gestori pubblici, viene accentuata dal fatto che l'acqua percorre un lungo tragitto prima di raggiungere gli utenti, venendo raccolta e trattata in luoghi normalmente lontani dallo sguardo e dalla percezione dei cittadini.
Già negli scorsi anni si è suggerito di costruire una maggiore condivisione, e definire percorsi di informazione, formazione, comunicazione e partecipazione per rafforzare la relazione tra cittadini e la gestione del servizio idrico. L'obiettivo è di costruire un ideale punto di contatto tra le esperienze dei cittadini e degli "addetti ai lavori", evidenziandone prossimità e distanze e suggerendo strategiee percorsi.
Nel dialogo tra istituzioni e cittadinanza, va tenuto conto di come molti cittadini potrebbero non avere una comprensione completa di come funziona il servizio idrico integrato e di chi ne è responsabile. In generale, infatti, in Italia il servizio idrico integrato è gestito dalle autorità locali o dalle aziende idriche, che sono incaricate di fornire acqua potabile e servizi di depurazione delle acque reflue alla comunità. Tuttavia, questo processo può essere complesso e comportare l'interazione di diverse agenzie, organizzazioni e istituzioni, il che può rendere difficile per i cittadini comprendere appieno come si sviluppa il sistema.
In secondo luogo, si è notato di come la cittadinanza non sia a conoscenza dei costi associati al servizio idrico integrato e di come questi costi vengono calcolati. Similmente a quanto avviene per la gestione amministrativa degli acquedotti, in Italia è poco diffusa la conoscenza del fatto che i costi dell'acqua possono variare a seconda della stagione o della domanda, (come si è visto la scorsa estate durante i fenomeni siccitosi) o che ci possono essere differenze di prezzo tra le aree servite, anche in una stessa regione. Inoltre, i costi associati al servizio idrico, come i costi di manutenzione dell'infrastruttura o i costi per il trattamento delle acque reflue, sono spesso poco chiari alla cittadinanza, che reputa le bollette “poco chiare” nel 32% dei casi, secondo l’Istat.
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