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Immagine: Naja Bertolt Jensen, Unsplash
L’appello presentato all’ECHA da cinque Paesi UE, mira a vietare i PFAS per gli usi non medici e di alta tecnologia. Tutte le aziende coinvolte possono presentare pareri all’Agenzia entro il 25 settembre.
L'Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) ha aperto una consultazione pubblica sulla proposta di vietare le sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS), un'iniziativa che dovrebbe innescare un lungo e controverso dibattito per limitare queste sostanze chimiche nell'Unione Europea.
La proposta è stata presentata all'ECHA all'inizio di quest'anno da cinque Paesi dell'UE: Germania, Paesi Bassi, Svezia, Danimarca e Norvegia. Si tratta di una delle proposte di più ampia portata nella storia della legislazione comunitaria, con la possibilità di vietare circa 10.000 sostanze chimiche sintetiche utilizzate in applicazioni diverse come tessuti, imballaggi, dispositivi medici, lubrificanti, refrigeranti, prodotti petrolchimici, manifattura, elettronica ed edilizia.
I PFAS, sostanze principalmente prodotte dall'uomo e note anche come "sostanze chimiche eterne", per via della loro impossibile degradazione in natura, sono in uso da diversi decenni. Sono stati criticati da scienziati, ONG e società civile per la loro persistenza e per la tendenza ad accumularsi nell'ambiente, ponendo potenziali problemi sanitari e ambientali.
L'attuale consultazione è un passo fondamentale per l'attuazione della proposta, in quanto le parti interessate sono invitate a presentare informazioni scientifiche e tecniche sulla produzione, la commercializzazione e l'uso dei PFAS. Le aziende che desiderano richiedere esenzioni dalle norme hanno sei mesi di tempo per rispondere.
Se la proposta verrà attuata, coprirà tutti gli usi dei PFAS e riguarderà la loro produzione, l'immissione sul mercato e l'uso in varie sostanze, miscele e articoli in tutto lo Spazio economico europeo. Tuttavia, i PFAS utilizzati in prodotti coperti da altre normative UE, come i prodotti fitosanitari e i biocidi, non sono coperti dalla proposta.
La proposta prende in considerazione due opzioni di restrizione (RO). La RO1 è un divieto totale senza esenzioni e con un periodo di transizione di 18 mesi, mentre la RO2 è un divieto con esenzioni limitate nel tempo per usi specifici. Quest'ultima opzione è stata già sostenuta dai paesi che hanno interpellato l’ECHA e costituirà la base per eventuali negoziazioni con gli stakeholder. La RO2 prevede un periodo di transizione di 18 mesi, dopo il quale i PFAS possono essere utilizzati solo per scopi specifici e per un periodo di cinque o 12 anni.
Sono previste anche delle esenzioni. Ad esempio, alcuni materiali per la pulizia e il trasferimento di calore per i dispositivi medici, i dispositivi medici impiantabili, le applicazioni dei fluoropolimeri nell'industria petrolifera e mineraria e i PFAS utilizzati nei processi di produzione dei semiconduttori possano ricevere esenzioni per 12 anni dopo il periodo di transizione. I produttori e gli utilizzatori di PFAS che non rientrano in queste categorie potranno subire impatti significativi sui loro attuali modelli di business.
La consultazione pubblica è aperta fino al 25 settembre 2023. I comitati scientifici per la valutazione dei rischi (RAC) e l'analisi socioeconomica (SEAC) dell'ECHA valuteranno la proposta di restrizione ed esprimeranno un parere, che potrebbe essere pronto non prima della metà del 2024. L'ECHA presenterà quindi un dossier alla Commissione europea per l'esame e la decisione finale. È probabile che la restrizione entrerà in vigore non prima del 2026 o 2027, il che significa che l'uso dei PFAS non soggetti a un periodo di esenzione esteso potrebbe essere vietato già nel 2028.
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