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Immagine: Canva free
Il 40% della penisola italiana è esposto a siccità estrema e la situazione è attribuibile agli effetti dei cambiamenti climatici. A rischio un terzo della produzione agricola. Anche la qualità dell’aria peggiora di conseguenza, con pericoli per la salute delle persone.
Anche in questo 22 marzo si celebra la Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day), istituita dalle Nazioni Unite nel 1992: si tratta di una ricorrenza che, purtroppo, si lega a temi di estrema attualità.
Dopo le difficoltà idriche del 2022, ci si prepara a un 2023 ancor più complicato in termini di siccità, al punto che il Governo Italiano è già al lavoro per varare un “Piano emergenza idrica”.
È il CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche a fornire dati inequivocabili sullo stato in cui versa il nostro Paese. Basti considerare che il Po, nella zona di Pavia, è sceso a meno 3,20 metri rispetto allo zero idrometrico. Nessuna precipitazione rilevante nel Nord Italia durante il primo mese e mezzo dell’anno in corso e temperature troppo alte per la stagione invernale sono alla base dell’attuale prosciugamento dei corsi d’acqua.
Non va meglio per l’Adige, pressoché in secca tra Ala e Rovereto. La situazione è preoccupante anche per tutti gli altri fiumi del Settentrione e per i laghi, che toccano percentuali di riempimento che vanno dal 38% del Lago Maggiore fino ad arrivare al 21% del Lago di Como.
In Piemonte, l’inverno ha registrato circa l’80% di pioggia in meno rispetto alla media stagionale. In tutta Italia, secondo i dati Arpa, le precipitazioni di neve, grandine e pioggia hanno fatto registrare un deficit complessivo pari a circa il 45% rispetto alla media degli ultimi trent’anni.
Le conseguenze su agricoltura e qualità dell’aria
La perdita economica per il comparto agricolo, rilevata lo scorso anno da Coldiretti, ammontava a 6 miliardi di euro e si teme che, quest’anno, possa andare ancora peggio. Il comparto riso è quello più a rischio, visto che quasi 8 mila ettari di terreno non potranno essere sfruttati per l’assenza di acqua: il calo nel raccolto di riso del 2022 si attestò al 30% e, nel 2023, questo dato potrebbe ulteriormente peggiorare.
Ma gli effetti dell’emergenza siccità si ripercuotono anche sulla qualità dell’aria che, specialmente nelle grandi città del Nord Italia, risulta essere sempre più bassa. La quantità di smog è sopra i livelli di attenzione specialmente a Torino, dove è già scattato il livello uno di allerta inquinamento, e in tutta l’Emilia Romagna, già in allarme rosso.
Come anticipato, tutti sono concordi sulla necessità di un impegno politico volto a contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici. Servono investimenti importanti e leggi chiare ed efficaci: la Giornata Internazionale dell’Acqua potrebbe essere occasione per una ulteriore sensibilizzazione su una problematica che è ormai tristemente sotto gli occhi di tutti.
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