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Immagine: Unsplash
L’Istituto lancia una task force che collaborerà con il Ministero per l’ambiente e le autorità di vigilanza per garantire l’autenticità degli investimenti green e sostenibili.
L’ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ha istituito una “Task Force” per supportare operatori finanziari, autorità di vigilanza e imprese a riconoscere e garantire gli investimenti “green”, dopo una serie di scandali che hanno colpito i prodotti finanziari certificati come sostenibili.
L’Istituto, che in una nota fa sapere di aver ricevuto numerose richieste relative “all'applicazione della Tassonomia UE agli investimenti sostenibili nel nostro paese” si occuperà quindi di calcolare e raffrontare i dati forniti dalle società che emettono o commerciano prodotti finanziari dotati del marchio “Ecolabel UE” con i parametri più opportuni per garantire la bontà degli investimenti, dando un supporto decisivo all'applicazione della Tassonomia UE nel campo degli investimenti sostenibili.
L’ISPRA, che fornirà supporto al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica nelle attività previste al tavolo del MEF per la finanza sostenibile, si configura così come il primo Istituto pubblico di ricerca a livello europeo chiamato a svolgere un ruolo di supporto e di garanzia su tematiche finanziarie.
Il ruolo di Ispra, congiuntamente ai piani di MASE e MEF, si inseriscono in una serie di normative sulla finanza sostenibile che stanno lentamente ridisegnando il panorama degli investimenti “green”, sostenibili e dei fondi “ESG”, garantendo investitori privati ed istituzionali da possibili casi di greenwashing. Il Piano d'Azione dell'UE per il finanziamento della crescita sostenibile, varato nel 2018, e la Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR), entrata in vigore nel 2021, renderanno uniformi i mercati dei prodotti finanziari sostenibili, e, secondo i report di ISPRA, interesseranno gradualmente dal 2024 oltre 50.000 società in tutta Europa, rispetto alle attuali 12.000 circa, mentre in Italia avranno effetto su 4.000 - 5.000 società quotate, rispetto alle attuali 210.
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