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Immagine: Canva free
Pubblicato il Dossier di Legambiente sui pesticidi nei prodotti alimentari che arrivano sulle tavole degli italiani. Indispensabile, per una svolta in questo senso, l’approvazione del Regolamento per l’utilizzo dei fitofarmaci e del nuovo Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari.
Aumentano le tracce di pesticidi che arrivano sulle tavole degli italiani: rispetto al 2021, infatti, nel 2022 è stata trovata una maggiore concentrazione di tali sostanze all’interno dei campioni analizzati per la redazione del rapporto “Stop Pesticidi 2022”, restituito, come ogni anno, da Legambiente in collaborazione con Alce Nero. L’analisi è stata svolta su 4.313 campioni di origine animale e vegetale e, seppure solo l’1% presenti principi attivi oltre le soglie stabilite per legge, la situazione è in peggioramento rispetto all’anno scorso, con la presenza di pesticidi nel 44,1% dei campioni, contro il 37% dell’anno precedente.
Le sostanze rintracciate ammontano a 90, presenti soprattutto nella frutta, con pere, uva e pesche tra le tipologie più “incriminate”. I frutti rossi si distinguono per la percentuale più alta di casi in cui viene superato il limite massimo di residuo stabilito per legge (5.9%). Anche l’uva spicca per un trend negativo: nell’88,3% dei campioni viene rinvenuta almeno una sostanza, rispetto all’85,7% registrato lo scorso anno, coinvolgendo inevitabilmente anche il vino in cui il multiresiduo è presente nel 42,7% dei casi.
Per la verdura il quadro risulta più positivo, con il 65,5% dei campioni privi di residui. Tra gli ortaggi più colpiti sono i peperoni a cui seguono i pomodori, con il 55% dei campioni in cui si rileva almeno un pesticida.
I casi più preoccupanti riguardano la presenza di pesticidi tolti dal mercato nel 2020: si tratta di Thiacloprid, rinvenuto in campioni di miele, in una pesca e in una mela, e di Imidacloprid rintracciato in 34 campioni di albicocche. Presente anche il DDT, rilevato in due campioni animali.
Il miele, nella gran parte dei casi (67,5%) non presenta residui, anche se, come anticipato, in alcuni campioni sono state riscontrate tracce di Thiacloprid, revocato dal mercato, e di Acetamiprid, permesso ma molto nocivo per la salute delle api.
L’agricoltura biologica, sempre più praticata in Italia, raggiunge invece ottimi risultati, con il 91,1% dei campioni che risulta regolare e senza residui.
Alla luce dei suddetti dati, tutti i rappresentanti delle istituzioni coinvolte sottolineano la necessità di accelerare sull’agroecologia, a partire da Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente, che afferma: ”È di fondamentale importanza approvare il regolamento per l’utilizzo dei fitofarmaci (SUR) presentato lo scorso 22 giugno dalla Commissione Europea”.
A fargli eco è Giorgio Zampetti, Direttore Generale di Legambiente, che commenta: “Serve andare nella direzione contraria, verso una piena rivoluzione green dal campo alla tavola, a partire dall’approvazione del nuovo PAN”.
Sulla stessa linea anche Erika Marrone, direttrice qualità, ricerca & sviluppo filiere di Alce Nero, che afferma: "L’agricoltura modella non solo il nostro paesaggio e la nostra economia, ma anche le nostre comunità ed è onnipresente nelle nostre vite. Proprio per questo ci aiuta a pensare in modo più consapevole a quanto sia cruciale oggi la transizione a modelli produttivi alternativi".
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