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Immagine Mike Petrucci, Unsplash
Secondo uno studio di The European House – Ambrosetti, il settore può e deve giocare un ruolo sempre più centrale in ambito sociale, nella transizione sostenibile e nella promozione di modelli di economia circolare.
Un ruolo sempre più centrale in ambito sociale, nella transizione sostenibile e nella promozione di modelli di economia circolare, determinato dalla sua natura di operatore a contatto diretto con il consumatore e dotato dunque della possibilità di orientare anche le scelte della produzione. È questo il compito che la filiera del retail specializzato non alimentare - un comparto che ha generato nel 2021 un valore aggiunto di 101 miliardi di euro e attivato un fatturato pari a circa 451 miliardi di euro con circa 2,6 milioni di occupati - è chiamato oggi a sostenere.
«La transizione del retail specializzato verso un modello che metta al centro il benessere degli individui e delle comunità si fonda su tre pilastri: omnicanalità diffusa, sostenibilità ed economia circolare » ha detto Valerio De Molli, Managing partner e Ceo di The European House - Ambrosetti, in occasione della presentazione dello studio “Il Retail alla prova del cambiamento. Il nuovo modello di retail specializzato: omnicanale, circolare e inclusivo”. «Il retail specializzato, come cerniera tra produzione e consumo, svolge infatti un ruolo fondamentale nella transizione sostenibile e si posiziona come punto di riferimento sociale nei confronti dei consumatori».
Retail specializzato e sostenibilità, a che punto siamo
Il retail specializzato è coinvolto in prima persona nel processo di evoluzione verso un modello più sostenibile e circolare, ha spiegato Benedetta Brioschi, responsabile Scenario Food&Retail e Sustainability e Project Leader della Community Retail 5.0 di The European House – Ambrosetti. «Cresce la richiesta da parte dei consumatori di un maggiore impegno sul fronte della sostenibilità: il 34% degli italiani ritiene che il retail specializzato dovrebbe ampliare l’offerta di prodotti con packaging sostenibile, mentre il 25% richiede interventi per migliorare la sostenibilità dei punti vendita», è emerso da una survey realizzata a settembre 2022 su un campione rappresentativo dell’universo nazionale. «Tuttavia, l’impegno dei retailer per favorire pratiche di sostenibilità non risulta ancora un elemento di scelta determinante da parte dei consumatori, piuttosto alla ricerca di sconti e promozioni, considerando anche l’attuale scenario economico».
L’impegno ambientale dei retailer
Per quanto riguarda l’utilizzo efficiente delle risorse, le aziende del settore sono oggi tutte attive nell’ottimizzazione della gestione dei rifiuti e nei programmi di riduzione dei consumi energetici, così come nella dematerializzazione dei documenti. Migliora, anche se di poco, il ricorso all’energia rinnovabile, mentre gli operatori dovrebbero attivarsi di più per migliorare l’efficienza idrica in termini di riduzione dei consumi idrici e di programmi per il riutilizzo delle acque chiare.
Tra le iniziative messe in atto per favorire una maggiore efficienza energetica dei punti vendita figurano invece la chiusura delle porte su strada, l’attivazione di illuminazione a led, l’efficientamento del sistema di riscaldamento e refrigerazione ambientale e la realizzazione di punti vendita secondo criteri di efficienza energetica. Tutto questo considerando che l’illuminazione è la voce che incide maggiormente sui consumi energetici (il 50% del totale), seguita da sistemi di raffreddamento e condizionamento
Nonostante l’impegno profuso a livello istituzionale nell’Unione Europea per favorire l’economia circolare, più del 70% dei cittadini comunitari non acquista prodotti di seconda mano, mentre il 36,5% non ripara i propri beni quando si rompono. «In questo scenario il retail specializzato può giocare un ruolo fondamentale nell’implementazione di un modello di economia circolare, in qualità di cerniera che unisce produzione e consumo. Come? Stimolando la filiera produttiva, migliorando l’efficienza del punto vendita, promuovendo l’educazione al consumatore, favorendo azioni di riparazione e smaltimento e ottimizzando la propria logistica».
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