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Immagine: Marc Najera, Unsplash
Fondi pensione negoziali, fondi pensione aperti e casse di previdenza tra i più attivi in ambito ESG. Lo mette in luce una ricerca realizzata dal Forum per la Finanza Sostenibile con Mefop e MondoInstitutional.
Gli investimenti sostenibili rivestono un ruolo centrale nelle politiche di investimento degli operatori previdenziali italiani? Secondo quanto mette in luce l’analisi “Le politiche di investimento sostenibile degli investitori previdenziali italiani", realizzata dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con Mefop e MondoInstitutional, e con il sostegno di AXA Investment Managers, DPAM, ENPACL e OFI Asset Management, parrebbe proprio di sì.
Il 76% degli 89 piani previdenziali che hanno preso parte quest’anno all’indagine dichiara infatti di includere i criteri ESG nelle decisioni di investimento, un numero in crescita rispetto al 2021 (da 55 a 68 operatori). Tra le categorie più attive su questo fronte figurano i fondi pensione negoziali, i fondi pensione aperti e le casse di previdenza (tra i soggetti presi in considerazione dallo studio, giunto all'ottava edizione insieme a fondi pensione preesistenti, ovvero istituiti prima della riforma del 1993, e piani individuali pensionistici).
La possibilità di combinare l’impegno verso l’impatto socio-ambientale e un congruo ritorno finanziario è uno dei motivi principali indicati alla base della crescita degli investimenti sostenibili, così come l’impulso dato dal contesto normativo, sempre più attento al comparto in particolare in Unione europea. Seguono una gestione più efficace dei rischi finanziari e il dovere fiduciario nei confronti di aderenti e beneficiari.
«Quello degli investitori previdenziali è un settore strategico, dal momento che per la sua natura tende a ragionare al medio-lungo periodo. Il suo contributo, dunque, può essere determinante per l’accelerazione delle politiche di transizione energetica», spiega Francesco Bicciato, Direttore Generale del Forum per la Finanza Sostenibile. «La crescente attenzione ai temi ESG da parte degli attori del comparto rappresenta dunque un tassello chiave nel processo di consolidamento degli strumenti di finanza sostenibile».
Lo studio del Forum per la Finanza Sostenibile mette in evidenza inoltre come, guardando al futuro, il comparto si sta indirizzando sempre di più verso questa tipologia di investimenti. Tra i ventuno piani che ancora non presidiano il comparto, in quattordici hanno infatti avviato valutazioni rispetto all’inclusione dei criteri ESG nelle politiche di investimento (per la metà di loro, oltretutto, il processo potrebbe concludersi nel giro di un anno). Ad aiutali ad accelerare la loro decisione potrebbero contribuire, secondo quanto riferiscono, il superamento di criticità quali la mancanza di dati ESG affidabili e standardizzati, così come di certificazioni che tutelino contro il rischio di greenwashing. Sono sette invece i piani che non hanno ancora avviato valutazioni sull’eventuale inclusione dei criteri ESG nelle loro scelte di investimento.
Aumenta infine, sempre per quanto riguarda gli investimenti socialmente responsabili, l’engagement, ovvero quel dialogo costruttivo che si instaura tra operatori finanziari e aziende, finalizzato ad aiutare questi ultimi a mettere in atto piani di integrazione della sostenibilità nelle proprie strategie e attività, con tempistiche e obiettivi chiari.
Tra i trenta piani previdenziali che attuano l’engagement, ventuno hanno definito una politica di impegno nei confronti degli emittenti inseriti in portafoglio, in particolare su tematiche come la gestione dei rischi legati al cambiamento climatico, il rispetto dei diritti umani, la promozione della parità di genere e la riduzione delle emissioni, mentre sei sostengono di avere in programma di farlo.
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