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L’Europa ha inserito il nucleare nella tassonomia, ma solo a condizioni che renderebbero possibile l’utilizzo “sostenibile” della tecnologia, promossa tra le alternative per l’approvvigionamento energetico. Il presidente Ugo Biggeri di Etica Sgr ha spiegato perché il nucleare non può essere considerato una best practice e rimesso in primo piano le vie alternative da percorrere.
Negli ultimi cinquanta anni l’aumento delle temperature si è verificato con un trend di 0,8° per decennio, ma solo negli ultimi due anni l’Europa ha alzato l’asticella e promosso un ventaglio di provvedimenti, come la Tassonomia, necessari ad indicare ufficialmente i tipi di risorse su cui investire per un’attività sostenibile. La Tassonomia entrerà in vigore il 1° gennaio 2023, ma restano importanti interrogativi dati, ad esempio, dall’inclusione del nucleare e del gas naturale.
Quando quest’anno la Commissione Europea ha votato per la ridefinizione della tassonomia energetica, in molti non si sarebbero aspettati di ritrovare anche il gas naturale e il nucleare. Questa scelta, secondo Etica Sgr, rischia di minare l’intera credibilità di tutto l’impianto normativo che punta ad incentivare l’utilizzo di energie da fonti green. Perché è una scelta etica rinunciare all’energia prodotta dal nucleare? Ha risposto il presidente di Etica SGR Ugo Biggeri.
Perché è una scelta etica rinunciare all’energia prodotta dal nucleare?
“Ovviamente la premessa è che qualunque scelta etica risolve un dilemma etico e lo risolve con degli strumenti, non è detto però che la risoluzione sia univoca. Le nostre ricerche ci hanno portato ad escludere l’energia nucleare e la motivazione è legata al tema non risolto della gestione dei rifiuti radioattivi. Inoltre, come dimostra la cronaca recente, l’esistenza del nucleare sta evidenziando nuovi rischi contingenti. Mi riferisco al pericolo militare e alla particolare vulnerabilità dei siti in caso di eventi terroristici. Anche per questo non crediamo che il nucleare sia davvero una risorsa sostenibile”.
Come mai l'Europa ignora le statistiche che evidenziano la possibilità di escludere il nucleare dalle fonti per l'approvvigionamento energetico?
“L’Europa non ha detto che il nucleare va bene, ha detto che in determinate condizioni può essere utilizzato come una tecnologia di transizione. Non c’è un’approvazione tout court. Su questo abbiamo due punti. In primis non critichiamo l’esistenza in sé dell’energia nucleare, quanto che la si consideri sostenibile o che debba essere inserita nella tassonomia sulla finanza sostenibile. Riteniamo che questo sia un errore. Nel nostro rapporto di studio, redatto cercando di comunicare quelle che sono le nostre condizioni “etiche”, emerge che l’energia prodotta dal nucleare è anche molto poco competitiva in termini di costi. Se davvero l’energia nucleare fosse un buon affare il mercato investirebbe, come accade già con il petrolio. Il petrolio non funziona bene, ma è un buon affare, quindi non ha bisogno di essere incentivato. Credo accadrebbe lo stesso al nucleare se fosse una buona idea. In seconda battuta, tutte le volte in cui è stato preventivato un nuovo progetto per una centrale nucleare, i costi si sono rivelati molto più alti di quelli preventivati. Vanno però distinti i casi in cui le centrali nucleari ci sono e sono ancora operative e i casi in cui s’immagina di realizzarne una. Dove l’attività ha lasciato ormai la sua impronta sul territorio possiamo ipotizzare un utilizzo per sfruttare i guadagni marginali per pochi altri anni. Discorso diverso sono i nuovi investimenti. Insieme al problema “etico” dello smaltimento delle scorie, si affaccia quello dell’antieconomicità”.
Quali le fonti alternative per rispettare i principi etici e di economicità?
“Disponiamo di tutte le fonti rinnovabili. L’idroelettrico, il solare o il fotovoltaico. Possiamo considerare anche i sistemi di accumulo, su cui si può investire tantissimo e probabilmente in modo più efficace rispetto al nucleare. Costa molto meno e si risolverebbe anche il problema di “intermittenza” delle energie rinnovabili. Possiamo considerare anche le biomasse, anche se in maniera residuale. Le fonti quindi ci sono e lo dichiaro da professionista con un dottorato in Fisica e che ben conosce questo tema, avendo lavorato in passato anche all'interno di una centrale nucleare”
L’idea che Etica Sgr porta avanti dalla sua fondazione è fare finanza in modo responsabile, rispettando il pianeta e la società e per queste ragioni ha da sempre rimarcato il suo sostegno nei confronti delle energie rinnovabili e il no al nucleare. Molteplici gli studi a supporto di questa posizione, tra gli ultimi aggiornamenti figura il report “Net Zero by 2050”, redatto dall’International Energy Agency (IEA) nel 2021, secondo cui lo scenario “più tecnicamente fattibile, più efficiente dal punto di vista dei costi e più accettabile socialmente” per il raggiungimento dell’obiettivo da cui il report prende il nome è che la produzione di elettricità da fonti fossili venga considerevolmente ridotta, mentre l’energia prodotta da fonti rinnovabili aumenti di ben otto volte i valori attuali, arrivando a rappresentare entro il 2050 quasi il 90% della generazione elettrica totale. In particolare, per il solare e l’eolico il cambiamento dovrà essere ancora più drastico, in quanto dovranno aumentare la produzione rispettivamente di 29 volte e di 16 volte, arrivando a produrre insieme il 70% dell’elettricità utilizzata a livello globale. Per raggiungere questi obiettivi le installazioni annuali di impianti solari ed eolici dovranno triplicare rispetto alla media registrata nel triennio 2019-21.
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