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Solo nei paesi del Nord Europa i cda sono composti al 50% da donne. In Germania e Portogallo la percentuale resta sotto il 30 per cento. Anche in finanza le quote rosa sono diventate un obbligo: l’obiettivo europeo è il 40 per cento di rappresentanza, pena la presenza di posti vacanti in consiglio.
Il gap di genere uomo-donna esiste anche nel mondo finanziario e con lo stesso ampio margine di altri settori. DBRS Morningstar ha diffuso lo scorso settembre i risultati di “Gender Diversity on European Bank Boards: More Work Still to be Done”, report che ha indagato la presenza di donne nei ruoli di ceo, executive team e i board delle banche europee, dimostrando statisticamente la loro bassa presenza in ruoli apicali.
Le stime "migliori” sono nei cda
I dati 2021 stimando una presenza femminile del 37% all’interno dei consigli d’amministrazione e del 26% nei team dirigenziali su un campione di 43 banche europee. Solo cinque (DNB, Handelsbanken, NatWest, Nationwide and Bank of Ireland) dei quarantatré istituti di credito presi a campione aveva una ceo donna e solo quattro banche (DNB, Rabobank, Santander and BMPS) donne nei cda. Ci sono differenze all'interno degli Stati europei e linee di intervento promosse per incrementare le quote rosa in finanza dagli stessi istituti bancari. In quanto a presenza, in Danimarca, Norvegia e Svezia la quota donne è sempre vicina o superiore al 50% (in Danimarca arriva al 55 mentre in Svezia comunque al 48%), ma in Germania e Portogallo il dato scende al 29 e al 23%. Per far fronte alla mancanza di rappresentanza femminile a livello di consiglio, alcuni governi hanno imposto percentuali da raggiungere. Norvegia, Francia, Italia e Spagna richiedono alle società quotate almeno il 40% di rappresentanza femminile in consiglio di amministrazione. In Germania e Paesi Bassi la quota minima è del 30%. Le aziende inadempienti sono soggette a sanzioni o anche costrette a mantenere disponibile il posto nel consiglio, rendendolo vacante fino a quando non sarà occupato da una donna.
C’è comunque una crescita del 15%
Dal 2014 al 2021 le donne rappresentanti all’interno dei cda sono aumentate del 15%. Una crescita distribuita in sei anni, che va al ritmo di 2,5% ogni 12 mesi. Il miglioramento dal 2020 al 2021 (in periodo pandemico) è stato del 2% in 24 mesi. “Nonostante i progressi compiuti - scrive il rapporto DBRS Morningstar - le donne nei board continuano a rimanere sottorappresentate”.
Donne cda, più rating bancario?
Con la premessa secondo cui “il campione di dati limitato utilizzato in questa analisi non lo consente per giungere a qualsiasi conclusione in merito alla causalità”, “Gender Diversity on European Bank Boards: More Work Still to be Done” ha messo in risalto una correlazione positiva tra rappresentanza femminile in cda e rating di credito bancario. Negli istituti con rating AA (basso) e A (basso) le donne rappresentavano in media il 40% del consiglio, rispetto al 30% per banche con rating BBB o minore. Tendenze simili erano visibili se si considerava la quota di donne in ruoli esecutivi. Ad oggi è una rarità trovare donne ceo di un istituto bancario in Italia. Nella stessa Europa sono il 12%, contro l’88% degli uomini. Le donne nei team esecutivi sono il 26% contro il 74%. La leadership resta maschile, con prospettive molto lente per un pareggio di presenza anche nel mondo finanziario.
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