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Lo mette in luce la ricerca “Risparmiatori italiani e transizione energetica”, realizzata dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con BVA Doxa.
I risparmiatori italiani hanno fiducia nei progressi del processo di transizione energetica che il Paese sta attraversando, ma esprimono una crescente preoccupazione per le difficoltà legate al contesto economico e geopolitico attuale. Nonostante questo, la loro attenzione verso la finanza sostenibile continua ad aumentare. Sono queste le principali evidenze che emergono dalla lettura dei risultati della ricerca “Risparmiatori italiani e transizione energetica”, realizzata dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con BVA Doxa e con il sostegno di BPER Banca, Gruppo BCC Iccrea, LGIM e Sella SGR. L’indagine, condotta tra maggio e settembre 2022, ha coinvolto 1.400 risparmiatori che hanno investito nell’ultimo anno almeno 1.000 euro, di cui più della metà (510) almeno 20.000 euro.
Dallo studio emerge innanzitutto una cognizione ancora limitata del tema della transizione energetica: solo il 20% dei risparmiatori intervistati dichiara di conoscerlo bene, il 55% degli intervistati afferma di averne una conoscenza superficiale e il 22% dice di averne solo sentito parlare. Tuttavia, la maggioranza del campione (il 51%) ritiene la transizione energetica una trasformazione necessaria, un processo da cui non si può tornare indietro, con vantaggi e opportunità nel medio-lungo termine che supereranno di gran lunga i costi che il sistema dovrà affrontare nel breve termine. L’80% circa è convinto che la transizione energetica potrà offrire nuove opportunità di investimento e di lavoro, grazie alle creazione di nuove competenze, con effetti positivi, secondo il 70%, che però si vedranno solo in futuro.
L’aumento dei prezzi dell’energia, lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina e la caduta del governo Draghi hanno aperto ora una nuova fase di incertezza. Oltre l’80% degli intervistati si dichiara infatti molto o abbastanza preoccupato per l’aumento dei costi dell’energia e per la spinta inflattiva, tanto che tra le principali sfide che sanno di dover affrontare spiccano la crisi energetica (62%), il carovita (48%) e il cambiamento climatico (33%). Non stupisce dunque che la cautela e la prudenza siano le parole chiave che indirizzano oggi le scelte finanziarie degli italiani. Investimenti a basso rischio o a rischio moderato, con un orizzonte temporale più lungo rispetto al 2021, sono così in cima alle preferenze degli investitori: solo il 4% intende puntare su investimenti a rischio elevato, il 9% tra chi ha almeno 20.000 euro investiti.
Nel Belpaese si investe di più nei prodotti SRI
L’attenzione crescente con cui l’opinione pubblica segue le questioni legate ai problemi ambientali incide in misura crescente sulle scelte finanziare delle famiglie. La percentuale di risparmiatori che giudicano molto o abbastanza rilevante il ruolo dei temi ESG nelle scelte di investimento passa infatti in un anno dal’82% al’87%, così come l’importanza dei rischi legati al cambiamento climatico è in particolare indicata dal 77% degli interpellati contro il 72% del 2021. In questo scenario, la finanza sostenibile riscuote sempre più interesse. Il 79% degli intervistati conosce o, quantomeno, ha sentito parlare di questa tipologia di investimenti, mentre il 22% ha già sottoscritto prodotti SRI (Sustainable and Responsible Investment), un dato in aumento di quattro punti percentuali rispetto allo scorso anno (quando si attestava al 18%). Un trend positivo probabilmente determinato- sottolinea lo studio- anche da una maggiore proattività degli operatori finanziari: il 47% di chi conosce i prodotti SRI ha ricevuto una proposta di sottoscrizione (+6% rispetto al 2021) mentre il 53% ha ottenuto più informazioni sugli investimenti sostenibili da parte della propria banca, assicurazione o consulente finanziario (+7% anno su anno). Gli operatori finanziari, rileva la maggior parte del campione, è sempre più competente in materia di prodotti SRI. Tanto che la percentuale di chi dichiara di affidarsi al supporto di un consulente risulta in crescita, dal 71% dello scorso anno al 76% del 2022. E tra i 510 risparmiatori che investono almeno 20.000 euro il dato arriva addirittura all’83%.
POINTs: ASLA
23 Novembre 2022Iscriviti alla nostra Newsletter!
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