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Per le Interviste del Direttore di oggi abbiamo intervistato Alessandro Mariani, fondatore di Mitrade.
Mitrade è una start-up nata nel 2020 che si occupa di ridare vita agli apparecchi elettronici obsoleti. Da cosa è nata questa idea e quali sono i riscontri ricevuti fino ad ora?
L’idea di fare upcycling di elettronica obsoleta nasce osservando le dinamiche di gestione delle apparecchiature obsolete nella quasi totalità delle aziende, dalle più piccole alle più strutturate. Generalmente i device aziendali vengono sostituiti dopo 4/6 anni, e una volta acquistati quelli nuovi, quelli obsoleti vengono fatti smaltire subito, dalle imprese di smaltimento rifiuti altrimenti vengono accantonati in un magazzino, in attesa di raggiungere un quantitativo più consistente per poi chiamare lo smaltimento. L’upcycling a differenza del tradizionale “riciclo” che consente il recupero delle materie prime, è sicuramente il metodo che permette la maggior conservazione di valore di un bene. Infatti seppur ricchi di materie prime sicuramente critiche e costose una volta riciclate le apparecchiature elettroniche, perdono il loro valore come articoli. Tale valore deriva dalla manifattura specializzata impiegata per ottenerle e dalle prestazioni che possiedono, non dal contenuto di oro, di rame o di altri materiali. Inoltre, va considerato che il riciclo implica l’impatto ambientale del processo che viene perseguito prima per “distruggere” e poi per “ricostruire”. L’upcycling implica però, che il bene in ingresso non sia troppo deteriorato, altrimenti il processo non avrebbe sostenibilità economica su asset molto datati. Nella nostra attività abbiamo però riscontrato che circa il 90-95% dei dispositivi che vengono fatti smaltire sono ancora funzionanti. Tali dispositivi possono essere potenziati, migliorati sostituendo alcune componenti con alcune più performanti. In questo modo la loro vita utile può essere allungata anche di alcuni anni. Questi laptop o pc ritornano sul mercato con una carbon footprint notevolmente inferiore. Stiamo riscuotendo feedback molto positivi dalle aziende con cui abbiamo lavorato, è infatti in crescita sia il numero di ritiri organizzati, sia la quantità di articoli rigenerati e venduti mese dopo mese.
Come gestite il processo di smaltimento? Avete partner a cui vi appoggiate?
Mitrade ad oggi non è un’azienda che tratta o movimenta rifiuti, ma articoli e prodotti. La differenza è davvero sostanziale. Acquistiamo i computer e l’elettronica obsoleta delle aziende. È lo stesso concetto con il quale un’azienda vende una macchina utensile, perché ne installa una più potente. Il consumismo ha però portato a far sì che l’unica alternativa risulti mandare a smaltimento, e dunque a triturazione, articoli elettronici funzionanti anche se un po’ datati. Una volta raccolti e trasportati i dispositivi vengono puliti, controllati e testati. In alcuni casi viene fatto un upgrade dell’hardware, in altri casi vengono solo lavorati a livello software. Collaboriamo con una software house certificata per quanto riguarda la cancellazione certificata dei dati. In questo modo, vengono recuperate le memorie hard-drive senza nessun pericolo per i dati sensibili delle aziende. La parte relativa alla gestione dei rifiuti è il prossimo step che abbiamo in programma. Stiamo lavorando per ottenere l’autorizzazione di tipo End-Of-Waste per il trattamento di RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche Elettroniche). In questo modo sarà possibile integrare alla nostra ordinaria attività anche la parte legata al recupero delle componenti (intese come pezzi) da rifiuti che diversamente verrebbero smaltiti e quindi triturati.
Alessandro Mariani
Ingegnere ambientale, dopo un’esperienza maturata nel settore dei rifiuti, Alessandro Mariani comprende il potenziale dell’upcycling e lo spreco effettivo che avviene da parte delle aziende per la gestione delle AEE obsolete, così decide nel 2020 di fondare la startup Mitrade.
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