#SustainableTalks: MESA
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#SustainableTalks: MESA

In occasione del Salone CSR deli scorsi 3, 4 e 5 ottobre come Direttore di nonsoloambiente.it ho avuto il privilegio di moderare un convegno sul tema “Strategie di sostenibilità nel mondo delle utilities"1. tema quanto mai attuale alla luce del problema sempre più ingente delle perdite d’acqua, dei costi e della mancata efficienza nella gestione del servizio idrico e nella scarsa sensibilizzazione e disseminazione esistente sul tema – motivo per cui organi d’informazione come il nostro si pongono l’obiettivo di colmare lacune informative con pareri e best practice realizzate da esponenti di rilievo nel settore.

Questa è la premessa con cui annuncio la pubblicazione delle prossime 4 interviste frutto di confronti e commenti raccolti da GORI, Gruppo CAP, Utilitalia e Mesa Group.

Buona lettura!

Per i #SustainableTalks di oggi abbiamo intervistato Federica Russi di MESA

In che misura strumenti di misurazione e rendicontazione adeguati possono agevolare e facilitare percorsi di sostenibilità?

Premetto per una migliore comprensione che il gruppo MESA ha la missione di sviluppare tecnologie innovative per l’automazione intelligente della sostenibilità e del GRC governance, risk, compliance ad essa propedeutiche. Riguardo agli indicatori che vengono misurati e rendicontati, noi crediamo fermamente in una gestione integrata, che a partire dal piano di sostenibilità, quindi dalle strategie di sostenibilità allineate agli obiettivi strategici consenta la gestione dei rischi anche ESG, a loro volta collegati ai temi materiali, da cui discendono gli indicatori che vengono misurati rispetto ai target. Questo consente che vengano gestiti, misurati e rendicontati temi realmente cruciali per la utility e per i suoi stakeholder. Inoltre, la raccolta strutturata e governata centralmente attraverso workflow degli indicatori, ha molteplici benefici in termini di accountability, solidità e tracciabilità del dato, oltre che di rispetto delle scadenze di rendicontazione: in primis per il controllo da parte del management e la supervisione del consiglio di amministrazione, che si stia andando sulle direttrici prefissate; ma anche per comunicare dati solidi: coerenza e trasparenza nei confronti degli stakeholder sono ormai requisiti irrinunciabili, a maggior ragione per chi è investito della responsabilità di gestione dell’acqua.

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Il controllo della catena di distribuzione è cruciale per la sua efficacia che per la sua efficienza e determinazione del prezzo per il consumatore finale. Come supportate le utilities sotto questo aspetto?

La tecnologia ci aiuta molto nella integrazione con la filiera, consentendoci anche attraverso strumenti di machine learning, di effettuare due diligence intelligenti che scandagliano il web alla ricerca di red flag, oltre che di raccogliere in modo strutturato dalla controparte informazioni sulle tematiche ESG che permettono di accreditare calcolare il proprio “rating” della controparte. Successivamente, di raccogliere informative dalla filiera in modo strutturato sia per il suo monitoraggio e controllo che per costruire le proprie informative di sostenibilità. In merito alla filiera penso inoltre a tutte le aziende a cui verrà esteso a breve dalla direttiva europea CSRD l’obbligo di rendicontare le proprie informazioni di sostenibilità e in particolare alle PMI cui già adesso, essendo parte delle catene di grandi aziende viene richiesto di fornire informative ESG: sicuramente possiamo aiutarle attraverso soluzioni tagliate per loro, con processi più semplici, l’uso dello smartphone, alcune best practice già impostate. Strumenti per l’engagement, la comunicazione la formazione del personale, attraverso lo smartphone, anche per coloro che spesso non dispongono di pc aziendali.

A suo avviso politiche governative che rendano vincolante o quantomeno premiante l’intraprendere percorsi di sostenibilità aiuterebbero il sistema impresa ad evolvere in tal senso?

Compliance e cambiamento si inseguono da sempre reciprocamente. Sicuramente incentivi e normative fungono da volano positivo: abbiamo visto ad esempio la normativa sulla finanza sostenibile e sulla rendicontazione di sostenibilità obbligatoria quanto impulso hanno dato alla sensibilizzazione su temi di sostenibilità, all’impostazione di una governance dei rischi e di sistemi di misurazione degli indicatori rilevanti. In effetti, la condizione affinché la normativa apporti dei cambiamenti è che ci sia la effettiva volontà di applicarla: qui entra in gioco l’importanza del salto culturale, che parte dalla comprensione del fatto che la sostenibilità è una questione di gestione di rischi anche positivi, cioè le opportunità che questo contesto offre in termini di nuove attività di business, di migliori relazioni con gli stakeholder, di innovazione e miglioramento di processi ed efficientamento. È per questo che attraverso la nostra società di formazione Overnet abbiamo istituito una ESG academy e abbiamo predisposto gli strumenti di engagement di cui parlavo prima.

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