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Nei #SustainableTalks di oggi parleremo di moderne tecnologie di produzione e vendita digitale con Marco Duò di Spumante365.
Da dove nasce la necessità della vostra azienda di intraprendere un percorso di sostenibilità?
Credo sia un dovere civico oltre che obbligo morale quello che abbiamo tutti noi, aziende in particolare. Per noi poi è una scelta filosofica. Lavoriamo in un mercato, quello del vino, che fa della sostenibilità la propria virtù, non solo perché lavorare la terra, seguendone i ritmi e l’armonia, dà luce a frutti migliori, ma anche perché l’approccio dei viticoltori che promuoviamo è altamente sostenibile, integrato nel tessuto economico sociale del territorio che rappresentano.
L’adozione di questo percorso che effetti ha generato in termini di comunicazione interna ed esterna?
La nostra è un micro realtà, anche se in forte espansione, e questo attira molta attenzione su di noi e su ciò che facciamo. Un approccio proattivo sul tema della sostenibilità ci permette non solo di farci percepire dal nostro cliente ideale come simile e allineato, ma valorizza i nostri comportamenti virtuosi in ogni ambito. Al tempo stesso, sfruttiamo il nostro impegno per sensibilizzare i nostri interlocutori, siano essi clienti, partner o investitori. Cerchiamo di comunicare al meglio le nostre scelte sostenibili, ma sicuramente c’è ancora molta strada da fare anche in questo senso.
Come misurate oggi i vostri risultati in termini di sostenibilità? Disponete di un sistema di reportistica interno? Vi affidate a consulenti esterni?
Nulla di tutto questo al momento, la nostra è un piccola realtà e misuriamo i risultati giornalmente, nelle scelte che adottiamo quotidianamente circa la possibilità di partecipare ad un evento, la scelta di una nuova cantina, l’opzione di una partnership e quant’altro. Quando abbiamo esternalizzato la logistica, ad esempio, nella scelta del partner hanno contato molto il recupero di un contesto industriale abbandonato e l’attenzione al rapporto umano, oltre al modo in cui quella realtà si era inserita nel territorio permettendo a molti giovani di trovare un impiego a lungo termine in un territorio non particolarmente facile.
Con stretto riferimento al settore merceologico in cui opera l’azienda, la sostenibilità viene identificata come driver di crescita o competizione?
Credo possa essere intesa sia come driver di crescita che competizione. Crescita perché ci permette di essere portatori sani di una logica molto chiara: la sostenibilità oggi non può essere più l’inseguimento di una moda, ma rimane l’unico approccio possibile. Siccome però ci sono ancora aziende che questo obiettivo non solo non lo perseguono, ma purtroppo non lo prendono neppure in considerazione come opzione valida, ecco che la sostenibilità può essere anche un elemento di competizione vincente perché ci permette di identificare appieno i valori fondamentali della nostra community.
In che misura l’aderire e l’adottare un protocollo di sostenibilità in questo periodo potrà permettere alle imprese di proiettarsi meglio verso la ripresa post Covid-19?
È fondamentale per il futuro, perché se c’è una cosa che la pandemia ci ha insegnato è che da un limite può nascere una nuova opportunità di crescita integrata per le aziende. Il futuro è adesso, quindi non si può più aspettare, perché nulla sarà più come prima, anche quando saremo completamente usciti dal Covid-19. E’ un cambio di testa, che occorre fare: sapere che la sostenibilità va valorizzata oggi.
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