Groenlandia: lo scioglimento dei ghiacci è a un punto di non ritorno
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Groenlandia: lo scioglimento dei ghiacci è a un punto di non ritorno

Nell’ipotesi più conservativa, ci dobbiamo aspettare un innalzamento del livello dei mari di 27 cm entro fine secolo. Ma lo scioglimento dei ghiacci della Groenlandia apre anche nuovi, inaspettati scenari.

Le proiezioni e le previsioni relative alle conseguenze dei cambiamenti climatici lasciano oggi spazio alle certezze. È il caso dello stato di conservazione della calotta di ghiaccio della Groenlandia, oggetto di un progressivo scioglimento, che provocherà un innalzamento del livello dei mari di almeno 27 cm entro la fine del secolo. Questa, purtroppo, è la previsione più ottimistica possibile, ovvero calcolata ipotizzando che a partire da oggi le emissioni di CO2, che provocano lo scioglimento dei ghiacci, vengano improvvisamente azzerate. Lo rivela uno studio pubblicato su Nature Climate Change, che basa le previsioni sull’andamento climatico degli ultimi 20 anni. Il margine di errore? È di appena ±68 mm. 

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Lo studio nel dettaglio

Più in dettaglio, si libererà dai ghiacci una superficie della Groenlandia pari a 6077-7622 km2, vasta all’incirca quanto la provincia di Torino, per una perdita che corrisponde al 3.3% del totale. A questo scenario estremamente conservativo (non è purtroppo pensabile che le emissioni vengano improvvisamente azzerate), si contrappone quello più estremo, ovvero considerando il record del 2012 come trend annuale: in questo caso, l’innalzamento delle acque arriverebbe a essere di 78 cm. A inizio settembre è stato inoltre rilevato uno scioglimento anomalo, causato dal caldo tardivo, che ha provocato lo scioglimento di un’area superficiale grande il doppio della superficie del territorio italiano. Si è trattato del più esteso evento singolo di fusione mai registrato dopo la fine di agosto dal 1979, come riportato dal National Snow and Ice Data Center (NSIDC). Va sottolineato che gli episodi di fusione superficiale non sono gli unici responsabili del deflusso dell’acqua nei mari limitrofi, che avviene per un insieme più ampio e complesso di circostanze. Tuttavia, entrambi questi fenomeni sono segni inequivocabili dei cambiamenti in atto. 

Opportunità e rischi

In questo contesto, si delineano anche nuovi scenari: lo scioglimento dei ghiacci della Groenlandia ha permesso di scoprire che l'acqua di fusione contiene il tipo di sabbia adatto alla produzione di calcestruzzo, materia prima ad oggi scarsa e, dunque, preziosa. Lungo la costa della Groenlandia si creano così grandi aree di sedimenti glaciali che stanno di fatto aggiungendo terra ai margini dell’isola. Si apre così il dibattito sulla possibilità di sfruttare queste risorse: da una parte, il guadagno economico è evidente. Dall’altra, si rischia di sottovalutare l’impatto ambientale delle attività di dragaggio invasive, andando ulteriormente ad aggravare una situazione che già promette di presentare un conto salato.

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