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Confermato dal ministro delle finanze l’accordo sull’inserimento dei combustibili a basso impatto tra gli emendamenti proposti dalla Commissione, si attende il responso del Parlamento UE.
In una intervista a Politico, il ministro tedesco delle finanze, Christian Lindner, ha confermato le voci secondo cui il cancelliere federale Olaf Scholz avrebbe ottenuto un accordo con la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, sulla modifica al testo sullo standard Europeo per le emissioni di CO2 nei veicoli stradali, che prevede lo stop alla vendita di automobili con motore a combustione interna dal 2035, come previsto dal pacchetto Fit For 55.
Secondo quanto affermato da Lindner, l’accordo prevede alcune esenzioni per i veicoli commerciali leggeri e per le automobili alimentate a “carburanti alternativi”, confermandone la vendita dopo il 2035.
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Già a giugno, il governo tedesco aveva inserito nei documenti conclusivo dei lavori della Commissione alcune menzioni ai veicoli alimentati ad e-fuel, ovvero carburanti di sintesi ottenuti mescolando idrogeno (preferibilmente ottenuto da fonti rinnovabili) e particelle di CO2 sottratte all’atmosfera.
Questa tecnologia, secondo i tecnici del ministero dell’ambiente tedesco, avrebbe un impatto estremamente ridotto in termini di emissioni, e consentirebbe ai produttori di automobili di non modificare completamente le loro linee di produzione, mantenendo i motori a combustione interna al centro della manifattura automobilistica e non necessitando di riformare in toto il personale già qualificato secondo necessità e tecnologie vigenti.
Da Berlino, il commento più ripetuto è la necessita di proteggere il lavoro di quasi 800.000 dipendenti del settore automobilistico tedesco, sostenendo l’impossibilità di trasformare un’industria così vasta e poco diversificata in meno di 13 anni, a meno di non ricorrere a produttori esteri e chiudere una vasta parte degli stabilimenti produttivi sul suolo nazionale.
La proposta di modifica ottenuta da Scholz, non ancora resa pubblica, segue le richieste espresse più volte dai produttori automobilistici europei e potrebbe allungare ulteriormente l’iter legislativo della norma, già soggetta a numerosi emendamenti parlamentari a giugno, oltre che riaprire il dibattito sullo status definitivo delle soluzioni tecnologiche proposte dai responsabili europei, accusati dai produttori di imporre standard tecnici che potrebbero cristallizzare il mercato e non lasciare spazio ad innovazioni non ancora prevedibili.
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